1 maggio 2015

Vi racconto Dante e Dostoevskij

Molti mi hanno chiesto di pubblicare i due video degli incontri tenuti a gennaio: Dostoevskij al Politecnico di Milano e la Vita Nova di Dante all’auditorium della Gran Guardia di Verona.

Si tratta di incontri (senza nessuna pretesa né possibilità di esaurire temi così ampi e complessi in poco tempo) gremiti da un pubblico molto eterogeneo, soprattutto giovani, in orario non scolastico. Cosa che dovrebbe far riflettere su una scuola che spesso fa odiare la lettura e la letteratura o su certi salotti (mediatici e non) auto-referenziali che fanno dei libri un vanesio articolo da sciorinare durante le visite degli amici (sempre quelli). Io sono solo un postino che porta le belle lettere di altri alla gente della strada, a cui anche io appartengo. Questo fa un insegnante. E cerco di tenermi equidistante dall’idolatria dei libri e dal facile consumismo da divano che nulla cambia nella e alla vita di tutti i giorni. Provo a portarvi la lettera. Voi la leggete. Ma poi tocca voi. Per dirlo mi servo delle parole di uno che di libri ne sapeva qualcosa:

Una delle grandi e meravigliose caratteristiche dei bei libri (che ci farà comprendere la funzione a un tempo essenziale e limitata che la lettura può avere nella nostra vita spirituale) è questa: che per l’autore essi potrebbero chiamarsi “conclusioni” e per il lettore “incitamenti”. Noi sentiamo benissimo che la nostra saggezza comincia là dove finisce quella dello scrittore; e vorremmo che egli ci desse delle risposte, mentre tutto quanto egli può fare è solo di ispirarci dei desideri… Tale è il valore della lettura, e tale è anche la sua insufficienza. Farne una disciplina significa attribuire una funzione troppo importante a quel che ne è solo un’iniziazione. La lettura si arresta alle soglie della vita spirituale: può introdurci in essa, ma non la costituisce. Finché la lettura resta per noi l’iniziatrice le cui chiavi magiche ci aprono, nel profondo di noi, la porta delle dimore in cui non avremmo saputo penetrare da soli, la sua funzione nella nostra vita è salutare. Diventa invece pericolosa quando, in luogo di destarci alla vita personale dello spirito, tende a sostituirsi a questa; e quando la verità non ci appare più come un ideale attuabile solo mediante il progresso intimo del nostro pensiero e lo sforzo del nostro cuore, ma come una cosa materiale, deposta tra le pagine dei libri come un miele già prodotto dagli altri e che noi avremmo solo la briga di cogliere sugli scaffali delle biblioteche e di degustare poi passivamente, in un perfetto riposo del corpo e dello spirito. 

M. Proust, Giornate di lettura

Presto le date dei nuovi incontri per Ciò che inferno non è. Alcune le trovate già qui nella sezione eventi: Modena, Padova, Vicenza, Cesena… e in arrivo molte altre città.

37 risposte a “Vi racconto Dante e Dostoevskij”

  1. Rosa Elba Piccirilli ha detto:

    Ale, grazie per i video :-). Per un attimo sono tornata indietro nel tempo.

  2. emma ha detto:

    Caro prof,
    ho partecipato alla presentazione del tuo ulimo libro “Ciò che inferno non è” a Busto Arsizio e volevo farti i mie complimenti.
    Mi ha sorpreso la semplicità disarmante con cui ti rivolgi alle persone e l’importanza e l’attenzione che dai a ognuno: nonostante quella sera fossimo in molti hai scambiato due parole con tutti, nessuno escluso,come a dire “sei unico e voglio conoscere la tua storia”.
    Mi ricordi molto Donpino:anche lui dava sempre attenzioni a tutti, spesso anche trascurando se stesso. Non gli importava quanti furti avesse commesso un bambino, lo accettava cosi com’era con un sorriso accogliente e una parola di conforto,come un papà.
    Mi ha colpito e affascinato molto la tua “teoria” che rimarrà come un insegnamento per la vita:”l’importante non è essere sicuri di se,ma essere sicuri di essere se stessi”. é proprio vero!
    Ti ringrazio per la tua trasparenza, il tuo sorriso e la tua simpatia,sei prorpio una persona bella e un grande punto di riferimento.
    Mille volte ancora grazie.

