14 dicembre 2011
Studenti o cipolle?
Guardate questo video:
Un anno di scuola è l’eternità in un barattolo.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=H6bDrxXwbGo[/youtube]
Guardate questo video:
Un anno di scuola è l’eternità in un barattolo.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=H6bDrxXwbGo[/youtube]
Bellissimo!!
Magari i prof di mio fratello la pensassero così e la smettessero di buttarlo giù perchè non sa fare quello e quell’altro!!
“Diario di scuola ” di Pennac da assumere come testo obbligatorio da leggere,studiare e seguire nelle scuole di formazione di tutti i docenti dall’asilo all’università!
Tutti i ragazzi… ma in particolare chi è in difficoltà, ad esempio i DSA: ci rendiamo conto che cosa vuol dire per un ragazzo intelligente studiare tutto il pomeriggio e prendere a fatica 5,5? Qual è il nostro atteggiamento di fronte a un ragazzo che ci chiede solo di imparare e noi non siamo capaci di insegnargli ciò che ha diritto di apprendere? “Diario di scuola” di Pennac è da leggere e non possiamo rimanere indifferenti: se così avvenisse, forse dobbiamo cambiare mestiere.
…splendida metafora, e per rimanere in tema, se quei professori riuscissero a trovare la chiave d’accesso per entrare nel cuore della cipolla, allora si, che si potrebbe preparare un ottimo soffritto!!!!
molto bello!
Pelare queste cipolle fa anche piangere?
E’ bellissimo, tutti gli educatori, insegnanti e formatori dovrebbero tenerlo bene a mente; un po’ come il giuramento di Ippocrate per i medici, questo potrebbe esserlo per gli insegnanti. Non essere mai avari di sguardi, frasi benevole, parole fiduciose ed equlibrate…
Bellissimo libro quello di Pennac, e non solo quello da cui è estratto il testo recitato dal video. Me lo ha fatto leggere la “maestra” Camilla l’anno scorso e mi ha stupito un sacco. Mi rendevo conto che lui è innamorato del suo mestiere.
Come afferma Ilaria, questo dovrebbe essere il vademecum per tutti i docenti dall’asilo all’università. Quando quel “dovrebbe essere” lo coniugheremo in un vincente PRESENTE INDICATIVO, tutta la società sarà contemporanea a se stessa, riuscirà a superare crisi , decrescite, migrazioni perchè finalmente la cultura dell’UOMO avrà “attecchito”, in senso botanico(!),nelle menti e nei cuori dell’umanità. Come utopia di fine anno non è male…
Non sempre è facile per i professori toglierci questa “cipolla” che ci portiamo addosso.
Forse, con il proprio aiuto assieme a quello di chi ci sta attorno, riusciremo a eliminare (in parte) questa cipolla.
Interessante e , come gli spunti offerti dall’intero libro di Pennac!Tuttavia, dopo la commozione conseguente alla scoperta che quella dell’insegnante è una missione e che fondamentalmente siamo lì proprio per il “somaro” di turno, mi permetto un commento forse un po’ fuori dal coro: mai dare per scontato che lo studente diligente non sia anch’esso una cipolla a suo modo… E’ vero che la sfida è quella di catturare l’attenzione del somaro e penetrare nel suo involucro di “non m’interessa e non sono capace”, ma qualche volta credo sia gratificante volgere lo sguardo e dedicare qualche attenzione extra(anche extra lezione)a quello diligente.
Inoltre, credo non serva a nessuno un professore soffocato dai sensi di colpa per non essere stato capace di attirare l’attenzione del somaro, non averlo capito, non averlo perdonato, non averlo inseguito fino allo sfinimento per sostituirsi a lui nella scelta della direzione da prendere…
Grazie a tutti per la possibilità di questo confronto!
caro Alessandro, è parecchio tempo che non scrivo sul tuo blog..
ho appena terminato di leggere il tuo secondo libro COSE CHE NESSUNO SA… che dire caro Professore….è semplicemente fantastico! cosi’ coinvolgente che oggi pur di finirlo, lo tenevo nascosto sotto la pila di fatture che stavo registrando in ufficio e sempre di straforo, mentre nessuno vedeva ogni tanto leggevo una decina di pagine….Mi sono ritrovata nelle tue pagine, ho ritrovato la mia faticva nell’essere madre quotidianamente di un difficile figlio adolescente, mi sono ritrovata nella crisi che quakche anno fa mi ha investito come un tornado…. mettendo a rischio il mio matrimonio ma che mi ha fatto completamente ritrovare il grande amore per il compagno della mia vita con il quale sto da 34 anni…ma mi sono ritrovata anche nell’amicizia tra Marta e Margherita che tanto mi ricordava la mia favolosa amicizia con la mia compagna di banco dfi allora….
