Tutte le volte che mi scrivi
Tutte le volte che mi scrivi dei tuoi problemi alimentari e tante sono le volte che comincio a preoccuparmi, mi chiedo cosa posso fare io oltre ad ascoltarti e provare a risponderti.
Come vorrei che ribaltassimo giorno per giorno un sistema che ha reso la donna, la giovane donna, vittima della perfezione e della mercificazione. Che poi sono due facce dello stesso inganno.
Vorrei poterti sollevare o prestarti gli occhi con cui ti vedo, così perfettamente imperfetta. Noiosa la perfezione, aguzzina feroce, carceriera implacabile.
Quando potrai sentirti fieramente imperfetta?
Quando avremo il coraggio di smettere di comprarti e consumarti in programmi, riviste, cartelloni pubblicitari?
(Almeno sono felice del fatto che i miei libri ti aiutino a sentirti a casa, una casa con le crepe, come tutte le case vissute, ma con fondamenta salde, quelle di un pensiero che lotta per essere libero).
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=a3FVKbyZNqI[/youtube]
Questo spezzone è tratto da Detachment, film molto duro e triste, capace di dipingere la solitudine di insegnanti e ragazzi, a causa dello sfaldarsi delle famiglie.
Troppa disperazione concentrata insieme, ma per ogni convessità acuminata c’è una concavità più ampia. Io la chiamo Amore.
“Figli”
Si sono appropriati di ogni nostro gesto
hanno gli stessi occhi, la stessa
inclinazione a contar storie
magari un viso somigliante
soffrono come noi dell’ingiustizia.
Vivono in un mondo di case rimpicciolite
castelli spaziosi ed alte torri
circondati da fantasmi con nomi misteriosi.
Parlano una segreta lingua
di uccelli e di burattini.
in genere ci ignorano.
La nostra vendetta consiste
nel guidar le loro vite
e obbligarli a copiare segrete frustrazioni,
ma ogni notte, liberi, ci uccidono nei sogni.
Inoltre si ammalano, pure, e
hanno ancora bisogno di noi.
Ci conquistano con piccole parole
e praticano la magia tenacemente.
Eppure niente potrà impedire
che sui loro corpi il dolore si accanisca,
che commettano errori
e che crescano.
Horacio Salas)
Ecco.cosa.ci.manca…Qualcuno.che.ascolti…qualcuno.che,si.prenda.la.briga.di.provare.a.comprendere.che.il.nostro.malessere.non.è.fissazione,non.è.noia…è.sentirsi.inutili.in.un.mondo.in.cui.nn.c’è.spazio.per.noi…In.cui.essere.intelligenti.se.pesa.più.di.50.kg.non.serve.quasi.a.niente…In.cui.sognare.è.stupido.(una.mia.insegnante.lo.definiva.una.perdita.di.tempo),in.un.tutti.ci.vedono,ma.nessuno.ci.guarda.mai.davvero…siamo.macchioline.sul.fondo…soprammobili.di.minima.utilità…Allora,mangiamo,urliamo…cerchiamo.un.modo.per.esistere…
Non si riesce quasi a controbattere dopo aver ascoltato e guardato il video. Hanno la meglio i pensieri e le riflessioni. Grazie per farci sempre notare ciò che magari ci sfugge.
un film meraviglioso, va visto..
Bellissimo…diretto e chiaro!Grazie Prof.!In questi giorni, anche se il libro che mi é stato consigliato non é del mio genere, mi sto facendo forza e sto continuando a leggerlo…semplicemente perché se non si legge niente, la mente si svuota…o meglio si riempie di niente!
Arriva dritto al cuore! Come sempre!
Complimenti!
🙂
Prima si trasformano i fondamenti su cui poggia il diritto naturale dell’uomo (senso religioso e famiglia) in pratiche tradizionali, folkloristiche e politicamente scorrette.
Poi, in nome del progresso civile, li si annienta, così da rendere l’individuo solo.
L’individuo solo è nudo, fragile, indifeso.
Dopo averlo annichilito si possono quindi prendere l’inutile e il superfluo e renderli bisogni primari, indispensabili al raggiungimento della nuova meta.