    EMMA

  3. Nadia ha detto:

    Salve Prof.
    Non so perchè le sto scrivendo in realtà, so solo che in questo periodo della mia vita non ho certezze e continuo a cercare qualcosa che mi dia una spinta.
    Ho quasi 19 anni, frequento l’ultimo anno di un liceo linguistico e una delle cose che più mi turba è che non so cosa fare della mia vita. Forse ciò è determinato anche dal fatto che non sono ancora sicura di aver scoperto totalmente chi voglio e chi non voglio essere. Diciamo che ci sto lavorando, ma per ora il mio percorso è molto fragile.
    Ho appena visto il video in cui lei racconta di Dante, e mi ha colpito molto quando lei ha parlato della FABULA.
    Fabula che non deve confondersi con fama.
    Ha parlato anche a me, alla mia storia, quando ha detto che dobbiamo costruire la NOSTRA fabula, per somiglianza, per differenza o per contrasto con quelle che abbiamo vicino.
    Desidero tanto costruire la mia fabula, ma mi sembra di non avere la forza, la determinazione e i mezzi.
    Io sono tra quelli di cui lei parlava nel video, che non sanno cosa scegliere, che facoltà fare.
    Credo comunque che in 13 anni di scuola molte persone mi abbiano passato qualcosa, ma sento di non riuscire a rielaborarle, a farle mie, a renderle guida nelle mie scelte.
    Ho tanti interessi, tante cose che mi piacerebbe approfondire, vivere e studiare. Ma non capisco quale sia quella più adatta a me, quella che più mi rappresenta, che mi appartiene.
    In più, questa continua angoscia che ci trasmettono continuamente, quella dello sbocco lavorativo, del trovare per forza il tuo posto, il tuo ruolo nella società, già stabilito e categorizzato, sennò non vai bene. So che c’è anche l’aspetto concreto, che con il mio lavoro devo viverci, ma tutto l’entusiasmo che provo nella prospettiva di poter approfondire i miei tanti interessi svanisce pensando a ciò che si dice, che quella strada non mi porterà niente, che non ci sono sbocchi lavorativi.
    Io non voglio corrispondere ad un posto o ad un ruolo standard nella società, io voglio crearmi il mio posto, come io credo sia giusto.
    Allora ho iniziato a perdere la speranza, ad aspettare un’ “illuminazione”, perchè davvero mi sento persa e spaesata.
    Non mi chieda di immaginarmi tra dieci anni, che lavoro starò facendo? Chi avrò affianco? Dove vivrò?
    Beh, sinceramente, non lo so. Purtroppo è la risposta più quotata in questo periodo nella mia vita.
    Spero di non averla delusa, immagino non sia stimolante ascoltare una giovane che non ha sogni precisi e che sta perdendo la speranza. Dovrebbero essere due fattori determinanti in un ragazzo, lo so.
    In realtà mi sento molto fortunata e non posso lamentarmi della mia vita, so che devo vedere anche il lato positivo.
    Ma non so individuare la mia strada, non riesco ad avere una “visione” della mia vita e questo è molto frustrante.
    Mi scuso per il papiro, non so se mi risponderà o no, anche perchè neanche io saprei cosa rispondermi.
    Spero legga il mio commento, perchè voglio anche ringraziarla per tutto quello che fa, per i suoi libri che ho letto (Ho appena finito Ciò che inferno non è, credo che abbia dentro tantissime cose, che tratti di temi importanti, ma raccontati ad un bambino curioso, non so se riesco a spiegarmi).
    Voglio ringraziarla perchè si rivolge ai giovani e ha fiducia in noi, perchè sa che in noi c’è un seme che può portare frutto.
    Spero di farla sorridere un po’ dicendole che è riuscito a parlare veramente ad una ragazza come me, e non è semplice. PAROLE, non chiacchiere.
    In più, se anche vorrà darmi un consiglio, un indizio, mi fido di lei e so che sarà significativo
    Grazie ancora, buona giornata!

    • Prof 2.0 ha detto:

      Cara Nadia, fai un elenco delle 10 cose che sai fare meglio e uno delle 10 cose che ami fare di più. Se qualche elemento tra i due elenchi coincide, ecco la strada da esplorare. Poi vai dai migliori nel fare quello che hai intravisto, fai due chiacchiere con loro, guarda come lavorano, fatti consigliare. Poi tocca a te.

