cavolo è davvero vero che senza persone a cui VUOI BENE , x i quali ti sacrificheresti, una ”compagnia”, sarebbe dura andare avanti, senza tenere per mano qualcuno che sai che ti apprezza così come sei e che sarà con te nel bene e nel male. 🙂
L’amicizia
Essere “…un cuore pensante..” nella scuola. Etty Hillesum fu un “cuore pensante” nelle baracche del campo di concentramento. In fondo le paure dei ragazzi e nostre sono pure campi di concentramento. Essere (e non fare) i cuori pensanti è oggi un dovere morale, a cui nemmeno gli adulti, se vogliono essere veri “maestri”, non possono rinunciare.
…ne ero certa! L’ho capito non solo per l’espressione utilizzata tipica di Etty, ma anche per quanto e come scrivi…
E’ anche il “mio” libro, scoperto per caso e mai più lasciato!
Laura
Ho sempre intravisto dai tuoi occhi e dalle tue parole la tua passione per il lavoro che hai deciso di fare e che porti avanti, giorno per giorno, con volontà e assoluto entusiasmo. Fortunati i tuoi alunni, non finirò mai di ripeterlo. Fortunati quelli che riescono a incontrarti nelle tue pagine, ai tuoi incontri o virtualmente e, fortunatamente, tra questi ci sono anche io. Fortunati coloro che riescono a condividere qualche momento della giornata con te. Fortunato tu, per essere come sei.
Mi colpiscono le parole,come fossero chicchi di grandine sulla testa.Mi ha colpito leggere che Ulisse non sarebbe stato uomo,vero,eroe se non avesse avuto una sua Itaca da cui tornare.Come chi ha un uomo,una donna da cui partire quando sei lì,ad affrontare la vita,a lavorare,ma sai che da lui o lei devi tornare,a cui affidare la vita,il cuore.Totalmente.
Terza superiore di molti anni fa, entra la Prof.ssa di lettere. Il biennio è passato, è il suo primo giorno con noi e sarà anche il mio primo giorno…il primo alla scoperta di me stessa. “Carta e penna ragazzi, prendete appunti! Ricordate, siete esseri unici ed irripetibili, con anche le innumerevoli imperfezioni di cui Dio vi ha dotati. Non siete pecore, in fila, l’una dietro l’altra!” Meraviglia delle meraviglie, gli occhi si spalancano di riflesso, il cuore si apre al mistero della vita, la mia. Hai ragione sai, ognuno ha dentro un demone, incontri meravigliosi possono svegliarlo e segnare così un’intera esitenza. I nostri ragazzi hanno bisogno di sapere che il loro primo compito è quello di essere felici. Tutto quello che occorre è già dentro di loro, aiutiamoli ad avere fiducia, a non avere paura.
Grazie, Alessandro, grazie dal cuore, per questo tuo modo di scrivere così “universale”, tale che tocca le corde dei lettori che, come capita a me, leggono e sentono che quelle pagine sono scritte anche per loro, stanno parlando a loro. E’ quello che prova Margherita dopo che il suo Prof. ha letto il primo canto dell'”Odissea”. Sarà questo un segno del fatto che hai imparato a scrivere in modo “classico”, cioè che vale per sempre? Come i “classici”, appunto?
Grazie, perchè le tue pagine oggi mi hanno aiutato a meglio affrontare la giornata, a guardare con un po’ più di misericordia (per citare te stesso, nei ringraziamenti) verso me stessa.
Continua a vivere il sogno che Dio ha sognato per te, cioè il far sognare e aiutare a vivere i tuoi alunni e i tuoi lettori,
con viva stima,
… Alessandro, la tua capacità di presentare il mondo dei giovani così vicino alla realtà, è per noi educatori uno stimolo ad andare oltre le apparenze e a trovare il bello in ogni giovane che incontriamo. Da quando leggo i tuoi libri sento di avere una marcia in più nelle relazioni con i giovani dell’oratorio. Grazie anche per questo! E spero di averti presto a Novi Ligure.
condivido pienamente l’articolo con gioia! e’ bello sapere che ci sono cuori che sognano le stesse mete…sono con te sul discorso della collaborazione genitore-professore-alunno ,e’ davvero vincente! credo molto di piu’ a questo che a nuovi metodi per….grazie per la tua speranza che fa’ sperare e che ispira me a scrivere musica nuova…
Ho letto questo tuo articolo su vanity fair quello con in copertina la mitica gianna nannini ce lo ancora sulla scrivania come sempre quello che hai scritto lo letto con molta attenzione perche sei uno scrittore che sa scrivere. veramente cio che pensa .sei una grande persona
Certo che se tutti i prof fossero come te (si può dare del tu a un prof?) la scuola italiana sarebbe il top!