La meta artificiosa ed assolutamente esterna all’individuo non sarà fissa, ma varierà a seconda del momento e delle convenienze.
A completamento e per il corretto funzionamento del tutto, l’individuo sarà allo stesso tempo vittima e carnefice.
Ecco il sistema.
Una volta avviato può essere fermato solo pagando un prezzo durissimo: chinarsi sugli altri, cominciare ad ascoltare il loro dolore, appropriarsene, accogliere le altrui lacrime.
Ciò lenirà le ferite, rivelerà chi realmente siamo e darà il coraggio di diventare quegli ingranaggi impazziti che incepperanno il sistema.
Né vittime, né carnefici.
Creature che hanno riannodato il filo con il Cielo.
Cara Cristina Z.,
la tua firma e lo “stile”, i contenuti dei tuoi interventi sul blog mi sembrano familiari … Non azzardo ad indovinare il tuo cognome qui (se non l’hai scritto, presumo tu abbia scelto così per privacy); ma per caso hai studiato Lettere a Torino negli anni 2000-2006? Se sì, allora ci siamo incontrate nel CLU … e son ben felice di ritrovarti adesso qui!
Grazie comunque per i tuoi interventi, sempre preziosi e positivi!
“Thou Wonder,
and thou Beauty,
and thou Terror!”. Shelley
Come saremmo felici,belli e brutti,ossuti e obesi,ricchi e poveri, se scoprissimo in noi la verità di cui parli. Dentro c’è la vita vera e noi ci affanniamo a guardare fuori, dentro noi siamo amati, e all’esterno elemosiniamo affetto e sensualità….E’difficile utilizzare bene il potere che ci è stato dato, un potere che sa d’infinito, che può rendere felice o rattristare Dio stesso, ma che finisce quando l’uomo si sente finito.
Alessandro aiuta i ragazzi a guardarsi dentro, lì dove è custodito il segreto della vita. Per questo lo amiamo e per questo gli viene concesso un potere sempre maggiore. Grazie e buon lavoro
condivido
Ritengo che la bellezza sia imprescindibilmente l’armonia delle parti, non la prevalenza di una a scapito delle altre. E penso, comunque, che ci si debba riappropriare di uno sguardo equilibrato sulla corporeità, è ugualmente sbagliato tanto lo sguardo morboso di chi riduce la persona ad un corpo da usare a suo piacimento (e spesso ab-usare) quanto lo sguardo etereo di chi vorrebbe svincolare il pensiero e il sentimento dalla materia di cui pure siamo fatti.
E poi bisognerebbe essere più forti dei condizionamenti cui siamo sottoposti.
Singolare la mancanza di voci maschili in questa discussione…;-)
“sempre molto attuale”
Così terribilmente vero …
Ogni individuo porta una maschera per mostrare solo e unicamente quella che pensa sia la parte migliore di sé o l’immagine che vorrebbe gli altri avessero di lui. E’ anche una sorta di armatura per difendersi dalle critiche altrui. Il mondo a volte può apparire un luogo terrificante, pieno di persone pronte a giudicarti, soprattutto per le ragazze, le quali molto spesso nascondono dietro chili di trucco le proprie insicurezze e fragilità. Quando ho chiesto alla mia sorellina perché si truccasse sempre ad ogni uscita, anche semplicemente per andare a scuola, mi ha risposto che lo fa perché senza trucco non si piace. Una mia amica invece mi ha risposto che senza trucco non si sente in ordine, si sente trasandata. La verità è che un uomo può avere un po’ di pancia, essere pelato, avere il naso grosso e nonostante tutto ciò venire definito affascinante, mentre una donna deve essere assolutamente perfetta: deve avere i capelli in ordine, gli occhi grandi, le ciglia lunghe, le sopracciglia sottili, il naso piccolo, gli zigomi alti, le labbra carnose, le gambe dritte, la pelle abbronzata e naturalmente tutte le forme al punto giusto. Ogni estate mi sento fare sempre la solita battuta “non sei andata al mare quest’anno?” solo perché sono un po’ chiara di pelle. Per non parlare di quando la mia parrucchiera mi propone: “Facciamo la ceretta alle sopracciglia? Serve per illuminare lo sguardo!”