Bianca in edizione croata e ungherese
Fa un certo effetto non capire una parola di qualcosa che hai scritto tu…
Croazia
“Sve ima svoju boju. Svaka stvar ima svoju boju. Svaki osjećaj ima svoju boju. Tišina je bijela. Zapravo ne podnosim bijelu boju: ona je prostorno neomeđena. Bijela je boja ključna u nekoliko izreka, provesti bijelu noć znači ne spavati, drugi izraz kaže da ne postižeš željeno, vitlaš li bijelom zastavom znači da se predaješ, onda kad ostavljaš prazan, bijeli papir, onda pak da imaš bijelu, odnosno sijedu vlas… Dapače, bijela uopće nije boja. Nije ništa, poput tišine. Bez riječi, bezglasna. Tiho, bijelo. Ne podnosim ni tišinu ni samoću, što je isto.
Osjetim bol malo ponad želuca ili u želucu, ni sam ne znam, i ta me bol potakne da skočim na svoj skuter, sav već uništen i bez kočnica – kad ću ga više dati popraviti? – te da besciljno tumaram i mjerkam cure koje susrećem kako bih znao da nisam sam. Uzvrati li mi koja pogled, znači da postojim (…) Beatrice je crvena. Kao što je ljubav crvena. Oluja. Uragan koji te pomete. Potres koji ti tijelo raznese u komadiće. Tako se osjećam svaki put kad je vidim. Ona to još ne zna, ali jednog od ovih dana ću joj svakako reći” (…)
Bijela kao mlijeko, crvena kao krv, roman prvijenac mladog talijanskog autora Alessandra d’Avenije, ljubavna je priča Lea i Beatrice, nadahnuta klasikom Vita nova besmrtnog Dantea Alighierija. Jednako inspirativan i dirljiv, pisan u formi dnevnika, i sam na dobrom putu da se pretvori u klasik talijanske književnosti, u godini izlaska nije silazio s prvih mjesta top-ljestvica.
Ungheria
A tizenhat éves Leo átlagos kamasz: jól elvan a haverokkal, szeret focizni, motorozni és iPod-ozni. Iskolába csak muszájból jár, a tanárokat afféle kihalásra ítélt furcsa fajnak tekinti, és alig várja, hogy ezt az új történelemtanárnak is a tudomására hozza. Az új tanár azonban más, mint pedagóguskollégái. Szemében különös fény gyúl, amikor magyaráz, és különös, lelkiismeretébresztő hatással van diákjaira. Leóban hatalmas erők feszülnek, csak a fehérség fog ki rajta. A fehérséggel, a hiány, a veszteség színével Leo a szerelem, a szenvedély és a vér színét, álmainak szerelme, Beatrice haja vörösét fordítja szembe. Amikor azonban megtudja, hogy Beatrice beteg, s hogy betegségének valamiképpen a gyűlöletes fehérséghez is köze van, Leo önvizsgálatra kényszerül. Hogyan tovább? Mihez kezd eztán az álmaival, és mihez az erejével?
A Fehér, mint a tej, piros, mint a vér – a harmincas éveinek elején járó középiskolai tanár, Alessandro D’Avenia első regénye – az elmúlt év talán legnagyobb könyvsikere volt Olaszországban, és tucatnyi nyelvre lefordították már. Megható, de egy cseppet sem érzelgős, könnyű, de egy cseppet sem súlytalan mű – nagyszerű olvasmány.
la copertina ungherese èbellissima *_*
Una mia amica di Budapest mi ha detto che c’è un modo di dire, ironico, tra gli ungheresi: “Per strada, quando cammina, un ungherese capisce di più gli stranieri che incontra che i suoi connazionali quando lo salutano!”.
Sempre lei, comunque, apprezza molto il tuo libro. Magari ti mando il suo parere via mail.
Buon anno, prof.
…io lo sto leggendo SOLO ora, in italiano, ovviamente! Ora sono pronta…per certi libri occorre avere l’anima ben disposta per accogliere tutto…soprattutto la lacrime 🙂
Io non ho ancora letto “Cose che nessuno sa” per lo stesso motivo…
…e per lo stesso motivo io non l’ho ancora comprato! Perchè so già che vi troverò altre “perle” che riapriranno ferite dure a guarire…
Del resto Qoelet lo insegna: “C’è un tempo per ogni cosa…”
L’amore arriva ovunque…
La copertina ungherese mi fa pensare che non tutti vedono le cose allo stesso modo.
Nella copertina originale, la prevalenza del bianco “che piu’ bianco non si può”, mi fa già pensare a qualcosa di triste. Invece questa copertina, con il rosso prevalente, mi fa pensare alla passione, o l’amore. Spesso dolore e passione si incontrano……
questo libro mi ha coinvolto in un modo che mi sembra ancora impossibile e che non capitava da troppo tempo ormai. mi ha fatto innamorare, non solo della storia e dei personaggi, ma della scrittura. di questo modo di scrivere. posso solo farti i miei complimenti e ringraziarti, è davvero perfetto.
😉
In effetti sembra difficilino..si capisce solo Beatrice.
Secondo me è più riuscita la copertina italiana.
Szia! (dovrebbe essere il “ciao” ungherese) o forse è bok, non so più.
Silvano S.B.
Caro Silvano, auguri di cuore! Beatrice ha subito così tante metamorfosi che ormai si è abituata…
Però un corso di lingue, magari queste, è sempre una bella sfida…
Anche se ci sono cose che oltrepassano la comprensione linguistica,l’ho sperimentato quando nel nostro paese abbiamo ospitato bambini della ex jugoslavia…sono “cose che nessuno sa”!
La copertina ungherese è splendida!!
Mi chiamo maddalena. Ho letto il suo primo romanzo. Sono rimasta sbalordita e senza parole nel leggerlo… L’ho trovato sensazionale s
Mi e’ piaciuto tantissimo.
Mi piacerebbe fare i provini per il casting del film e avere la possibilita’ di poterla conoscere.
In bocca al lupo, Madda!
Ho scoperto questo bellissimo libro dieci anni fa.
Congratulazioni per tutti i risultati raggiunti e per quelli che raggiungerà con i prossimi libri!
Perché le cose belle aiutano a vivere meglio!
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