Foto di classe
Si consuma all’improvviso. Ti ruba quasi un’ora intera. Ti coglie impreparato. I ragazzi no. Loro si preparano da una settimana. Elegantissimi. Le ragazze truccate e bellissime. Tu invece sei sempre vestito nel modo più inadeguato possibile: una polo e un maglione a righe colorate… E così finirai nell’annuario: per sempre. Chi guarderà la foto ti scambierà per uno dei ragazzi, uno dei peggiori, e si chiederà: ma dove è il professore in questa foto? La odio. Non ci posso fare niente: da quando sono stato cacciato da una collega dal bagno dei professori, il mio primo giorno di scuola da insegnante, so che, finché non sembrerò “vecchio”, non sarò mai considerato un professore sul serio…
E poi vieni sempre con quella faccia da ebete, con il sorriso finto. Bisognerebbe fare una foto di classe in cui ognuno fa quello che gli pare: smorfie, gesti scomposti, di spalle. Insomma non una foto di scuola risorgimentale… Maledetta foto di classe. Un rito a cui non mi abituerò mai. Anche se un giorno guardando quella foto mi prenderà la nostalgia del tempo andato, degli alunni divenuti uomini e donne, di odissee lette ad alta voce, di lacrime asciugate, di sorrisi entusiasti, di vite che ti passano attraverso e lasciano un segno indelebile, perché, in qualche modo, le hai vissute tutte…
a scuola nostra ci fanno fare diverse foto lo stesso giorno, una delle quali è totalmente casuale: possimoa metterci come vogliamo. Questa foto è bella, ma cosa sarebbe senza la buona vecchia foto frontale, con i volti schierati? Tanto i ricordi non li puoi fissare così come sono, al massimo puoi evocarli…
Per questo è bella la vita, perchè la tua interiorità non te la toglie nessuno, perchè la tua è diversa da quella di un altro, perchè la tua foto di classe ad un altro non dirà nulla, ma per te è un pezzo di vita…
Bibbi: io opterei per quella casuale…