. E a volte ci si mette pure mio fratello a prendermi in giro perché non mi trucco, mentre secondo lui ne avrei bisogno, o perché ho sempre i capelli arruffati alla Hermione Granger. Mi dice: “ma non puoi fare qualcosa per quei capelli, tipo mettere un cappello?”. Ricordo ancora come fosse ieri il giorno in cui tornai a casa piangendo perché un mio compagno di scuola mi aveva detto che ero brutta. All’epoca avevo solo nove anni. Quella sera pregai Dio di farmi diventare bella come le modelle che vedevo sulle riviste o alla televisione. Oggi riguardando le mie vecchie foto penso sempre a quel giorno e a come quel mio compagno avesse torto: ero proprio una bella bambina. Allora subito dopo mi chiedo come abbia potuto permettere ad una persona qualunque di cambiare l’opinione che avevo di me stessa, di farmi vedere una realtà distorta che non corrispondeva alla verità. Ed è a quel punto che prometto a me stessa che mai più mi lascerò condizionare dalle critiche degli altri. Oggi non mi importa di apparire migliore di come sono. Potrei stare ore a truccarmi, a mettere in ordine i capelli, a farmi le sopracciglia, potrei andare a fare qualche lampada, potrei sottopormi a una miriade di operazioni chirurgiche per modificare naso, zigomi, labbra, seno, etc., ma alla fine non sarei più io, perderei tutte quelle caratteristiche che mi rendono unica e inimitabile. Non voglio essere una versione migliore di me stessa, voglio che gli altri mi apprezzino per come sono realmente, o altrimenti mi disprezzino pure, nessuno li obbliga a guardarmi se mi giudicano brutta. Le donne sono più forti dei modelli e degli stereotipi che la società vuole imporre loro, è solo che molte non lo sanno e così cercano in tutti i modi di nascondere i propri difetti rincorrendo una perfezione che non raggiungeranno mai.
Ancora una volta, GRAZIE! Semplicemente, di cuore!
Sensibile, capace di intuire, di ascoltare, di leggere nel profondo; e poi di raggiungere con un sorriso, di dare espressione ai pensieri, ai drammi degli altri!
Non so a chi sia dedicato questo tuo articolo, se a una persona specifica o alla donna in generale; ma poco mi cambia. Ancora una volta, vedo riflessa me stessa nelle tue parole. Ancora una volta, sembra che tu abbia dato voce alla mia storia (nei disturbi alimentari, ci sono cascata anch’io); o meglio, che tu abbia dato risposta alla mia storia, leggendola – non si sa come – tra le righe, senza che ti abbia chiesto o raccontato nulla.
Che “la bellezza nasce dai limiti, sempre” me l’avevi già suggerito nel tuo ultimo libro: me lo sono segnato in bacheca, come un promemoria con cui confrontarmi, un buon proposito da ricordarmi ogni mattina.
Essere perfetta, sì. Non solo, non tanto in senso fisico: adeguata, all’altezza delle situazioni, sempre al massimo delle mie performance, conforme alle aspettative (vere o presunte) degli altri su di me. Questo è stato il mio “inciampo”, l’ostacolo che tante volte mi ha impedito (mi impedisce?) di volare verso i miei sogni, di vivere e di testimoniare pienamente la positività della vita, la felicità, la ricchezza d’amore che porto dentro e che sperimento abitualmente.
Ancora una volta, dunque, tu mi insegni non solo ad accettare (questo lo dicono tutti), ma addirittura ad amare la mia imperfezione, a non averne paura.
Ma tu, piuttosto? Da dove ha origine – se posso chiedertelo – questa tua forza, che ti rende così comunicativo, così sognatore, così innamorato della realtà? Grazie per quello che sei, per quello che sai trasmettere.
Non smettere mai di sognare, di amare, di credere … e di scrivere e insegnare, per testimoniare e “contagiare” tutti con tutto questo. Il mondo ha bisogno di persone così: fiduciose, che credono – non utopicamente ma realisticamente – nella positività del reale.
