1 maggio 2013

Re(g)ale bellezza del rospo

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=MjzaAiZHAlc[/youtube]

Mi hanno segnalato questo bellissimo video realizzato per una campagna pubblicitaria. La furba trovata che ha guadagnato già 35 milioni di visualizzazioni al video originale (quella che vi segnalo è la versione con i sottotitoli in italiano) fa leva su quella fragilità che ci porta spesso a vederci peggio di come siamo in realtà (e porterà a comprare il sapone della marca in questione), allo stesso tempo però viene raccontato qualcosa di molto interessante: possiamo cogliere la nostra vera grandezza se qualcuno ci guarda con occhi benevoli, accoglienti o persino innamorati.

Lo sguardo funziona come la luce del sole per le piante. Senza luce le piante, ho imparato da bambino, non possono operare la fotosintesi e quindi crescere e svilupparsi. La pianta si tende in ogni modo verso la luce e, proprio questa sua tensione, la costringe a mettere radici più profonde per non piegarsi o spezzarsi (semplici leggi fisiche). Lo sguardo fa lo stesso con noi.
Cerchiamo lo sguardo che possa consentirci di fare la nostra fotosintesi: mettere radici più profonde dentro noi stessi, perché quello sguardo amante ci porta diritti dritti al centro del nostro essere, perché lo ama. E solo l’amore (e il dolore purtroppo) conduce a quel centro da cui sgorgano le nostre migliori risorse.

Chiaramente questa tensione verso lo sguardo può avere effetti negativi se quello sguardo non è liberante, ma imprigionante. A volte pur di avere quello sguardo siamo disposti a perdere noi stessi. Qui sta la differenza tra uno sguardo che libera e uno che imprigiona: dipende dalla qualità di chi ci guarda. Alcuni sguardi ci controllano invece di liberarci. Il vero sguardo amante ci solleva su noi stessi e sul nostro centro affermandolo nella sua “nucleare” bellezza (perché nasce dal nucleo centrale e perché è dotata di potenza “atomica”) e facendolo sviluppare. In qualche modo chi ci ama davvero diventa profeta di noi stessi: affermando il nostro meglio (che è comprensivo dei limiti) ci spinge a raggiungere la nostra altezza e quindi in qualche maniera ci fa diventare – nel tempo – “il meglio” di noi stessi. Il falso sguardo amante riempie invece un nostro vuoto d’amore che non vogliamo sopportare, pur di aver qualcuno che ci guardi, salvo poi crescere storti, come quegli alberi che pur di cercare il sole si contorcono e piegano fino a spezzarsi.

Vedo ragazze che si disperano perché a 16-17 anni non hanno ancora un ragazzo: nessuno mi guarda, forse sono sbagliata… Questo le porta a immalinconirsi, disperarsi, deprimersi e magari lanciarsi alla ricerca di uno sguardo che non le ama e libera ma che le imprigiona, pur di averlo. Questo rende ancora più fragili, anche se apparentemente disseta il vuoto e ci fa fare un po’ di fotosintesi. L’amore è anche vittoria sulla solitudine radicale del nostro io e trasformazione di quel vuoto, ma non può ridursi solo a questo. Il punto non è essere guardati a tutti i costi (quel vuoto se c’è va riempito a partire dalla propria vita e non può essere affidato del tutto a qualcun altro) ma essere guardati “bene”, cioè essere guardati per “il bene” nostro. Questo si chiama Amore.

Le favole lo dicono in modo molto efficace trasformando rospi in uomini re(g)ali, con un bacio.  Solo l’amore che guarda liberando può farci scoprire la nostra re(g)ale bellezza.

Come mi ha insegnato E.Dickinson:

We never know how high we are
Till we are asked to rise
And then if we are true to plan
Our statures touch the skies –
The Heroism we recite
Would be a normal thing
Did not ourselves the Cubits warp
For fear to be a King

Non conosciamo mai la nostra altezza
Finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
Arriva al cielo la nostra statura.
L’eroismo che allora recitiamo
Sarebbe quotidiano, se noi stessi
Non c’incurvassimo di centimetri e centimetri
per paura di essere re.