Davvero un bell’articolo. M’ha fatto pensare…
Simona
condivido con voi la risposta di un amico a cui ho fatto leggere l’articolo.
“Bello,in gamba il giovane.
Quando l’ascoltavo al Libraccio mi è passata nella testa l’idea che nella vita bisogna aver la fortuna o l’istinto di aver buoni maestri,come li ha avuti lui.
Io qualcuno l’ho incontrato,anche nei posti più improbabili,come al lavoro.
E forse tocca a noi esserlo ora…come padri,amici vicini…o comunque per qualunque ragazzo che ormai ci chiama signore…spingere una sorta di ruota della vita che va in salita verso il buono,nonostante l’inerzia dell’individualismo che porta invece verso il basso.
Nel tuo libro la figura del professore è la figura dell’upmo che se da un lato non si risparmia in parole per i suoi ragazzi,dall’altro non riesce a gestire la sua vita,a dargli una giusta forma,un’adeguata dimensione sino a quando non legge veramente dentro sè e non si chiede cosa vuole realmente.Penso che la vita sia necessario correre il rischio di viverla,di innamorarsi,di non dover controllare sempre tutto,di lasciarsi andare.
Caro Alessandro, ieri sera ho avuto un confronto con una collega che insegna da quasi trent’anni. Ho ascoltato il suo punto di vista sui giovani studenti che riempono le nostre aule…ed è stata una specie di litania. “Noi eravamo meglio,… noi sapevamo bene che,… noi si che eravamo in gamba…INVECE QUESTI DI OGGI…”.
Non nego che l’amarezza mi ha pervasa. Forse il demone di qualcuno… a volte gode del pre-pensionamento.
ciao Alessandro! Faccio il secondo superiore del liceo delle scienze umane…in questo articolo parli di una scuola migliore che è possibile. io pensavo che i professori potevano essere gli esseri più felici, perché spiegavano a noi studenti ciò che avevano a cuore, invece sono rimasta molto delusa dalle persone che hanno cercato di insegnarmi qualcosa, sono insoddisfatti, ma la cosa peggiore è che ci criticano e ci offendo, credono di essere migliori e credendo di insegnarci a vivere. Tutto questo per dire a mano a mano che cresciamo questo mondo ci cambia in peggio. ciao Lucia
ho letto questo articolo su VF e mi hai ispirato. siamo quasi coetanei, io di anni ne ho 39 ed una passione in comune, la scrittura. scrivo da sempre di tutto, su tutto, ed ora che sono diventata mamma ed ho smesso di lavorare ho deciso di PROVARE a scrivere un libro. ma si può diventare scrittori essendo ignoranti? ti scrivo e non ti ho mai letto e tante, troppe cose non ho letto e non ho visto e non so. scrivo e cerco di dare un senso alle mie parole trovando risposte in ricerche che troppo spesso mi prendono ancor più tempo del mio stesso scrivere. rileggo quel che ho partorito e non so se ha una forma e un senso. ti ripeto, sono mamma, ero una pubblicitaria, vorrei diventare una scrittrice, ma avrei bisogno di qualche direzione…mi puoi aiutare?
grazie comunque se o non se mi risponderai e scusami da ora se ti scrivo non per complimenti (che sono impliciti), non per commentare le tue opere che non conosco (ancora), ma solo nella ricerca di un egoistico aiuto… ciao.
cavolo è davvero vero che senza persone a cui VUOI BENE , x i quali ti sacrificheresti, una ”compagnia”, sarebbe dura andare avanti, senza tenere per mano qualcuno che sai che ti apprezza così come sei e che sarà con te nel bene e nel male. 🙂
L’amicizia
Essere “…un cuore pensante..” nella scuola. Etty Hillesum fu un “cuore pensante” nelle baracche del campo di concentramento. In fondo le paure dei ragazzi e nostre sono pure campi di concentramento. Essere (e non fare) i cuori pensanti è oggi un dovere morale, a cui nemmeno gli adulti, se vogliono essere veri “maestri”, non possono rinunciare.
