Tre personaggi
La nave dal nome “liceo” prende il largo e si avventura nel mare del periodo più entusiasmante e tempestoso della vita di un uomo e di una donna: l’adolescenza. Il porto? Per chi vi arriverà, sarà trovarsi faccia a faccia con quello che ha scoperto di essere e ha scelto di diventare.
Oggi l’ho riassunto ai miei ragazzi attraverso tre quadri (si possono ingrandire).
Narciso di Caravaggio: colui che si guarda allo specchio e non fa altro che “riflettersi” fino ad esaurirsi, invece di riflettere, scoprirsi, conoscersi, rivelarsi.
La bambina di Rockwell: colei che interroga lo specchio e “riflettendosi” riflette. Si chiede se sarà come la donna della rivista che ha sulle gambe. Comincia a conoscersi, a scoprirsi, ma si fa prestare l’identità da qualcuno o qualcosa. Identità che a lungo andare si rivelerà inadeguata.
Il pittore di Rockwell: colui che “riflettendosi” riflette veramente sé stesso e nel faccia a faccia con sé stesso si scopre e racconta chi è veramente, dipingendosi sulla tela. Si conosce e si rivela.
Per i miei alunni scelgo il pittore e il suo autoritratto. Vorrei che ciascuno, alla fine di questi anni, avesse delineato i tratti essenziali del suo autoritratto, superando l’insufficienza della superficie, o l’inadeguatezza di identità prestate dalle mode. Vorrei che avesse imparato a raccontare in profondità chi è, dopo aver scoperto i talenti ricevuti e la storia che è venuto a raccontare. Costi quel che costi.
A noi grandi il compito di fornire colori, tecniche, tavolozza… perché l’artista-adolescente realizzi la sua opera d’arte.
L’unico vero autoritratto si può dipingere solo guardandosi, in profondità, allo specchio. Non lo si può realizzare né sulla base delle opinioni altrui né su quella della persona che ci sforziamo di sembrare ma non siamo.Il nostro autoritratto può scaturire solo da uno sguardo sincero,attento,onesto e profondo della nostra anima.
Mio caro amico e spero rimarrai tale anche dopo quanto ti scriverò; il ritratto che a me piacerebbe avere è come quello di Dorian Gray.
Così decadente, così introspettivo.
Bye,
Charles