  4. Martina ha detto:

    Grazie infinite per aver condiviso il video della conferenza a Verona a cui ho assistito.
    Lo riguarderò ogni volta che mancherà la fiducia nei miei sogni, che avrò bisogno di speranza.
    Lei è il migliore, c’è poco da dire. Grazie per la bellissima domenica pomeriggio passata assieme, molto meglio di qualsiasi partita o uscita.
    Grazie di esistere e di condividere tutto questo con noi.

  5. Paola ha detto:

    Bravo professore. Ti ammiro per come riesci a portare Gesù anche in quei luoghi dove non sempre è facile arrivare… Tu invece sei troppo forte, lo “nascondi” dietro ad un autore ed alla fine… non ricordiamo quasi più di cosa trattasse l’incontro ma ci resta dentro il “desiderio” di Dio. Ti stimo. Moltissimo.
    Firmato: Una catechista

    • Prof 2.0 ha detto:

      Mi spiace dissentire, Paola. Io non nascondo niente dietro ad un autore. Porto ad evidenza quello su cui l’autore fonda la sua scrittura. Per Dante e Dostoevskij quel desiderio di Dio è alla base della loro ricerca artistica.

  6. Alessandro ha detto:

    Egregio Dottore Alessandro D’Avenia,

    le scrivo per farLe i miei più sentiti complimenti, dopo aver letto CIO’CHE INFERNO NON E’.
    Le dò del Lei per rispetto e perchè non ci conosciamo, Vi darei del Voi per la stima e per il talento, ma ti vorrei dare del Tu per poterti dire:.
    Avevo appena finito di leggere COLPA DELLE STELLE(un libro molto scorrevole e forse per adolescenti, ma mi ha incuriosito e alla fine sono rimasto soddisfatto).
    Quando mia moglie mi disse:devi proprio leggere QUESTO LIBRO, sono sicura che ti prenderà.
    In effetti non mi ha preso, mi ha scioccato.
    In primis per come è scritto, con tutte quelle parole che riempivano le pagine, come acqua che scorre da una fontana, ma soprattutto per il contenuto.
    Ho 38 anni e dal ’90 al ’95 ho frequentato l’ITIS A.VOLTA.
    Mi ritengo una persona fortunata e onorata di aver partecipato al corteo funebre di DON PINO in rappresentanza dell’istituto e di quei ragazzi che volevano cambiare le sorti di quella magnifica città.
    Mi ricordo ancora quel giorno, mi ha colpito l’aver visto tutte quelle lenzuola bianche che tappezzavano il quartiere.
    In quella piazza,inoltre, abitava un mio compagno di classe del triennio e quindi ho vissuto quella zona.
    Ma la cosa che più mi ha colpito è stato Federico, sembrava di leggere la mia vita.
    Ho conosciuto Lucia, Francesco e tutti gli altri, ho frequentato gente di Brancaccio e soprattutto l’oratorio anche se di un altro quartiere.
    Purtroppo, a differenza di altri ragazzi, contavo i giorni al diploma per potermene andare via da quella città, non sopportavo l’idea di convivere con quella gente cattiva e pensavo che il metodo per sterminarli doveva trovarlo lo STATO(penso che l’obbligo scolastico senza la curiosità non serve a molto e offrire più occupazione nel mondo del lavoro sarebbe un’alternativa); allora si che 10 DON PINO potevano cambiare le sorti.
    Concludo, dicendo che ho avuto la fortuna di avere visto opere d’arte sparse per il mondocome il cenacolo, i quadri di botticelli, le piramidi e tante altre davanti alle quali uno rimane sbalordito di così tale bellezza.
    Ho letto CIO’ CHE INFERNO NON E’!!!!!
    Come HAZEL protagonista del libro<> Queste sono le mie parole allo scrittore che ha saputo emozionarmi con le parole.
    Mi piacerebbe avere un autografo sul libro e poterLe stringere la mano e perchè no?? Scambiare quattro parole.
    In ogni caso la ringrazio di tutto!!!!

