3 novembre 2010

Poesia: non spiegare, ma toccare

Lezioni introduttive sulla poesia. Che cosa è?

Cerco di dire il meno possibile e leggo poesie, o più semplicemente le faccio ascoltare ai ragazzi, selezionandone alcune da letture di attori e poeti.

Così siamo passati da Baudelaire a Octavio Paz, dal Whitman di O ME! O life! recitata da Robin Williams, al Neruda letto dal postino-Troisi alla sua bella dal sorriso di farfalla, dall’Infinito di Leopardi al S’i’ fossi foco di Cecco Angiolieri fino Alla Sera di Foscolo, letti da Gassman.

Ho visto a tratti gli occhi accendersi e cominciare a fare esperienza della poesia: l’unica cosa capace di rendere le parole cose e il suono esperienza.

Niente effetti speciali, niente spiegazioni sulla bellezza, solo parole ben lette.

Poi finalmente qualcuno ha esclamato, sulla chiusa di Alla sera:

“Però bello questo!”

Non è stato tutto inutile. Alla Bellezza non ci si arriva mai a scuola e dalla Bellezza volevo partire.

Qualcuno l’ha toccata. La battaglia per oggi è vinta.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=sVRZomo0TA0&feature=related[/youtube]

10 risposte a “Poesia: non spiegare, ma toccare”

  1. Myriam ha detto:

    E come no? La battaglia è vinta ogni volta che il loro corpo parla: gli occhi si accendono o si fanno lucidi, qualcuno rimane rapito, qualcuno, credendo di passare inosservato (perchè i prof. mica le vedono queste cose…!), annuisce o sorride o si fa serio. Oggi è successo leggendo Battiato (Povera patria) e Gaber (Io non mi sento italiano). Qualche giorno fa è successo leggendo Foscolo, dall’Ortis: “La terra è una foresta di belve”. F. , fila centrale in fondo a sinistra, ha fatto un segno d’assenso con una “gravitas” che mi ha dato da pensare. E’ questa la sua (loro) percezione del mondo. Come dar loro torto? Semmai suggerire una possibile via d’uscita: ci pensa lo stesso Foscolo che, subito dopo, afferma “Tu o compassione, sei la sola virtù. Tutte le altre son virtù usuraie”. E F. sembra disposto a prendere l’ipotesi in considerazione.
    Tornando alla poesia, condivido appieno quanto dici. La mia antologia inizia con una cinquantina di pagine strazianti, zeppe di definizioni e tecnicismi quasi inutili. Da ignorare o quasi. Forse quest’anno inizierò dai cantautori, o da qualche poesia ad alto impatto emotivo, che “scioglie le membra” e il cuore. Non condivido appieno il ricorso ai filmati: li trovo morti. Di solito leggo io, con la mia dizione e la mia intonazione fieramente e sommessamente sicule (!), oppure faccio leggere loro, anche se inciampano fra gli accenti. Trovo che così il contatto col testo sia più diretto, vivo, quasi sensuale. Un brivido, semmai, si prova quando capita di trovare in rete qualche poesia recitata dallo stesso autore. Qui, ad esempio, puoi trovare due toccanti mp3 di Quasimodo
    http://www.salvatorequasimodo.it (clicca sull’icona del grammofono)

    Buon lavoro, Ale!
    E un caro abbraccio ai tuoi alunni! 🙂

  2. prof fotografa ha detto:

    Aspettavo il tuo ritorno.
    Avevo guardato poco fa.

    Oggi mi ha stupita leggere il testo di un’alunna di II media. Descrive un affresco del ciclo dei mesi alla Torre Aquila (Trento, Castello del Buonconsiglio). Imperfetta, tralascia alcuni elementi… poi conclude con un’osservazione : “i boschi e le case rappresentate sono sproporzionatamente piccoli rispetto alle dimensioni dei personaggi. E’ evidente che quello che dà colore e vita al quadro sono proprio gli esseri umani in esso disegnati. Sono loro i protagonisti della vita, in qualsiasi mese o stagione dell’anno.”

