A immagine e somiglianza di chi?
Il sosia ufficiale italiano di Michael Jackson si chiama Marco Ricci, 39 anni, romano, nella vita di tutti i giorni fa l’infermiere. Per diventare uguale al suo idolo s’è sottoposto a tredici interventi di chirurgia estetica. Adesso che Jackson è morto, ha detto al Tg5, non sa cosa farà in futuro.
Non avrai altro Dio all’infuori di me.
Il buon primo vecchio comandamento, che suona così dispotico e politicamente scorretto, non tramonta, anche se se ne sente parlare così poco…E la cosa che più mi rattrista di tutta questa vicenda è che l’idolo, come accade a tutti gli idoli, è stato divorato dai suoi adoratori, in un banchetto che prevedeva ben 50 nuovi concerti…
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“Avere amici è difficile. A volte esco da solo di notte sperando di incontrare qualcuno con cui parlare”
Michael Jackson, 2003
Leggo su questo tuo post: "E la cosa che più mi rattrista di tutta questa vicenda è che l'idolo, come accade a tutti gli idoli, è stato divorato dai suoi adoratori".
Non posso che essere d'accordo.
Per quindici anni Michael Jackson è stato l'incarnazione di "another american dream come true", citando le parole che Reagan gli attribuì in un pubblico encomio.
Poi, per dieci e più anni è diventato il mostro. Prima ancora delle sentenze dei suoi famosi processi (peraltro non di condanna), l'opinione pubblica l'aveva già messo alla gogna. In base a quella spietata legge che è uguale per tutti, il gossip, Jacko non era più la star adorata, ma l'untore da evitare e biasimare.
Ma questo nell'american dream ci sta. Forse è il prezzo da pagare.
Come l'America, piena di contraddizioni: dall'edonismo, dall'opulenza, all'abbandono, alla miseria.
Nelle canzoni di Michael Jackson le trovi tutte queste contraddizioni. La rabbia del ragazzo cresciuto nei bassifondi, con un padre violento ed una madre bigotta; con le compagnie che ti scherniscono fino a inciderti nel profondo dell'animo, come nessuna lama può fare nella carne.
Questo lo percepisci, ad esempio, in "Bad – Billie Jean – Dirty Diana".
Ma poi anche l'infinita dolcezza, un cuore grande che cerca il calore di un vero amore, come in "Heal the World" o nell'indimenticabile "We are the World".
Per me Michael Jackson è stato un talento geniale, specialmente quando era su un palco.
Un uomo solo, pieno di fobie, disorientato nelle mura di casa.
Aveva una grande energia che, quando era in pubblico, trasmetteva e manifestava alla grande.
Un'energia tanto grande che quando era solo lo bruciava, fino a consumarlo.
Ora è nelle braccia di un vero Amico. L'unico che sa giudicare secondo giustizia e verità. L'unico che ha il diritto di condanare e l'unico che sa perdonare e confortare.
Goodbye Michael!
Charles.
P.S.
Non mi preoccuperei troppo per il sosia italiano. Non è il primo che deve rimettersi a cercare un nuovo lavoro. Inoltre, credo che per il prossimo futuro avrà anche un maggior numero di richieste d'esibizioni.