Sorridere per educare
Grazie.
Grazie per la visione positiva, non solo dei genitori ma anche dei giovani, che traspare dalle immagini di questa storia.
Forse è vero che siamo noi genitori ad avere paura, e a volte questo ci porta a fare scelte sbagliate, forse siamo noi adulti a ricordare ai nostri figli paure che loro non hanno.
Ma credo che tra le righe del romanzo ci sia la chiave per riuscire a comunicare, a trasmettere quello che di buono abbiamo ai nostri figli: il sorriso.
E’ la parola più ricorrente, mai sostituita da un sinonimo. Sorride Leo, sorride l’amico Niko, sorride Beatrice, sorride Silvia, sorride l’infermiera, il professore di religione e il sognatore.
Forse è questa la chiave per arrivare al cuore. E a quel punto poco importano gli errori. Possiamo sbagliare ma i nostri figli sanno perdonare in un modo che neanche immaginiamo.
Così mi ha scritto un genitore, che ringrazio di cuore per avermi ricordato ciò che anche io troppo spesso dimentico: il buon umore educa più di ogni altra parola…
Sarà per questo che ultimamente i ragazzi di una classe mi aspettano sulla porta e fissando i tratti del volto mi dicono: “oggi è preso bene” o “oggi è preso male”. Espressione tutta milanese che ha dentro una verità: nel modo in cui sei “preso” dalla vita, prendi la vita degli altri. Sarà per questo che, se sono “preso male”, evitano di farsi interrogare?
Purchè non siano sorrisi di plastica…
Più che il sorriso, credo che educhi l’autenticità nel presentarsi di volta in volta “presi male” o “presi bene”, senza nascondere le proprie fragilità.
La Divina Commedia infatti è piena di sorrisi!
“del dubbio disvestito/
per le sorrise parolette brevi…” (Pd I)
“Io mi volsi a Beatrice, e quella udio /
pria ch’io parlassi, e arrisemi un cenno/
che fece crescer l’ali al voler mio”… (Pd XV)
Ma sono d’accordo anche con Myriam: non possiamo sapere noi cosa sarà la nostra giornata; meglio giocarci così come siamo, e attendere che la realtà possa ripescarci, e “ridar ali” al voler nostro!
Non riesci ad essere un pò più indulgente nei tuoi riguardi?I professori sono comunque esseri umani.
Ecco, per esempio,avevo un insegnante al ginnasio con un figlio scapestrato,a fine quadrimestre lo supplicavamo di non fare danni,per consentirci delle interrogazioni serene.Lei,era comunque,meravigliosa!
Sono indulgente, anche troppo… Ma capisco cosa vuoi suggerirmi. Ti dirò però che tutte le volte che perdo il buon umore è proprio perchè sono poco indulgente con me stesso: mi sto prendendo troppo sul serio!
E quanto è bello quando inaspettatemente (anche se tutti lo stavamo attendendo) un mio o loro gesto, una mia o loro domanda, una mia o loro frase cambia il mio o il loro “essere presi male” e riporta il sorriso sul mio e loro viso.
Grazie Ale, abbiamo sempre bisogno di ricordarci che possiamo sempre sorridere se siamo attenti alla realtà!!!
Ho appena iniziato il libro e se non fossi una madre con figli e qualcosa da fare penso che non mi sarei fermata…
Già dalle prime pagine possono condividere quello che scrive questo genitore.
Sto facendo tante riflessioni sulla scuola che mi fanno male…..
Siamo sempre più numerosi… i genitori che hanno visto uno spiraglio di luce in più sul tema “capire i nostri figli” leggendo questo libro. Buon Caronte il Prof2puntozero è a metà strada anagraficamente tra noi e loro e ci traghetta qualche “dritta” preziosa. Sicuramente anche nei cieli tempestosi e irlandesi dei cuori dei nostri ragazzi avrà fatto lo stesso!
Aspettiamo il film o un nuovo libro?
Salve prof, sono sempre Rossana dalla Sicilia.. Già a volte basta davvero solo un sorriso e si riesce ad entrare nella vita degli altri e a lasciare un pizzico di buon umore che migliorerà la giornata ! A me capita spesso di ricevere un sorriso e sentirmi meglio!A presto
Quanto è vero!
Pochi giorni fa una persona mi ha lanciato questa provocazione che a mia volta ti giro: essere presi o lasciarsi prendere? Liliana
…grande responsabilità per i prof!..siete voi che con i vostri sorrisi o con i vostri musi lunghi..create quello che sarà il clima della giornata in classe..è un po’ come per noi mamme/mogli…
come accogliamo o torniamo a casa dai nostri fanciulli e dalla nostra dolce metà?
…ebbene si, il clima domestico lo creiamo noi!
quindi si, sorridere per educare, sorridere per amore!
Quanta poesia, quanta tenerezza tra le righe. Arianna mia figlia tredicenne da ieri lo ha letto pochi mesi fa dopo aver condiviso con me alcuni passi che mi hanno partiolarmente emozionato. Ripete che lo leggerebbe di nuovo e poi ancora. Aggiunge che se i “maschi” si avvicinassero con maggiore facilità alla lettura, sarebbe senz’altro apprezzato anche da loro. Complimenti al sognatore…