Quel libro è un mio punto di riferimento…
…ne ero certa! L’ho capito non solo per l’espressione utilizzata tipica di Etty, ma anche per quanto e come scrivi…
E’ anche il “mio” libro, scoperto per caso e mai più lasciato!
Laura
Ho sempre intravisto dai tuoi occhi e dalle tue parole la tua passione per il lavoro che hai deciso di fare e che porti avanti, giorno per giorno, con volontà e assoluto entusiasmo. Fortunati i tuoi alunni, non finirò mai di ripeterlo. Fortunati quelli che riescono a incontrarti nelle tue pagine, ai tuoi incontri o virtualmente e, fortunatamente, tra questi ci sono anche io. Fortunati coloro che riescono a condividere qualche momento della giornata con te. Fortunato tu, per essere come sei.
Mi colpiscono le parole,come fossero chicchi di grandine sulla testa.Mi ha colpito leggere che Ulisse non sarebbe stato uomo,vero,eroe se non avesse avuto una sua Itaca da cui tornare.Come chi ha un uomo,una donna da cui partire quando sei lì,ad affrontare la vita,a lavorare,ma sai che da lui o lei devi tornare,a cui affidare la vita,il cuore.Totalmente.
Terza superiore di molti anni fa, entra la Prof.ssa di lettere. Il biennio è passato, è il suo primo giorno con noi e sarà anche il mio primo giorno…il primo alla scoperta di me stessa. “Carta e penna ragazzi, prendete appunti! Ricordate, siete esseri unici ed irripetibili, con anche le innumerevoli imperfezioni di cui Dio vi ha dotati. Non siete pecore, in fila, l’una dietro l’altra!” Meraviglia delle meraviglie, gli occhi si spalancano di riflesso, il cuore si apre al mistero della vita, la mia. Hai ragione sai, ognuno ha dentro un demone, incontri meravigliosi possono svegliarlo e segnare così un’intera esitenza. I nostri ragazzi hanno bisogno di sapere che il loro primo compito è quello di essere felici. Tutto quello che occorre è già dentro di loro, aiutiamoli ad avere fiducia, a non avere paura.
Grazie, Alessandro, grazie dal cuore, per questo tuo modo di scrivere così “universale”, tale che tocca le corde dei lettori che, come capita a me, leggono e sentono che quelle pagine sono scritte anche per loro, stanno parlando a loro. E’ quello che prova Margherita dopo che il suo Prof. ha letto il primo canto dell'”Odissea”. Sarà questo un segno del fatto che hai imparato a scrivere in modo “classico”, cioè che vale per sempre? Come i “classici”, appunto?
Grazie, perchè le tue pagine oggi mi hanno aiutato a meglio affrontare la giornata, a guardare con un po’ più di misericordia (per citare te stesso, nei ringraziamenti) verso me stessa.
Continua a vivere il sogno che Dio ha sognato per te, cioè il far sognare e aiutare a vivere i tuoi alunni e i tuoi lettori,
con viva stima,
Grazie, Ele!
… Alessandro, la tua capacità di presentare il mondo dei giovani così vicino alla realtà, è per noi educatori uno stimolo ad andare oltre le apparenze e a trovare il bello in ogni giovane che incontriamo. Da quando leggo i tuoi libri sento di avere una marcia in più nelle relazioni con i giovani dell’oratorio. Grazie anche per questo! E spero di averti presto a Novi Ligure.
Che bel regalo sapere che un libro apre nuove possibilità!
condivido pienamente l’articolo con gioia! e’ bello sapere che ci sono cuori che sognano le stesse mete…sono con te sul discorso della collaborazione genitore-professore-alunno ,e’ davvero vincente! credo molto di piu’ a questo che a nuovi metodi per….grazie per la tua speranza che fa’ sperare e che ispira me a scrivere musica nuova…
Ho letto questo tuo articolo su vanity fair quello con in copertina la mitica gianna nannini ce lo ancora sulla scrivania come sempre quello che hai scritto lo letto con molta attenzione perche sei uno scrittore che sa scrivere. veramente cio che pensa .sei una grande persona
Ciao Alessandro. Mi è piaciuto tantissimo questo articolo. Anche a me interessa aiutare i ragazzi a trovare se stessi. Bello. Pi
Certo che se tutti i prof fossero come te (si può dare del tu a un prof?) la scuola italiana sarebbe il top!