Sei davvero uno scrittore molto raffinato e sai vedere con gli occhi dell’anima… andando oltre…
Bravo!!!sono onorata di averti conosciuto, Spero di poter leggere al priu’ presto un tuo nuovo libro.
un abbraccio
Patrizia
Queste parole, appena le ho lette, mi hanno fatto venire in mente la mia classe,piena di ragazzi e ragazze che danno in continuazione fastidio. Quel genere di persone che non studiano e che fanno di tutto per attirare l’attenzione di noi compagni. Solo con due prof. si trasformano in bravi alunni: quella nuova di italiano e la prof. di inglese.
A mio parere sono due insegnati che hanno la voglia di insegnare, sanno come prenderci, come attirare la nostra attenzione e come fare lezione senza stancarci, in un divertimento che non finisce mai. E strano vedere come nelle loro ore sono tutti più partecipi e come c’è più serenità!!! Poi però, l’incanto svanisce e tutto ritorna alla normalità. Tutto ritorna triste…
Bellissimo!! Davvero un testo da rendere obbligatorio per superare gli esami del tfa 🙂
Bisognerebbe dirlo a qualche professore.. Forse è per questo che siamo così svogliati di andare a scuola, stanchi di sentire le solite prediche e le solite spiegazioni (scusate il termine) pallose! Ci vorrebbe qualcuno che ci faccia capire il vero senso di studiare il latino, qualcuno che ci faccia vedere la bellezza di ogni materia che studiamo..
Un testo fanastico! Quando si incontrano dei professori che riescono a farti innamorare o almeno piacere la loro materia, lo stare a scuola diventa un qualcosa di bello e interessante. Ciò (almeno nel mio caso) accade quando la persona che hai davanti e che è lì per insegnare a te, prova davvero passione per quello che sta spiegando. Se tutti i prof avessero questa passione negli occhi quando spiegano la loro materia, allora riuscirebbero ad attirare l’attenzione di tutti, sbucciando ogni cipolla. Se la scuola fosse sempre così e anche gli insenianti, allora imparare sarebbe un’occasione in più! Tutti studieremmo per noi stessi e non semplicemente per il voto. Riusciremmo a trovare in ogni argomento qualcosa che ci “appartiene” e che ci appassiona. Per riuscirci,però, abbiamo bisogno veramente di qualcuno che ci aiuti a vivere la scuola in questo modo: un professore appassionato.
Un testo fantastico! Quando si incontrano dei professori che riescono a farti innamorare o almeno piacere la loro materia, lo stare a scuola diventa un qualcosa di bello e interessante. Ciò (almeno nel mio caso) accade quando la persona che hai davanti e che è lì per insegnare a te, prova davvero passione per quello che sta spiegando. Se tutti i prof avessero questa passione negli occhi quando spiegano la loro materia, allora riuscirebbero ad attirare l’attenzione di tutti, sbucciando ogni cipolla. Se la scuola fosse sempre così e anche gli insenianti, allora imparare sarebbe un’occasione in più! Tutti studieremmo per noi stessi e non semplicemente per il voto. Riusciremmo a trovare in ogni argomento qualcosa che ci “appartiene” e che ci appassiona. Per riuscirci,però, abbiamo bisogno veramente di qualcuno che ci aiuti a vivere la scuola in questo modo: un professore appassionato.
AHAH CHE TOCCA LEGGERE: insenianti! (f.to Benedetta)
Evidentemente questa ragazza non ha ancora trovato un professore d’Italiano che l’appassioni alla sua materia…
Quanto al caro Prof 2.0 (molto fotogenico, non c’è che dire): Le ho inviato una mia lettera pubblicata da “La stampa” del 1° dicembre (con risposta del direttore), perché non la pubblica anche qui?
Vediamo quando riesco. Grazie Alberto!
Ricordiamoci sempre che anche il/la prof. è una cipolla…
…c’è il giorno che non gli hanno accreditato lo stipendio, quello in cui litiga col dirigente, o gli segnano la macchina… eppure entra in classe, e ci prova…
Alba (docente A043)
Quanti barattoli ho collezionato negli anni del liceo…ho iniziato a dischiuderli adesso,dolcemente,con l’euforia innocentemente confusa di una ragazzina.Non è mai troppo tardi per ritrovare se stessi.
Barattoli aperti.Libertà. Ursula
😉
Non sono solo gli studenti ad essere cipolle. Lo sono tutti quanti. Gli strati della cipolla sono una protezione, una protezione fatta di debolezze. E ognuno di noi, studente o professore, vecchio o giovane, ha bisogno di protezione. Ma sono ugualmente incantata da questa pagina di diario! 😀
“Scomparire come professori”… E soprattutto uscire da dietro quella cattedra che ci fa sembrare così alti, come a tanti adulti piace fare, che ci protegge e ci difende da quelle relazioni che arrivano al cuore e sconvolgono la vita. Se vuoi. Se ci credi. Perchè i ragazzi un po’ te li porti anche a casa.