17 risposte a “Re(g)ale bellezza del rospo”

  1. Elisa ha detto:

    Troppo vero sia per me che per i miei alunni!
    E’ accoduto proprio in una classe, quest’anno e pensa che io non le volevo neanche prendere quelle 6 ore (andare 3 volte per 2 ore) e fare tutta quella strada.
    Ma poi accetto e misteriosamente guardati ad uno ad uno accade: loro fioriscono, i genitori increduli vengono a ricevimento dicendo che a loro figlio piace la mia materia e mi ringraziano. Questo è veramente misterioso ma io non sono brava, io per prima ho la grazia di essere guarda amorevolmente e gratuitamente, solo così io posso riversare su di loro questo sguardo!
    Grazie Alessandro, anche tu sei un dono prezioso!

  2. Cristina Galizia ha detto:

    Lo sguardo d’amore è quello che arriva dentro e modifica, come quello che gli stilnovisti attribuivano alla donna, o come, ancor di più, quello che Gesù riserva a chi lo incontra (“guardandolo, lo amò”, parlando di Pietro).
    Questo post mi ha ricordato la splendida bellezza della René de “L’eleganza del riccio”.
    Cristina

  3. Agnese ha detto:

    grazie per il tuo sguardo sul mondo (il discorso sul talento,la re(g)ale che viene fuori solo con uno sguardo che ama),il tuo condividerlo fa germogliare pensieri “belli”,che crescono alti!

  4. Cristina Z. ha detto:

    Ognuno avvolto fin dal principio
    d’ardente amorevole sguardo
    nelle braccia di Colui che tutto creò,
    vivi tendiamo ora a quel cielo
    nel ricordo della pace perduta;
    inquieti volgiamo occhi d’intorno
    per ritrovare antiche scintille
    dell’ardente primo sguardo vitale.
    Cresciamo, stuoli di anime sole
    vicine che si salvano insieme.

  5. Caro Alessandro,
    your video is amazing! Il termine inglese rende bene l’idea. Un misto di stupore e incredulità. Illuminante. I versi della Dickinson mi sono cari da sempre.Questa lirica la tengo in un angolo del cuore, con altre gemme rare e preziose, sono balsamo per le ferite dell’Anima.

    Se crediamo l’assunto ” BEAUTY IS IN THE EYE OF THE BEHOLDER”, ovvero “LA BELLEZZA è NELLO SGUARDO DI CHI CONTEMPLA” la percezione del Bello/Buono dovrebbe essere salva e saldamente veicolata alla ricchezza interiore, a quel patrimonio inalienabile dello Spirito che consta di Lealtà, Purezza,Integrità, Pienezza, Coscienza etico-morale. Credo fermamente sia così, ma talvolta il cristallino si opacizza, il meccanismo di percezione e ricezione va in tilt…

    Può capitare ad ogni età ed esulare da eventi scatenanti evidenti. Semplicemente la Luce interiore si offusca e flebile e spaurita tende a spegnersi.L’energia vitale si affievolisce sulla scia di una sorta di “consunzione interiore”, urge rimedio!

    Possiamo continuare a percepire con infinito stupore, “amazement” la Bellezza che ci circonda e stordisce in una sinestesia di suoni, colori, profumi, immagini , fragore odoroso di stelle ma siamo ciechi di fronte alla nostra, se mai presunta.

    Allora sono le persone che ci amano, con lo sguardo che tu teorizzi, a scuotere tutta la persona sopita, squarciare veli, a ridonare dignità, valore, speranza.
    Uno sguardo innamorato è capace di miracoli, di resurrezioni immediate, di guarigioni irreversibili.

    Ma per riceverlo dobbiamo essere in grado di riconoscerlo e credere sia rivolto a noi. Se versiamo nell’oblio dal mondo arduo distinguere l’afflato che vorrebbe risollevarci in un turbine di Gioia verso le alte vette della passione per la vita, per la realizzazione completa.

    Un viso ferito si scosterà meccanicamente, suo malgrado dalla mano che vorrebbe posarvi una carezza, pur attesa come la pioggia nel deserto! E’ questo è il rischio: il disseccarsi, l’inaridirsi della fonte primigenia che ci renda sordi, ottusi a qualsiasi dimostrazione d’Amore, il cui linguaggio diviene indecifrabile,incomprensibile per chi abbia perso la consuetudine ad udirlo, ad accoglierlo come un’onda nella conchiglia, rugiada sui petali.

