Decalogo del prof – I
Oggi durante una riunione con altri docenti, i racconti di alcuni colleghi hanno costretto Prof 2.0 a chiedersi perché così spesso non riusciamo a cogliere la sostanza delle domande di un quindicenne e ci fermiamo a giudicarne indispettiti e allibiti la superficie.Se un’alunna dice che non ama nessuno, ma solo il suo gatto, e lo dice davanti ai compagni, forse sta chiedendo altro…
Se un alunno chiede perché odiamo e lo chiede davanti ai compagni, che alle sue spalle annuiscono e lanciano risatine verso di lui, forse sta chiedendo altro…
Se un alunno chiede al prof cosa ha mangiato la sera prima, forse sta chiedendo altro…
E allora prof oggi comincerà la composizione di un decalogo per prof e il primo comandamento è di Talete:
1) Gli dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca, per ascoltare il doppio e parlare la metà.
Ah che tristezza, Prof!
Forse quei nostri colleghi non sono stati ascoltati (e guardati) a loro volta, da ragazzi. E siccome si impara solo ciò di cui si fa esperienza, loro non sanno ascoltare (e guardare). Sono reattivi e superficiali, quindi vedono solo reattività e superficialità negli altri: soprattutto in coloro che reputano essere a loro ontologicamente inferiori. Perchè in fondo questo è il peccato mortale dei prof: credersi superiori. Quando dico ai miei studenti che ciascuno di loro è importante e degno di ascolto tanto quanto me, mi guardano con tanto d’occhi, come se nessuno gli avesse mai detto nulla del genere.
The boy with the thorn in his side…
Behind the hatred there lies
A murderous desire for love…
How can they look into my eyes
And still they don’t believe me ?
How can they hear me say those words
Still they don’t believe me ?
And if they don’t believe me now,
Will they ever believe me ? (the Smiths)
Scusa lo sproloquio: hai toccato un nervo scoperto… :o(
Caro prof, che tenerezza leggere di questi adolescenti alla ricerca di risposte ad un vissuto personale spesso incomprensibile e per questo vissuto con sofferenza e con senso di inadeguatezza… e queste risposte sono richieste prima di tutto ai loro compagni di scuola con cui condividono età e gran parte delle esperienze relazionali e con cui, dunque, credono/sperano di condividere anche gli stessi interrogativi. La scoperta è spesso una diversità profonda del sentire, che solo a distanza di anni capiranno derivare proprio da quel vissuto e accetteranno come parte di sè.
E’ veramente un peccato che non tutti i docenti siano in grado di “ascoltare” i suoni diversi che ciascuno alunno profonde con le sue domande, con i suoi gesti, con i suoi occhi, con i suoi silenzi…
Per fortuna dei tuoi alunni, non è il tuo caso 😉
Pokankuni: mi spiace aver toccato un nervo scoperto, ma d’altronde la scrittura serve anche a questo. Ben vengano questi sproloqui! Grazie
Paola: la scuola è veramente molto più di quello che si pensa. Se i miei alunni sono fortunati lo dirà il tempo. Grazie!