Esci fuori e guarda
Può uno scultore scolpire le stelle?
No. Sarebbe Dio stesso.
Ma quello che uno sculture può fare è scolpire la nostra relazione con le stelle, come ha provato a fare Arturo Martini (potete vedere qualcosa al Museo del ‘900 di Milano). Lo sguardo rivolto verso l’alto sino a farsi venire il torcicollo. L’attesa che qualcosa accada, che un senso piova su di noi da quella luce che appartiene al passato, tanto è lontana. La speranza che tutta quella gratuita bellezza di galassie sia segno indelebile di una promessa.
Forse per questo il Dio della Genesi per firmare la sua promessa ad Abramo «poi lo condusse fuori e gli disse: guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» (Gen 15,5)
Il Dio della Genesi firma la sua promessa con un cielo stellato. Conduce il povero pastore errante fuori dal suo ristretto giro di cose e gli dice: guarda. Questo sono io: ti prometto che ti amo. Guarda. Però esci fuori dal tuo ristretto giro di cose.
Siamo ciò che guardiamo. E chi guarda le stelle sente l’eco di una promessa.
In questa giornata in cui – che ci crediate o no – i Re Magi raggiungono un bambino per essersi fidati di una stella, vorrei anche io uscire fuori dal mio ristretto giro di cose, da ciò che mi ostino a guardare: le mie sicurezze, le mie paure, i miei fallimenti, le mie illusioni.
Oggi è il giorno che porta via le feste. O forse, è il giorno che porta la festa dentro i giorni ordinari che cominciano.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”. Così esce Dante dall’inferno. Così si esce dai propri piccoli o grandi inferni: a costo di un po’ di torcicollo.
Per questo siamo fatti, per le stelle, più che per i nostri schermi, esteriori e interiori.
…se gli altri animali contemplano a testa bassa la terra, /
la faccia dell’uomo l’ha sollevata, ordinò che vedesse /
il cielo, che fissasse, eretto, il firmamento…
(Ovidio, Metamorfosi, I)
Dio vi ha fatto un regalo meraviglioso! Grazie per aver condiviso questo dono! si scrive molto bella, grazie a Dio per aver letto una volta un’intervista con lui in una rivista e conosciuto il loro lavoro! Tu sei un grande! Voglio che Dio preservare questo dono di scrivere a voi! Grazie anche per le parole così sagge e divine!:)
Buon giorno, Alessandro. Oggi è una splendida giornata, luminosa e ricca di promesse. E’ molto bello ciò che hai scritto, come sempre, perché emerge il coraggio di mettersi in gioco, di aprire il cuore per condividerne la ricchezza e la mente per portare consapevolezza su ciò che siamo e che saremo….già, perché “siamo ciò che guardiamo”. Le stelle – che sintetizzano in sé tutti gli elementi della tavola periodica durante le varie fasi della loro vita – sono fatte della nostra stessa sostanza. Guardare il firmamento è provare nostalgia verso un mondo che ci appartiene e al quale apparteniamo. Non il semplice senso del possesso che è alla base di tutti i nostri sbagli, ma la consapevolezza di essere parte di un mondo infinito, che ci fa sentire umili e grandi allo stesso tempo, che mette ordine e dà giustizia a tutto. Buon Anno Nuovo…con il naso allinsù! 🙂
“Oggi è il giorno che porta via le feste. O forse, è il giorno che porta la festa dentro i giorni ordinari che cominciano.”
Sì Prof, anch’io lo penso, oggi è proprio il giorno in cui tutta la magia, l’ascolto, le speranze, i propositi che abbiamo fatto in questi giorni, la polvere di stelle che abbiamo raccolto dentro di noi, la porgiamo ai giorni a venire. Speriamo che essa fecondi tutti i prossimi trecentosessanta giorni a venire!
Grazie prof, leggerti è sempre un grande piacere!
Chi non ha Fede non crede,
chi non crede non ascolta,
chi non ascolta non impara,
chi non impara dice solo cazzate,
Abbi Fede.
Stelle. Un poeta le ha scolpite con parole, immagini reali; le ha avvicinate alla storia dell’uomo senza perdere l’ammaliante lontananza dell’irraggiungibile.
“Tornano in alto ad ardere le favole.
Cadranno colle foglie al primo vento.
Ma venga un altro soffio,
ritornerà scintillamento nuovo.” [G.Ungaretti]
Buon anno di Stelle!
Come si fa a non guardare piu’ alle proprie illusioni?
Se illusioni sono deluderanno. Io guarderei alle speranze, ai sogni, ai progetti.
Ma quando le illusioni non ti escono fuori dalla testa e non ti fanno guardare i sogni e le speranze è difficile…non voglio aspettare di rimanere delusa: so gia che non mi portano a niente, eppure persistono
Ma quando le illusioni non ti escono fuori dalla testa e non ti fanno guardare i sogni e le speranze è difficile…non voglio aspettare di rimanere delusa: so gia che non mi portano a niente, eppure persistono.
