18 novembre 2010
Vi ridurremo
Così ha detto un professore ai propri ragazzi all’inizio dell’anno. Non li conosceva ancora. Roba da campo di concentramento.
I genitori lamentano che alle riunioni i professori abbiano solo parole negative sugli studenti. Non un aspetto positivo viene messo in risalto.
Sarebbe salutare fermarsi e scrivere sul proprio temibile registro, per ogni studente, oltre alle sue mancanze, almeno un punto di forza su cui fare leva.
Se non ne troviamo i casi sono due: o lo studente non ne ha (e questo è sospetto) o (più probabile) non lo conosciamo.
Si conosce solo ciò che si ama. E questo non è per niente facile, perchè interpella la vita.
Anche a noi hanno detto la stessa cosa. Il primo giorno del primo anno. Così, a freddo. Non so a cosa possa servire. Forse a creare quel distacco artico che c’è tra allievi e professori. Bello, no?
Nei sogni ci sono sempre quei professori disponibili con gli studenti, quelli attenti alle loro esigenze, ai loro lati deboli e ai loro punti di forza. Nei sogni, però.
Gli insegnanti attenti e premurosi verso i loro studenti…esistono ancora. Persone che vogliono far emergere quel qualcosa di speciale che è presente in ogni adolescente…esistono ancora.
Formatori che sono attenti al carattere dei loro allievi…esistono ancora! Per fortuna!
Marta, spero che tu un giorno li possa trovare…non solo nei tuoi sogni!
“In un giovane, anche il più disgraziato, avvi corda sensibile del cuore”
A noi insegnanti l’onere e l’ONORE di trovare questa “corda” e far leva su di essa per aiutare i nostri ragazzi a far emergere il meglio di sè.
Sto ripensando da un paio di giorni ad uno dei consigli di classe nella mia scuola. Quinta liceo scientifico, l’anno della maturità. Solo una interminabile raffica di critiche su ciò che non va. Non una parola sui punti di forza. Ho detto ai colleghi che se uno di noi fosse un allenatore vero si guarderebbe bene dal trasmettere alla squadra un mortificante senso di inadeguatezza già dall’inizio del campionato. I nostri giudizi sono profezie che si autoavverano.
Ridurre, o promuovere solo nei sogni: fra questi due estremi c’è tutta la vita che si svolge a scuola, e ogni estremo mi trova a disagio. È chiaro che come insegnante io mi senta interpellata dai due poli, ma più semplicemente penso di poter dire questo: le mie giornate in classe si svolgono “spiando” le possibilità di dare un senso a quello che sto facendo, in me e nei miei studenti, dando energia per ridire quel che nella vita mi sembra imperdibile, e quel che invece conduce fuori pista. Ma questo mio lavoro inevitabilmente è destinato a impattarsi con il delicatissimo momento che sta attraversando ogni mio alunno, nella sua vita e nella sua giornata (così come in me): qualcuno si apre, altri no (almeno in alcuni momenti in cui li incontro). Il successo scolastico (e umano) passa inevitabilmente da questa strettoia. Da parte mia, cerco di farmi richiamare sempre a questa dimensione più alta del mio essere in classe; mi appoggio ai colleghi che più capiscono questo, così come un rapporto costruttivo con le famiglie; ma come tutte le questioni della vita, la strada non si snoda sempre così dritta nel cammino… Per fortuna mi sono sempre sentita sostenuta in questo mio desiderio, ed ho sempre sperimentato la positività del muoversi così. Anche per questo mi trovo a casa in questo blog…
Ho messo un’altra volta il link al tuo blog, ne vale sempre la pena!
Si, questa frase l’ho sentita anche io nella classe di mia figlia che va in seconda media… e siccome mia figlia non brilla particolarmente, si è messa paura. Però è anche vero che, in classi di 27 ragazzi, è difficilissimo avere il tempo e la possibilità di conoscerli tutti a fondo. C’è il programma che soffia sul collo, ci sono mille difficoltà… non c’è tempo per fermarsi a capire che cosa hanno di buono i ragazzi. E’ tutto il sistema che è sballato, fatto per sottolineare gli errori, invece che per scoprire i talenti.
Bel blog… lo metto nell’elenco dei miei preferiti. Spero non le (ti…) dispiaccia.
Francesca
La nuova veste grafica è decisamente molto molto bella.
Ciao! Sono felice di sentirti dire queste cose: va bene indicare ai ragazzi e ai loro genitori i punti su cui intervenire, ma è indispensabile mettere in risalto anche le cose positive! Durante gli scrutini io mi chiedo spesso perché la mia colonna è quasi interamente positiva mentre altre sono quasi interamente negative… Vediamo due film diversi?
Anche a scuola dei miei figli (il liceo clessico Galilei di Pisa – il nome è un programma: prima lo cacciano il Galileo Galilei e poi gli intitolano una scuola)è aria di decimazione: 27 alunni in quarta ginnasio, la cattedra di italiano latino greco storia geografia divisa in 3 docenti (ognuno convinto che i ragazzi abbiano da fare solo la sua materia): “signori, non che si possano portare tutti al liceo, eh…”.