    Leggendo, m’illumino: ho capito. Ho capito!
    Ecco perché nei loro testi tanti mi scrivevano “barchetta”, “laghetto”, “casupole”, rocce invece che montagne… Erano colpiti dalle (s)proporzioni tra le figure e delle figure nello spazio, e non se ne davano una ragione. In verità non me l’ero data neppure io. Invece ora capisco: se è vero che l’agire dell’uomo è dettato dal corso delle stagioni (tra una spensierata partita a palle di neve di gennaio e la vendemmia di ottobre…), al pittore però basta suggerirlo, inserirvelo. Il tema non è la natura, ma l’uomo e la sua azione, la vita. Allora che il lago sia grande o piccolo… che importa?! O che le montagne siano suggerite come ridotti spezzoni di roccia…
    E’ a me che brillano gli occhi a volte. Lei mi ha fatto vedere quello che non vedevo.

  3. Alchemilla ha detto:

    Perché io t’adoro professore…
    Non puoi aprire una scuola per professori…
    Sarebbe un sogno per tutti gli studenti.
    E per i genitori come me che ci tengono davvero!

    Aiutami a trasmettere la voglia di imparare a mia figlia!!!

  4. Maria ha detto:

    Condivido pienamente ciò che dice Alchemilla…E poichè sono una neolaureata aspirante prof. di lettere…Mi prenoto x il tirocinio con il prof. D’Avenia!!! 😉 😀
    Complimenti…

  5. monica ha detto:

    “poesia
    è il mondo l’umanità
    la propria vita
    fioriti dalla parola…”

    “…di questa poesia
    mi resta
    quel nulla
    d’inesauribile segreto”
    (Ungaretti, da “Poesia” e “Il Porto sepolto, 1916)

    Grazie che sei tornato!

  6. silvia ha detto:

    La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna. (Oscar Wilde)

  7. Silvia ha detto:

    Beh, passaci tutti i link direi! O alla nostra eta’ e’ troppo tardi?

  8. Benedetta ha detto:

    Ehi perdonami se esco fuori traccia, ma io ho un professore di italiano che ti adora! per qualsiasi cosa cita il tuo romanzo, così mi sono incuriosita e l’ho letto. Però la settimana prossima devo fare la presentazione del libro difronte alla classe, ho paura di essere troppo minimalista e materialista nei confonti del tuo racconto, della tua storia, della tua esperienza e quindi della tua vita! consigli?????? … attendo una tua risposta….

    P.s: leggiti questa(spero ti faccia riflettere!)

    Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
    giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
    rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

    Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
    bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
    proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
    sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
    all’errore e ai sentimenti.

    Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
    lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un
    sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
    consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
    non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
    chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
    giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

    Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
    fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
    chiedono qualcosa che conosce.

    Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
    richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
    respirare.
    Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
    felicità.

    (P. Neruda)

  9. Giadaaa:) ha detto:

    Ciao Alessandrooo! So che non c’entra nulla sulla poesia, ma volevo veramente ringraziarti per stamattina, che sei venuto a cagliari a parlare con noi ragazzi. Sei stato FENOMENALE! Grazie ancora 😀 A presto!
    Giada, da Iglesias.

  10. Deborah ha detto:

    La poesia è bellezza. E l’ho scoperto solo grazie a mio padre, a cui brillano gli occhi mentre legge i versi di qualche poeta, non importa di quale nazionalità. L’ho imparato soprattutto leggendo Dante, che sa infondere poesia e bellezza anche nelle più truci punizioni infernali. Però l’ho scoperto da sola. Nessuno a scuola ha mai provato a farmi toccare con mano la bellezza della poesia. Nessuno mi ha letto ad alta voce Oh me! Oh vita! trasmettendomi un po’ di amore per quello che diceva. Sono triste perchè la mia professoressa di italiano dovrebbe essere la prima a comprendere la poesia, ma sono felice perchè nonostante tutto, la bellezza della poesia mi ha toccato.

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