Chi l’avrebbe mai detto che avrei intervistato Dolce&Gabbana? Eppure mi è successo. Vi racconto come nel supplemento al Corriere della Sera dell’8 luglio 2022.
Buongiorno Alssandro,
forse è un problema mio, ma entrambe le anteprime delle immagini aprono la stessa (seconda) pagina dell’articolo, cosicché la prima risulta illeggibile. Mi piacerebe riuscire a leggerlo, si può sistemare in qualche modo?
Grazie.
Tanti cari saluti
Prof., perché non è anche su LinkedIn? La sua Newsletter sarebbe seguitissima anche lì. Forse perché il suo pubblico non si trova su questa piattaforma social (immaginando la sua risposta…). Be’, le posso dire la mia? I pubblici cambiano, crescono, si spostano. Le persone cambiano e occupano caselle diverse, utilizzano linguaggi nuovi, comunicano e condividono ed espandono la propria rete. Un buon messaggio, come lo sono tuti i suoi, avrà sempre successo e sarà sempre utile, attraverso ogni canale, per tutti. Lasciamoci contaminare dal bello e dal buono, anche in un’ambiente social “riservato” per comunicazioni professionali. Gli studenti di oggi, sono i dipendenti o comunque lavoratori di domani. Vuole rinunciare ad accompagnarli anche lì?
La provoco, lo so, ma è una provocazione dolce dettata dalla stima e dall’ammirazione che ho per lei da anni. Grazie di tutto (adesso leggo anche l’intervista a D&G, che ancora non l’ho fatto).
Abito e abitazione : non ci avevo mai pensato a questa comune origine. Il vestito è stato fatto per esaltare il corpo. È abitazione del corpo, mentre il corpo è abitazione dello spirito. Quante volte maltrattiamo o uccidiamo il corpo nostro o il corpo degli altri. Oppure esaltiamo noi stessi disprezzando gli altri.
Altre volte pensiamo solo ad autoglorificarci come se tutto ciò che siamo e abbiamo dipendessero dagli altri. È molto importante ringraziare Dio: tutto ciò che abbiamo incluso i talenti provengono da Lui anche se spetta a noi stessi coltivarli. Così come coltivare la nostra memoria, la memoria della nostra storia e la storia della nostra memoria. Coltivare la memoria e non ferirla o cancellarla. Perché memoria è identità di un popolo e chi la cancella è solo un criminale, così come chi cancella il corpo degli altri.
Buongiorno Alssandro,
forse è un problema mio, ma entrambe le anteprime delle immagini aprono la stessa (seconda) pagina dell’articolo, cosicché la prima risulta illeggibile. Mi piacerebe riuscire a leggerlo, si può sistemare in qualche modo?
Grazie.
Tanti cari saluti
Serena
Ho sistemato. Grazie per la segnalazione, Serena.
Prof., perché non è anche su LinkedIn? La sua Newsletter sarebbe seguitissima anche lì. Forse perché il suo pubblico non si trova su questa piattaforma social (immaginando la sua risposta…). Be’, le posso dire la mia? I pubblici cambiano, crescono, si spostano. Le persone cambiano e occupano caselle diverse, utilizzano linguaggi nuovi, comunicano e condividono ed espandono la propria rete. Un buon messaggio, come lo sono tuti i suoi, avrà sempre successo e sarà sempre utile, attraverso ogni canale, per tutti. Lasciamoci contaminare dal bello e dal buono, anche in un’ambiente social “riservato” per comunicazioni professionali. Gli studenti di oggi, sono i dipendenti o comunque lavoratori di domani. Vuole rinunciare ad accompagnarli anche lì?
La provoco, lo so, ma è una provocazione dolce dettata dalla stima e dall’ammirazione che ho per lei da anni. Grazie di tutto (adesso leggo anche l’intervista a D&G, che ancora non l’ho fatto).
Abito e abitazione : non ci avevo mai pensato a questa comune origine. Il vestito è stato fatto per esaltare il corpo. È abitazione del corpo, mentre il corpo è abitazione dello spirito. Quante volte maltrattiamo o uccidiamo il corpo nostro o il corpo degli altri. Oppure esaltiamo noi stessi disprezzando gli altri.
Altre volte pensiamo solo ad autoglorificarci come se tutto ciò che siamo e abbiamo dipendessero dagli altri. È molto importante ringraziare Dio: tutto ciò che abbiamo incluso i talenti provengono da Lui anche se spetta a noi stessi coltivarli. Così come coltivare la nostra memoria, la memoria della nostra storia e la storia della nostra memoria. Coltivare la memoria e non ferirla o cancellarla. Perché memoria è identità di un popolo e chi la cancella è solo un criminale, così come chi cancella il corpo degli altri.