Bello il post di 🙂 Fa riflettere sul fatto che ognuno di noi desidera ardentemente conoscersi per aiutarsi e aiutare gli altri.
Il segreto di Ale sta nel fatto che “sente” l’Amore. Si sente amato ed è questo che crea armonia e comunicatività. L’amore vero riguarda sempre più l’unione intellettuale che quella dei sensi. La materia, di cui pure siamo fatti, grazie ai nostri buoni pensieri e sentimenti può svelare l’essenza della vita e parteciparla con gioia agli altri. Guardo con santa invidia a tutti coloro che ci riescono e ringrazio Dio per averli messi sul mio cammino!
Grazie, Angela, per l’apprezzamento ela condivisione del tuo punto di vista!
E scusa il ritardo: è un po’ che non rileggo gli articoli indietro …
Caro prof,
parla sempre della bellezza e questa spiegazione mi piace molto:
SULLA BELLEZZA
” E un poeta disse: Parlaci della Bellezza.
E lui rispose: Dove cercherete e come scoprirete la bellezza, se essa stessa non vi è di sentiero e di guida?
E come potrete parlarne, se non è la tessitrice del vostro discorso?
L’afflitto e l’offeso dicono: “La bellezza è nobile e indulgente.
Cammina tra noi come una giovane madre confusa dalla sua stessa gloria”.
E l’appassionato dice: “No, la bellezza è temibile e possente.
Come la tempesta, scuote la terra sotto di noi e il cielo che ci sovrasta”.
Lo stanco e l’annoiato dicono: “La bellezza è un lieve bisbiglio. Parla del nostro spirito.
La sua voce cede ai nostri silenzi come una debole luce che trema spaurita dall’ombra”.
Ma l’inquieto dice: “Abbiamo udito il suo grido tra le montagne,
E con questo grido ci sono giunti strepito di zoccoli, battiti d’ali e ruggiti di leoni”.
Di notte le guardie della città dicono: “La bellezza sorgerà con l’alba da oriente”.
E al meriggio colui che lavora e il viandante dicono:
“L’abbiamo vista affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto”.
D’inverno, chi è isolato dalla neve dice: “Verrà con la primavera balzando di colle in colle”.
E nella calura estiva il mietitore dice: “L’abbiamo vista danzare con le foglie dell’autunno e con la folata di neve nei capelli”.
Tutte queste cose avete detto della bellezza,
Tuttavia non avete parlato di lei, ma di bisogni insoddisfatti.
E la bellezza non è un bisogno, ma un’estasi.
Non è una bocca assetata, né una mano vuota protesa,
Ma piuttosto un cuore bruciante e un’anima incantata.
Non è un’immagine che vorreste vedere né un canto che vorreste udire,
Ma piuttosto un’immagine che vedete con gli occhi chiusi, e un canto che udite con le orecchie serrate.
Non è la linfa nel solco della corteccia, né l’ala congiunta all’artiglio,
Ma piuttosto un giardino perennemente in fiore e uno stormo d’angeli eternamente in volo.
Popolo di Orfalese, la bellezza è la vita, quando la vita svela il suo volto sacro.
Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l’eternità che si contempla in uno specchio.
Ma voi siete l’eternità e siete lo specchio. ”
K. Gibran
Dopo esser passata per questa via(vedere come la bellezza apra tante porte,soffrire di non possederla,maturare e capire quali sono le qualità che rendono bella una persona e desiderarle e impegnarsi per farle crescere nel dono agli altri,accettandosi finalmente per come si è) si vorrebbe che ai propri figli,maschi e femmine,fosse concesso non doverci passare(soprattutto vedendo l’idea distorta ,ancora in formazione, che essi hanno di loro medesimi). Eppure ,nonostante i nostri tentativi,le nostre spiegazioni ,quasi a comunicare la nostra esperienza per evitare che facciano la loro,essi dovranno toccare con mano,e passare personalmente per quella via.A noi solo stargli accanto ,incoraggiando la ricerca della Verità.