21 marzo 2018

Elizabeth – Il cortometraggio

Elizabeth – il cortometraggio – da “Ogni storia è una storia d’amore”
Una delle 36 storie di Ogni storia è una storia d’amore, forse quella più oscura, si è trasformata in un cortometraggio.

La storia originale è ambientata a Londra, a metà dell’800. Elizabeth Siddal è una ragazza bellissima che lavora in un negozio di cappelli. Di lei si innamorano tutti, ma solo un artista riesce a conquistarla: il grande pittore e poeta Dante Gabriel Rossetti, che fa di lei la sua musa, amante, moglie. Scrive per lei un libro di poesie e la dipinge nei suoi quadri. Ma il loro amore è minacciato dall’incostanza di lui, i tradimenti, lo strazio per una bambina che nasce morta… Elizabeth, sola con il suo dolore, comincia a bere laudano sino a morire, poco più che trentenne. Dante Gabriel Rossetti nasconde il libro di poesie tra i capelli di lei, quando viene posta nella bara, e le sussurra: “Questo è solo tuo”. Qualche anno dopo, però, in preda a una crisi di ispirazione e di finanze, chiede ad alcuni amici di aprire la tomba e recuperare il libro per poterlo pubblicare. Da quel giorno tutte le notti una bellissima donna vestita da sposa, con i capelli rossi, gli compare e gli ripete fino a farlo impazzire: “Tu hai qualcosa che doveva essere solo mio”.

Ho affidato il mio libro a due registi e loro hanno scelto questo racconto, trasformandolo e trasportandolo nel mondo contemporaneo. Il risultato ha sorpreso anche me, ed era quello che volevo: che altri esplorassero ciò che avevo scritto con un altro linguaggio, seducente, potente, terribile come quello del cinema.

Spegnete le luci, mettete le cuffie e lasciate che questa storia vi porti ancora una volta a chiedervi, come tutte le altre storie del libro: l’amore salva?

 

Il video è qui: Elizabeth – Il cortometraggio tratto da Ogni storia è una storia d’amore

 

Potete anche attivare i sottotitoli in italiano, inglese o spagnolo.

Credits:
Regia: CRICClemente De MuroDavide Mardegan
Produzione: DinamoNiccolò Dal CorsoPipo PuccioniAntonio D’Angelo

 

 

3 risposte a “Elizabeth – Il cortometraggio”

  1. cristina ha detto:

    Buongiorno Alessandro,
    ho visto il cortometraggio ma devo dire che mi hanno emozionato e ispirato di più le poche righe di presentazione che hai scritto tu per introdurre il video che lo stesso… l’ho trovato molto asciutto, poco originale…insomma non ha suscitato in me passioni come invece riesci sempre tu con le tue parole. Complimenti perchè sempre mi fai riflettere e crescere.
    buona giornata

  2. Filomena ha detto:

    In un mondo in cui sembra aver valore solo ciò che può essere contato, ciò che può essere valutato, ciò che porta profitto, l’amore ridà il vero senso alla vita, in qualunque modo essa si riveli. Servono santi che ci riportino al senso profondo dell’esistenza! Buon compleanno Alessandro

  3. Isabella ha detto:

    Buongiorno!
    A me è piaciuto molto il video di Elizabeth. Molto evocativo e suggestivo!
    Non penso però che l’amore sia crudele. Sicuramente esistono molte “patologie affettive”, ma non si possono scambiare con l’amore.
    Personalmente, credo che tutti i guai nascano quando si mette al centro del nostro mondo l’altro, il nostro soggetto d’amore. Se manca o ci tradisce, il soffitto crolla, così il nostro mondo e, di conseguenza, anche noi stessi. Questo succede perché l’abbiamo idolatrato. Gli idoli inducono uno stato servile e l’amore può essere una dipendenza!
    Un altro errore è pensare che l’amore implichi una fusione totale tra due individui, fino ad annullare le due personalità, ma è uno sbaglio perché l’amore non può essere fusione totale, ma unione di personalità che rimangono distinte (non separate).
    In definitiva, gli sbagli che facciamo in amore nascono spesso dal non considerarsi come persone autonome e indipendenti. Ciò non vuol dire non preoccuparsi per gli altri o non considerarli. Non vuol dire essere autosufficienti, ma autonomi, ponendo al centro del nostro mondo non l’altro, ma noi stessi (non ovviamente in modo idolatrico). Anche se, in qualche modo, dovesse venire a mancare l’altro (o gli altri), ci siamo sempre noi ad aiutarci e a salvaguardarci.
    Forse possiamo permetterci di perdere tutto e tutti, ma non noi stessi. E ricominciare da qui! Da questo esser-ci!
    Non è in mio potere riscrivere un altro capitolo della vita di Elizabeth, ma vorrei vedere un’Elizabeth più combattiva, non dimentica di sé e delle sue risorse. Un’Elizabeth che “cammina” oltre le proprie difficoltà e dolori. Perché l’essenza della vita, almeno per me, è questo: non “bloccarci” o “fissarci”, ma andare oltre il mare dei nostri sbagli, dei nostri fallimenti, delle nostre tribolazioni per riscoprire il finito che noi siamo con le sue infinite risorse!

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