Le età della vita
“Ho 22 anni. Ho raggiunto un buon titolo di studio, possiedo una macchina strafiga, sicurezza finanziaria, quante ragazze voglio, prestigio sociale, maggiore di quanto mi occorra. Adesso devo solo spiegarmi cosa significhi tutto questo”.
“Ho 28 anni e un bambino. Vengo classificato come adulto, ma non mi riconosco come tale e non mi sento coinvolto nel mondo degli adulti. Ho difficoltà ad appropriarmi di questa dimensione. Per me, gli adulti sono i miei genitori. Sono in contraddizione con me stesso: interiormente mi sento come un bambino o un adolescente, con angosce terribili, ma all’esterno sono già un adulto e vengo considerato tale sul lavoro. Nella società nulla ci aiuta a diventare adulti”.
(testimonianze tratte dal libro Alla ricerca di un senso per la vita dello psichiatra V.Frankl)
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Da 0 a 10 anni giochiamo a vivere.
Da 10 a 20 scopriamo perché e per chi viviamo.
Da 20 a 30 proviamo ad accettare quello che abbiamo scoperto e ci mettiamo a realizzarlo per il resto della vita.
Vedo la prima decade prolungarsi pericolosamente lungo la seconda e persino la terza.
Cosa sta succedendo?
Niente…è solo l’uomo che non sa più trovare la strada di casa.
Carmen
Da quarant’anni in poi, scopriamo come cresce l’erba, cerchiamo di raddrizzare qualche filo verso l’alto, ma non possiamo tagliare via le erbacce tutte assieme. Possiamo però aiutare qualche pianta a crescere e lasciare che l’acqua e il sole facciano il loro lavoro…
La parola “Adulto” mi ha sempre portato ad associare a noia ,routine,rinuncia,occhi spenti!
Essere responsabili e dare un senso alla propria vita ,questo lo si può essere anche da piccoli.
Sognare, entusiasmarsi, intraprendere nuove strade,perché in genere non si associano queste cose agli adulti,ma solo doveri,serietà e convenzioni?!
Mi piace/piaceva una canzone di Baglioni che si intitolava “Noi no!”
Forse a volte si intende la parola adulto con un significato bagliato!
Già. E credo che questo dipenda da noi adulti che insegnamo (mostrando come siamo) quello che c’è dopo.
Vedo i bambini piccoli naturalmente proiettati nell’età adulta: quando sarò grande farò, mi succederà, andrò, dirò…l’età adulta è un sogno, il desiderio di una realizzazione, è la vita vera per loro (senza nulla togliere a quello che vivono nell’infanzia e nell’adolescenza, per carità)…è un peccato infrangere questo sogno…
Ciao prof!
A presto.
Fioridiarancio
carmen: Ulisse senza Itaca.
anonimo: opportuna precisazione, ma essendo all’inizio della quarta decade non mi azzardavo a esprimere giudizi.
vanda: rimanere bambini o ritornare bambini è necessario per vedere il cielo!
fioridiarancio: è vero, si sogna e poi si smette di farlo! e si prende dell’infanzia solo l’aspetto da superare: il tutto e subito, altrimenti piango!
si incoraggia a sognare, ma poco a VIVERE i propri sogni.
il risultato è che si sogna e ci si lascia pietrificare da una realtà, che non è mai come vorremmo.
forse è per questo che molti finiscono per giocare a vivere…
io sono nella terza decade e a volte ho paura… di non avere la forza di vivere i miei sogni, perchè vedo che la maggior parte delle cose mi sfuggono dalle mani e prendono forme che mi fanno soffrire e che sono ben lontane da quelle che sogno.
é vero, meglio provarci che rinuciare senza averci provato, ma a volte non sono i sogni a sostenerti.. piuttosto il senso che c’è alla fine di tutto, che è più grande di qualunque tuo successo, insuccesso, sogno, aspettativa o aspirazione…
non so se ho fatto confusione scrivendo… ma almeno ci ho provato! 🙂
anonimo: tutto molto chiaro! Spero molti ti leggano! Grazie.