    Il tuo prezioso scritto mi ha fatto riflettere, mi ha toccata e commossa sino al midollo. Non possiamo indurirci, seppur solo verso noi stessi, sino a divenire pietre, forti ma impenetrabili a qualsiasi tenerezza e gesto d’Amore. Una vita simile non avrebbe senso!

    Attendo i raggi del sole tiepidi e vitali che sappiano ridestare i rami sopiti, che aulenti e gemmanti spargano nell’aere un “canto perfetto e sonoro”, come la nostra Emily lo descrive…

    GRAZIE, ALESSANDRO, TI AUGURO OGNI BENE!

  6. Chiara ha detto:

    Le scrivo con gli occhi un po’ appannati e il cuore un po’ opaco per via di quello che le sue parole sono andate a “smuovere” dentro di me… ho quasi 23 anni e sono “ancora” al livello delle ragazze di 16/17 anni di cui parlava nell’intervento.
    Non ho ancora avuto la fortuna di incontrare lo sguardo che porterà la mia fotosintesi ad essere completa, ma lo cerco da anni con tanta speranza e tanto desiderio di non perdermi in sguardi “incarceranti”.
    Purtroppo gli ultimi sguardi che pensavo potessero essere i profeti della mia essenza non erano altro che delle trappole, bellissime, affascinanti, ma trappole, da cui, pur essendo scappata in tempo, non ne sono scappata indenne, come può ben immaginare.
    Non tanto per la tristezza che mi hanno lasciato dentro e il sapore amaro che hanno dato alla solitudine (che invece è uno stato decisamente sottovalutato, nella mia opinione), quanto per la desolazione che mi hanno donato: non riesco più a guardare una persona con lo stesso sguardo che sperava di essere fotosintesi dell’oggetto dei miei sogni e del mio amore. Non riesco più a sentirmi profeta, se non di un senso di vuoto e di aridità che non mi ha mai caratterizzata. La fiducia nel genere maschile/umano è pressochè inesistente da 11 mesi a questa parte e per me, la “little miss sunshine” della compagnia, è davvero angosciante.
    Ma la favola non smetto di sognarla. Dovrò attendere un po’ di più, dovrò sopportare un po’ di più il morso avvelenato della sfiducia ma leggere e ascoltare parole come le sue aiutano davvero molto.
    “Le favole lo dicono in modo molto efficace trasformando rospi in uomini re(g)ali, con un bacio. Solo l’amore che guarda liberando può farci scoprire la nostra re(g)ale bellezza.”

    Grazie, prof. Grazie di cuore.

  7. bea ha detto:

    “Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi. Si, perché lo specchio è la forma più crudele di verità. Non appari come sei veramente. Vorresti che la tua immagine corrispondesse a chi sei dentro e gli altri, vedendoti, potessero riconoscere subito se sei uno sincero, generoso, simpatico…invece ci vogliono sempre le parole o i fatti. È necessario dimostrare chi sei. Sarebbe bello doversi limitare a mostrarlo. Sarebbe tutto più semplice”.In questo frammento del mio libro preferito mi riconosco tantissimo! E quello che penso io ogni volta che mi guardo allo specchio, poi però mi viene in mente che qui sulla terra io e il mio corpo siamo un unica cosa e che se sono così è perché devo essere così! Quindi la cosa da fare non è mascherarmi dietro una figura modello cercando di cancellare i miei difetti, ma cercare di partire proprio da quelli, cioè cercando di farmi apprezzare per quello che sono, per i pregi, ma soprattutto per i miei difetti, perché alla fine chi ti ama davvero è soltanto colui che conosce i tuoi difetti e li ama! Se tutti capissero e accettassero questo, ci sarebbe un mondo migliore!
    Prof la ringrazio davvero tanto, perché tutto questo me lo ha insegnato lei con i suoi libri, il suo film e il blog!
    Grazie veramente, continui a fare quello che fa, perché le riesce benissimo.
    Bea

  8. Matide ha detto:

    Lo sguardo dell’amore è anche uno sguardo che cura.
    Proprio come le sue parole, caro Prof.

  9. emanuela prange ha detto:

    tutta la poesia di ciò che questo video esprime si riassume nella sepmlice frase che mi ha rincuorato da adolescente e che spesso da adulta recito alle mie figlie e alle mie alunne…:”la bellezza è negli occhi di chi guarda”. Una grande verità.