Numeri, nemmeno facce i ragazzi per loro (quella che sputa sentenze a tutto andare sulla psiche e sul rendimento dei nostri figli ha le foto appiccicate sulle pagine del registro perchè non sa neppure chi siano e si arrampica sugli specchi di una somiglianza fisica quando vai ai colloqui – pensa quei 3 che sono stati adottati…)un elenco di libri di lettura che secondo me neppure loro hanno mai finito di leggere…
Non ve ne dico più.
l’articolo di Alessandro, mi ha fatto riemergere dal cassettino della memoria, un consiglio di classe convocato conurgenza prima delle vacanze di Natale di circa 3 anni fa, quando mio figlio primogenito frequentava la 5 classe di un istituto tecnico… ebbene i genitori (circa 20 per 20 ragazzi, c’eravamo tutti) erano stati convocati per essere “allertati” sulla possibilita’ che 17 di loro (17 su 20!!!) non potessero essere amessi all’esame di maturita! Non potevo esimermi dal intervenire… ” Credo che sia un gran vanto per voi esimi professori non riuscire a far ammettere all’esame di stato la maggior parte dei vostri studenti… io qualche domandina me la farei se fossi al vostro posto… o siamo di fronte a 17 imbecilli e non mi sembra questro il caso oppure la vostra “missione ” è miseramente fallita! sapete cosa mi ha risposto la vice preside presente per l’occasione? “Cara Signora la commissione sara’ felice di avere pochi studenti da esaminare,,, sa loro gli esami li subiscono sopratutto se fara… molto caldo!!! Che squallore… nessuno degli insegnanti che ha provato a mettersi in discussione … tutti straordinariamente in gamba nel loro lavoro… mentre su quei poveri imbecilli degli studenti ricadeva la colpa di tutto. ….Nessuno di loro ha provato anche per sbaglio a parlare con i ragazzi..ignorando che l’eta’ media degli studenti era di 19 anni percio’ tutti maggiorenni! hanno preferigto chiamare i loro genitori e scaricare come sempre, sulla famiglia, la responsabilita’ della poca motrivazione allo studio dei loro studenti… mah!!!
p.s chi scrive, e non lo dice per vanto, non ha mai preso le difese del proprio figlio di fronte ad iun insegnante ma ha messo sempre in discussione la sua capacita’ di relazionarsi come genitore e di trasmettere la passione per lo studio. (p.s ancora, mio figlio si è felicemente diplomato e altrettanto felicemente lavora da oltre un anno come libero professionista nel campo dell’informatica, ma non ha conservato un buon ricordodi quei geniali insegnanti…!)
Caro Prof,
anch’io sono un’insegnante delle scuole superiori e quasi tua coetanea. Le persone come te mi affascinano, mi ispirano e, francamente, mi fanno tanta invidia. Premetto che condivido in pieno la tua idea di scuola, il rapporto umano che hai con i tuoi ragazzi, la voglia di iniettare un po’ di umanità in un’istituzione ormai arida anche per chi, come noi insegnanti, vuole e deve lottare tutti i giorni per far crescere germogli nuovi. Quello che mi spiazza, è che, pur amando i miei ragazzi e mettendoci anima e professionalità in quel che faccio, non ho un ritorno. Intendiamoci: non mi aspetto scene da film stile “L’attimo fuggente”, ma sento che i ragazzi mi stanno succhiando energia ed entusiasmo senza davvero accorgersi dell’amore che cerco di mettere in quello che faccio. Lavoro, mi preparo, scarico film, canzoni per loro, eppure sembra che tutto ciò che facciamo in classe sia “pesante” (lo confesso, anche per me!). Sono dispostissima a cambiare rotta, ma non so da dove cominciare. Aspetto un tuo consiglio, fosse anche quello di cambiare lavoro. Buon 2011!
Il contadino fa di tutto per la terra. E quando semina spreca almeno la metà dei semi che lancia. Ci devi fare i conti. Ci sono tipi di terreno diversi, ma devi avere anche pazienza. Ogni terreno ha il suo tempo e poi ci sono le stagioni, il clima, i predatori… Un passo alla volta e il raccolto arriverà.
Cara collega, condivido tutto..sono anch’io coetanea vostra..sognatrice ed amante della scuola.. già alle elementari avevo la fissa di fare l’isegante… DOBBIAMO CREDERE di poter far nascere nei nostri alunni una fiammella…di passione per qualcosa: un autore, una poesia, un film…non dico la scuola…L’importante credo sia dimostrare ai ragazzi che noi viviamo un po’ da “sognatori”..poi qualcuno si animerà….. in una classe io ci sono riuscita…… da questi ragazzi non mi separerei mai… Auguro a tutti un paradiso come la mia “2° C I.T.I.S. PASCAL di MANERBIO, Bs”
Vi ridurremo…al liceo Galvani di Bologna è quasi un motto.. Non sempre la severità corrisponde all’acquisizione di maggiori competenze, i ragazzi spesso sono costretti ad “arrangiarsi” come possono pur di strappare un 6. Una prof, dopo una verifica andata male, ha parlato ad una sua studentessa ad occhi chiusi, sostenendo che non aveva il coraggio di guardarla in faccia…
Il mio prof prima di andare in pensione vuole a tutti i costi bocciare 12 alunni in una anno. Il suo record è 11…
CHE GRANDE IDIOTA….. FORSE NON HA CAPITO CHE IL BOCCIATO X ECCELLENZA (DA PARTE DEI SUOI ALUNNI) E’ PROPRIO LUI…..
QUANTI MIEI COLLEGHI DICONO QUESTA FRASE!!! Ma fino all’ultimo dobbiamo dare ai ragazzi la possibilità di emergere, dargli fiducia, fargli capire che per noi valgono. Quando ci riesco sono proprio soddisfatta della mia “missione”; ma quando a fine anno, dopo fatiche e comprensioni, si perde qualcuno in cui credevi che però ti ha illuso…. una parte di me ci resta male. Investo molto nel notro lavoro e forse…pretendo anche molto dai miei ragazzi (non solo scolasticamente, ma emotivamente..)….. tu che dici…