Perdona la testardaggine
credi e vivrai per tutta la vita.
la vera grazia e che improvvisamente in una giornata come questa….con lo sguardo distratto stanco …dalle solite cose ….tutto é salvato da qualcosa che ricorda il Vero senso delle cose il Vero Padrone del senso e dello spazio.grazie!
Se non sbaglio, la parola “de-siderio” etimologicamente indica proprio la tensione verso le stelle o la mancanza delle stelle. È la molla del desiderio il mio grande alleato per uscire, come tu dici, dal ristretto giro di cose in cui solitamente fisso l’orizzonte del mio sguardo… Oppure per guardare più a fondo di quelle stesse cose e coglierne il discreto suggerimento che vi si nasconde. Grazie
Valentina
Di chi sono le sculture? Sono colli torti in su: perfette!
Non e’ un caso se oggi guardando da una finestra vedevo un’orizzonte molto lontano,raro da vedere…l’aria di tramontana era carica di primavera,di vita Nuova,ecco..e’ la festa della Vita Nuova!
E’ già il secondo spunto che mi dai per l’anno nuovo:
” esci fuori dal tuo ristretto giro di cose…”
Grazie Alessandro!
( ma guarda te: un giovane 34enne che ha così tante cose da insegnare ad una quasi vecchia signora…!:)Che forte
la vita!
Caro Alessandro,
in Chiedi alla polvere c’è un passaggio in cui Arturo contempla le stelle e modifica una sua recensione. E’ straordinaria la consonanza con quello che hai scritto tu!
Un caro saluto
Silvia
per me le stelle sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni. Per insegnarci a non tenere mai la testa bassa, nemmeno quando è buio.(mario calabresi-cosa tiene accese le stella)
E ricordate…solo perché non le vedete, di giorno, le stelle non sono sparite. Noi non vediamo loro, ma loro guardano noi.
Trovo molto giusta la puntualizzazione che quoto:
“Oggi è il giorno che porta via le feste. O forse, è il giorno che porta la festa dentro i giorni ordinari che cominciano”.
Per me è vera la seconda spiegazione, in quanto non è altro che la traduzione etimologica ed escatolgica di “Epifania”.
Certamente è un po’ triste osservare la realtà esteriore delle cose e della società: dalle città illuminate e vivaci a strade buie e semideserte, dai volti sorridenti alle espressioni apatiche.
Basta però uno sguardo ad un’icona della Madonna col bambino Gesù o un qualunque bimbo che gioisce giocando con la neve, tralasciando la PSP, per ritrovare la festa in ogni giorno.
E’ sufficiente uno sguardo al Crocifisso o a qualunque persona che soffre per capire quale beatitudine possiamo scoprire quotidianamente proprio grazie a quell’Epifania.
“Seconda stella a destra
questo è il cammino e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all’Isola che non c’è”
Il coraggio di guardare e seguire la propria stella, il proprio sogno, raggiungere il proprio posto nel mondo, la felicità.
Proprio vero, le stelle sostengono “L’attesa che qualcosa accada, che un senso piova su di noi da quella luce che appartiene al passato, tanto è lontana.”…e come vorrei che anche i miei alunni alzassero ogni tanto lo sguardo…
Invece, il più delle volte, sono io che esco dalla classe “a rimirar le stelle” dopo aver combattuto una strenua battaglia…inutile?
Prima di guardare le stelle, bisogna far spazio nel Cuore, affinché la Cometa vi trovi posto.
E non v’e’ posto migliore del deserto per cercarle.
La notte che ho visto le stelle
non volevo più dormire…
volevo salire là in alto
per vedere…
e per capire..
Eh si, cara Francesca. Il grande Claudio è stato un genio. Buon cielo stellato.
Franco
‘Figlioli miei carissimi, era tanto che volevo scrivervelo: guardate più spesso le stelle. Quando provate dolore nell’anima, guardate le stelle oppure l’azzurro del cielo. Quando vi sentite tristi, quando qualcun vi offende, quando non vi riesce qualcosa oppure vi sopraffà la tempesta interiore, uscite fuori e rimanete a tu per tu con il cielo. E allora la vostra anima si placherà’
Dal testamento di Pavel Florenskij, detenuto presso le isole Solovki
“E quando miro in ciel arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?”
grazie….
«Sino a farsi venire il torcicollo»:
«Ma [ la natura] ci ha posti proprio nel suo centro, dandoci così la facoltà di vedere tutto ciò che ci circonda; e non solo ha dato all’uomo una posizione eretta, ma gli ha messo il capo in alto e sopra un collo flessibile, affinché possa osservarla più facilmente, seguire il rotante corso degli astri , dal loro sorgere al loro tramonto, e accompagnare il suo sguardo al movimento dell’intero universo». Seneca, De Otio, V,4.
Questo passo mi ha fatto fare amicizia con i classici. Regala la consapevolezza del collo flessibile che manca al Sal. 8… A volte gli snodi vanno forzati, ma forse basterebbe tenersi allenati per non temere che la contemplazione possa procurarci dolore.