  7. brunealla ha detto:

    Grazie… sei speciale.
    Una domanda ed una preghiera: Matera non è nei tuoi programmi? Pensaci, ti prego… Sarebbe un meraviglioso dono per me e per tutti coloro ai quali “ti ho fatto conoscere”.
    … E in questo giorno particolare: auguri a te, innamorato della vera Vita e del vero Amore!
    Un abbraccio
    Brunella

  8. Sabina ha detto:

    Ciao Alessandro,
    A Verona c’ero anch’io,seduta per terra là in mezzo. Ci sono stati momenti in cui trattenevo il respiro pur di sentirti. Vicino a me c’era un uomo che non conoscevo e che ad un certo punto si è rivolto a me e alla mia amica dicendo ‘Fanciulle,ricordatevi questo momento. Ricordatevi di Alessandro e tenete a mente le sue parole. Mai,in tutto il resto della vostra vita,incontrerete un Uomo come lui. Mai più. Siete fortunate ad averlo così vicino.’
    Al che io stavo quasi per piangere. Già tu toccavi i miei punti più dolorosi,la spada della letteratura mi stava arrivando al cuore.. poi le parole dell’uomo vicino a me..
    Voglio ringraziarti davvero di cuore.
    Senza volerlo,salvi vite. Soprattutto di ragazze e ragazzi che come arrivano a 18 anni con l’angoscia di chi non riesce a trovare la sua strada e nessuno sembra disposto a salvarlo.
    Grazie.
    Grazie davvero.
    Grazie di cuore.

  9. LAURA GALLO ha detto:

    adoro adoro adoro….
    complimenti…l’unico difetto,,,dei tuoi libri?
    Riesco a finirli in meno di un giorno,,,,
    Grazie.
    Laura

  10. María del Pilar Zamora ha detto:

    Io mi chiamo María del Pilar. Ho 17 anni. Non parlo italiano.Parlo spagnolo. Utilizzare Google per scrivere questo a voi. Ho inviato una e-mail che spero ho risposto . Ammiro molto molto. Grazie per il tuo tempo profesor.
    -Pilar

    • Prof 2.0 ha detto:

      Muchas gracias, Maria!

      • Maria del Pilar Zamora ha detto:

        Thank YOU! I want to meet you Alessandro! When are yo coming to El Salvador C.A? usted una persona increible!un abrazo fortisimo! Y lra mi correo electronico… 🙂 grazie mille

  11. Ana ha detto:

    Ciao Prof! Mi piace molto Bianca Come il Latte Rossa come il sangue!

  12. Maria e Anastasia ha detto:

    Salve prof,
    Siamo due ragazze di 15 anni, abbiamo letto “Bianca come il latte rossa come il sangue” e “Cose che nessuno sa” . I Suoi libri ci hanno accompagnato in alcuni momenti importanti della nostra vita. Ci piacerebbe incontrarLa personalmente, magari può tenere un incontro a Catania. Ne saremmo davvero felici. Tanti saluti.

  13. Lorenzo ha detto:

    Ciao Alessandro complimenti per i tuoi incontri. hai detto cose bellissime che mi hanno illuminato il percorso nella lettura di dostoevskij. molte cose prima non le avevo notate

  14. Gianluca ha detto:

    Il fatto che Dostoevskij non si studi è un’eresia. Uno studente del quinto anno di liceo

  15. Marco ha detto:

    Se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità ed effettivamente risultasse che la verità è fuori dal Cristo, io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità”
    ~Fedor Dostoevskij

  16. Katia ha detto:

    Chirurgo raffinato dell’anima.. ecco cos’è Dostoevskij.

  17. beatrice ha detto:

    Tanti anni fa ho iniziato a leggere “L’idiota” ma dopo qualche pagina, ho lasciato perdere. Sicuramente non ero pronta!
    Grazie per la lezione!
    Forse ora posso riprendere “L’idiota” in mano, dopo averLa ascoltato!
    Beatrice

  18. anna ha detto:

    Caro Alessandro
    sono mamma e medico e sono molto in sintonia con ciò che dici. Penso che tu abbia proprio una chiamata speciale, un carisma. La Bellezza si manifesta attraverso di te e attraverso le tue parole. Che bello vedere i miracoli di Dio e la felicità e il frutto di chi li accoglie.
    Ci sono migliaia di ragazzi (e anche non piu’ ragazzi) che aspettano quello che tu dici solo che nessuno sa dirlo più a loro. Un abbraccio e ti auguro tante grazie
    Anna