Davvero un bell’articolo. M’ha fatto pensare…
Simona
condivido con voi la risposta di un amico a cui ho fatto leggere l’articolo.
“Bello,in gamba il giovane.
Quando l’ascoltavo al Libraccio mi è passata nella testa l’idea che nella vita bisogna aver la fortuna o l’istinto di aver buoni maestri,come li ha avuti lui.
Io qualcuno l’ho incontrato,anche nei posti più improbabili,come al lavoro.
E forse tocca a noi esserlo ora…come padri,amici vicini…o comunque per qualunque ragazzo che ormai ci chiama signore…spingere una sorta di ruota della vita che va in salita verso il buono,nonostante l’inerzia dell’individualismo che porta invece verso il basso.
Vi abbraccio.
Paolo”
Nel tuo libro la figura del professore è la figura dell’upmo che se da un lato non si risparmia in parole per i suoi ragazzi,dall’altro non riesce a gestire la sua vita,a dargli una giusta forma,un’adeguata dimensione sino a quando non legge veramente dentro sè e non si chiede cosa vuole realmente.Penso che la vita sia necessario correre il rischio di viverla,di innamorarsi,di non dover controllare sempre tutto,di lasciarsi andare.
Caro Alessandro, ieri sera ho avuto un confronto con una collega che insegna da quasi trent’anni. Ho ascoltato il suo punto di vista sui giovani studenti che riempono le nostre aule…ed è stata una specie di litania. “Noi eravamo meglio,… noi sapevamo bene che,… noi si che eravamo in gamba…INVECE QUESTI DI OGGI…”.
Non nego che l’amarezza mi ha pervasa. Forse il demone di qualcuno… a volte gode del pre-pensionamento.
C’è bisogno di svecchiare un po’ la scuola italiana e questo è compito sia dei prof giovani che quelli più grandi. Ciao Roberta.
ciao Alessandro! Faccio il secondo superiore del liceo delle scienze umane…in questo articolo parli di una scuola migliore che è possibile. io pensavo che i professori potevano essere gli esseri più felici, perché spiegavano a noi studenti ciò che avevano a cuore, invece sono rimasta molto delusa dalle persone che hanno cercato di insegnarmi qualcosa, sono insoddisfatti, ma la cosa peggiore è che ci criticano e ci offendo, credono di essere migliori e credendo di insegnarci a vivere. Tutto questo per dire a mano a mano che cresciamo questo mondo ci cambia in peggio. ciao Lucia
ho letto questo articolo su VF e mi hai ispirato. siamo quasi coetanei, io di anni ne ho 39 ed una passione in comune, la scrittura. scrivo da sempre di tutto, su tutto, ed ora che sono diventata mamma ed ho smesso di lavorare ho deciso di PROVARE a scrivere un libro. ma si può diventare scrittori essendo ignoranti? ti scrivo e non ti ho mai letto e tante, troppe cose non ho letto e non ho visto e non so. scrivo e cerco di dare un senso alle mie parole trovando risposte in ricerche che troppo spesso mi prendono ancor più tempo del mio stesso scrivere. rileggo quel che ho partorito e non so se ha una forma e un senso. ti ripeto, sono mamma, ero una pubblicitaria, vorrei diventare una scrittrice, ma avrei bisogno di qualche direzione…mi puoi aiutare?
grazie comunque se o non se mi risponderai e scusami da ora se ti scrivo non per complimenti (che sono impliciti), non per commentare le tue opere che non conosco (ancora), ma solo nella ricerca di un egoistico aiuto… ciao.
Scrivi qualcosa di compiuto, finito. Poi mandalo alle case editrici: magari informati sulle persone a cui indirizzarlo. Io ho fatto così.
grazie prof….in effetti avevo pensato di fare così…ci proverò