G R A Z I E 🙂
Lo rilancio!
[…] Q U I […]
Non ho parole… è come quando cerchi una cosa per ore e scopri che era lì a due passi: credo che una parte di me stesse cercando queste parole da tanto tempo.
Grazie per avermele fatte trovare 🙂
Penserò alle stelle adesso, quando mi troverò immersa nel mio quotidiano. Allora, forse, non mi sentirò soffocare.
È con l’Epifania, che la Luce si manifesta al mondo.
La Luce entra nel mondo. È il mistero che si schiude a ciascuno.
Possiamo farcelo scivolare di dosso.
Oppure possiamo lasciare che la manifestazione della Bellezza ci tocchi così nel profondo, da cambiarci per sempre.
Qualunque sia, o sarà, la nostra scelta, le stelle rimarranno sempre lì al loro posto: mute sentinelle splendenti a ricordo di un’antica alleanza, echi lontani di una promessa di bellezza tanto antica quanto vicina ed eterna.
Semplicemente: GRAZIE
Per aspera ad astra, lo suggerisce anche Franco Battiato in “Apriti Sesamo”, musica, pensieri e parole tutte molto attuali nella loro latinità che sfiora l’eternità. Proprio come le tue parole ispirate da una fede con radici nel cielo. BUON 2013!
Semplicemente meraviglioso il tuo articolo! E’ esattamente quello che penso e sento e vivo io in questi giorni, tra la vacanza e la ripresa.
Abbiamo goduto le nostre vacanze: più che meritate, dopo lo studio, il lavoro, la preparazione, il mix di stress e gratificazioni, il rimettersi costantemente in discussione … di questa prima parte dell’anno scolastico. Ci siamo riposati. Abbiamo celebrato le feste santificandole. Abbiamo aperto le porte di casa nostra invitando amici, parenti, vicini di casa … Abbiamo imbandito le nostre tavole, condiviso cibo, tempo, conversazioni. Abbiamo banchettato lautamente: pranzi e cene che ci ripromettiamo di smaltire andando in palestra o controllando la nostra dieta. Abbiamo rincontrato amici che non vedevamo da tempo, ci siamo ritrovati con i soliti amici non solo per “fare” delle cose, ma per il semplice gusto di stare insieme. Ci siamo scambiati doni, abbracci, messaggi d’auguri: per convenzionalità, o per sincero slancio del cuore. Abbiamo riflettuto, meditato, fatto bilanci … Abbiamo ritrovato noi stessi, alla luce della Parola di Dio o, semplicemente, di una maggiore pace interiore. Abbiamo ritrovato Dio nei sacramenti, nelle Novene, nei presepi, nelle Scritture; abbiamo riscoperto la nostra fede, riallacciato un rapporto con Lui, accogliendolo nelle nostre vite e nel nostro cuore.
Ma ora … si ritorna al lavoro, si riparte! Con un po’ di pigrizia o, al contrario, con nuova carica, con entusiasmo, con rinnovate aspettative. Con la curiosità del “chissà cosa accadrà?”; con un’apprensione che si trasforma subito in naturalezza nel momento in cui ricominciamo a fare le solite cose.
Ripartiamo. Ma che ne sarà, ora, delle vacanze natalizie appena concluse? Che c’entra la celebrazione del Natale con l’inizio del nuovo anno e, ora, con la ripresa del lavoro? Che senso hanno avuto queste ferie rispetto alla totalità della nostra vita? Un semplice momento di evasione dalla realtà? Una breve parentesi di serenità che, dopo una settimana di lavoro, avrà già perso il suo benefico effetto e sarà già dimenticata?
No! L’Epifania non porti via tutte le feste, come vuole il proverbio.
Gesù – questo bimbo semplice ed inerme che abbiamo incontrato in questi giorni, e che presto ritroveremo adulto – sia Lui l’ancora cui aggrappare tutti i sogni, i progetti, i lavori, gli sforzi, le fatiche, i dubbi, le domande, le speranze … di questo 2013. Questo è il mio augurio.
grazie di cuore è un bellissimo scritto
Dio firma il suo patto con Abramo assieme ad un cielo stellato. Con un cielo stellato che rappresenta il luogo dove Dio stesso dimora tra milioni di stelle, di santi che Gli fanno compagnia. Secondo me Dio con la sua promessa dice ad Abramo che un giorno, se sara fedele a Lui, sarà lì con lui a gioire in eterno. Ma Dio mantiene la sua promessa e fa anche di più: dalla generazione che gli ha promesso fa nascere il Salvatore del mondo
E la stessa promessa la fa a noi con lo stesso cielo stellato che Abramo vide prima di noi e che ci continuerà a far vedere.
guardando le stelle entro nell’immenso,e nel mistero. gioisco dell’immenso frutto dell’umiltà.
[…] Esci fuori e guarda […]