    • Prof 2.0 ha detto:

      grazie, Anna. Sei troppo generosa. Io provo solo a trasmettere quello che riempie la mia vita, perché tenermelo per me mi sembra uno spreco… 🙂

  19. Sabina ha detto:

    Ciao Alessandro,sono la stessa Sabina che ti ha scritto il 2 marzo e ti risctivo ora per dirti che a Verona hai riacceso in me l’amore per la letteratura e per la poesia,tanto che ora i miei compagni di classe sono convinti del fatto che le anime di Dante e di Petrarca siano in me. Ti devo un milione di ‘grazie’,per tutta la dedizione e l’entusiasmo che dimostri agli incontri. Poi ti devo un secondo milione di ‘grazie’ perché mi hai aiutato a rialzarmi,a trovare qualcosa di bello per cui vale la pena lottare e vivere quando,bloccata dalle mie ansie,non vedevo altro che buio.

  20. Clara ha detto:

    Caro Alessandro,
    stanotte ho finito di leggere “Le notti bianche”.
    Anche se era tardi ero curiosa di scoprire quello che sarebbe accaduto l’ultima notte.
    Il finale però mi ha lasciata perplessa: non era quello che mi immaginavo o, forse, che speravo.
    Anche stamattina mi sono svegliata con un po’ di amaro in bocca e con questa domanda: e il sognatore? E’ possibile che torni a rinchiudersi nel suo mondo?

    • Prof 2.0 ha detto:

      Cara Clara, il “romanticismo” in questo libro viene detto e in qualche modo smascherato. Quella del Sognatore è più una storia d’amore pensata e sognata, che reale. Ma chissà che questo primo evento, in fondo è come un primo amore, non lo stani dalla sua soffitta e lo inviti a uscire fuori e a diventare un sognatore maggiorenne, uno che i sogni li mette anche in pratica… Il finale è volutamente incerto e in qualche modo amaro: tocca a noi continuare e andare oltre. Come fece l’autore quando ritornò sul tema nei suoi capolavori.

      • Clara ha detto:

        Grazie Alessandro per aver dedicato un po’ del tuo tempo a rispondermi. So quanto sia prezioso, soprattutto se, come me, sei ancora impegnato tra scrutini ed adempimenti vari di fine anno scolastico.
        La tua risposta mi rende il finale meno amaro. Se posso “scegliere” io cosa farà il Sognatore, sono certa che crescerà e cambierà: un incontro così non può lasciarti uguale a prima!
        Ti chiedo un ultimo consiglio, almeno per ora… 🙂
        Come prossimo libro di Dostoevskij vado con “Le memorie del sottosuolo”, come consigliavi nella conferenza, o hai qualche altro suggerimento da darmi?
        Grazie ancora di tutto!

  21. Clara ha detto:

    Caro Alessandro,
    ho terminato di leggere le Memorie dal sottosuolo.
    Mi avei preannunciato un terremoto, ma devo dire che terremoto non è stato. Questo un po’ mi dispiace, perchè penso sia sempre positivo quando un libro ti scuote nel profondo.
    Non so spiegarmi bene come mai. Credo che il punto sia che mi è sembrato tutto esagerato, troppo, e quindi inverosimile (è tra l’altro quello che dice lo stesso autore alla fine: “So che mi diranno che questo è inverosimile, che è inverosimile essere maligno e stupido come me”).
    Un altro “problema” potrebbe essere che la prima parte è decisamente troppo filosofica per i miei gusti.
    Il pezzo comunque che mi ha colpito di più è quello in cui parla della paura di “raggiungere la meta e di ultimare l’edificio in costruzione”. Mi ha fatto riflettere parecchio.
    Non ti ho fatto nessuna domanda specifica, ma ti sarò grata se vorrai lasciare un tuo commento alle mie riflessioni. Questi scambi con te mi arricchiscono sempre tanto.
    Grazie di tutto!

  22. Giulia ha detto:

    Grazie. Io ho pochi anni meno di te e sono anch’io un’insegnante (di inglese). Pensa che scelsi il russo come seconda lingua per Dostoevskij:avevo appena letto Delitto e Castigo ed era stata un’esperienza talmente intensa che avevo bisogno che qualcuno me ne parlasse, avrei voluto sentire QUESTO.Purtroppo non ho incontrato una persona come te allora. Ma stasera è stato straordinario ascoltarti, immagino dal vivo. Grazie per questa emozione immensa.

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