  10. narcisa ha detto:

    leggendo mi è venuto in mente questo stupendo libro “La vita accanto” (Veladiano, Mariapia)
    purtroppo in tutti i tempi e le società l’aspetto fisico per tante persone (soprattutto donne!) ha condizionato l’intera esistenza… però anche io come te credo che: -essere guardati “bene”, cioè essere guardati per “il bene” nostro- sia la cosa che ci ‘salva’ e ci rende veramente liberi! grazie per le tue sempre ‘illuminanti riflessioni’, ciao 🙂

  11. Alberto Gromi ha detto:

    Grazie. Efficace e utile come sempre.
    Io faccio il Garante dei detenuti per il Comune di Piacenza. Recentemente una volontaria che tiene uno sportello di ascolto nella Casa Circondariale di Piacenza mi ha raccontato che alla fine di un colloquio un detenuto l’ha ringraziata calorosamente. Lei, stupita, ha fatto presente che non aveva risolto il suo problema e quindi non capiva il motivo del ringraziamento. “La ringrazio per come mi guardava mentre parlavo”, le ha risposto il detenuto…

  12. cristina ha detto:

    Grazie.

  13. Deboora ha detto:

    …ho letto quello che hai scritto…ho visto i video che hai linkato… sto riflettendo da due anni su cosa fare nella mia vita e mi sto logorando l’anima. Non sono più una bambina, ho 28 anni e mi vergogno molto a dirti che mi viene da piangere… tempo perso. Avevo talento per la pittura, ho smesso e mi sono laureata in giurisprudenza perchè non avevo scelta. Ma io non voglio fare l’avvocato e allora sto studiando ancora “per fare i concorsi”(?). Ora vorrei solo una famiglia tutta mia ma… niente lavoro…niente matrimonio… So di sbagliare cercando il mio centro gravitazionale in qualcun’altro ma… mi sento stordita e spaesata come se avessi 13 anni. Ho bisogno di un consiglio da parte di qualcuno e non so dove trovarlo… in genere sono io quella che aiuta gli altri…

    Grazie… perchè mi costringi a pensare a dove sto andando… chi lo sa se troverò una risposta

    • Prof 2.0 ha detto:

      Mi sembra che la stai già trovando. Non aver paura.

      • Debora ha detto:

        Come si fa a non avere paura quando non si conosce? A volte, forse, bisogna solo avere fiducia e abbandonarsi tra le braccia della vita. Ma non si è mai abbastanza grandi per vivere in questo modo fino in fondo. In genere si dice che la paura è una forza interiore che ci permette di stare lontano dai pericoli e ci permette di soparvvivere. Ma gli esseri umani sono ambiziosi e non si accontentano semplicemente di sopravvivere, per questo vogliono sempre spingersi oltre. La curiosità umana è il segreto della nostra evoluzione. Quando la curiosità fa un passo in avanti impariamo ad avere fiducia in ciò che ci circonda e allora la paura abbassa la guardia. La verità è che mi manca proprio questo: la fiducia nelle persone e soprattutto in me stessa. Come se una nuvola grigia mi coprisse d’ombra ogni tanto. IL pericolo che si corre in questi casi è che si rischia di coprire d’ombra anche la luce del sole. Sarebbe bellissimo per me sapere dove è iniziato tutto questo.

  14. sonia ha detto:

    Caro Alessandro, i tuoi post sono sempre ricchi di spunti….avevo visto questo video qualche mese fa e lo avevo girato alle mie colleghe, che ovviamente si sono emozionate! sì perchè è bello pensare che lo sguardo degli altri sia maggiormente benevolo del nostro! mi viene in mente la “teoria del riconoscimento” della psicologia che afferma che se gli altri non ci guardano noi non esistiamo…e pensare che questo accadeva già nel Medioevo quando avveniva l’investitura del cavaliere da parte del comandante….il suo sguardo e la spada definivano la sua missione!

  15. grazia ha detto:

    leggendo il libro”Bianca ……” sono tornata indietro nel tempo quand insegnavo nel liceo della mia città e anch’io avevo un bellissimo rapporto con i miei alunni.Alessandro, hai fatto un ottimo lavoro,hai fatto capire quanto è complesso l’animo dei giovani, ma anche quanta ricchezza si trova nell’animo umano in genere.Grazie infinite per il dono della tua scrittura.

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