23 marzo 2010
Educare
goffamente, dentro
di te.
Perdonami il dolore, qualche volta.
E’ che da te voglio estrarre
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo,
immerso nel tuo fondo, preziosissimo.
E afferrarlo
e tenerlo in alto come trattiene
l’albero l’ultima luce
che gli viene dal sole.
E allora tu
verresti a cercarlo, in alto.
Per raggiungerlo
alzata su di te, come ti voglio,
sfiorando appena il tuo passato
con le punte rosate dei tuoi piedi,
tutto il corpo in tensione d’ascesa
da te a te.
E allora al mio amore risponda
la creatura nuova che tu eri.
P.Salinas, La voce a te dovuta, [XLI]
Salve Alessandro,
sono un ragazzo di roma e sto leggendo il tuo libro, libro che nella sua leggerezza mi sta avvolgendo ed emozionando. Per questo volevo ringraziarti.
Spero un giorno di conoscerti perchè anche io forse avrei voluto un prof come te.
Bacio.
G.
P.s. ti ho aggiunto su fb 🙂
Splendida..
Ale
A te si giunge solo attraverso di te.
Ti aspetto.
Io certo so dove sono,
la mia città, la strada, il nome
con cui tutti mi chiamano.
Ma non so dove sono stato con te.
Lì mi hai portato tu.
Come potevo imparare il cammino
se non guardavo altro che te,
se il cammino erano i tuoi passi,
e il suo termine l’istante che tu ti fermasti?
Cosa ancora poteva esserci
oltre a te offerta, che mi guardavi?
Ma ora,
quale esilio, che assenza
essere dove si è!
Aspetto, passano treni,
il caso, gli sguardi.
Mi condurrebbero forse
dove mai sono stato.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità
tornare ancora,
ripetere, mai uguale,
quello stupore infinito!
E finchè tu non verrai
io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni,
delle scie, immobile.
Perchè so che là dove sono stato
nè ali, nè ruote, nè vele
conducono.
Hanno tutte smarrito il cammino.
Perchè so che là dove sono stato
si giunge solo con te, attraverso di te.
“[…] e tenerlo in alto come trattiene
l’albero l’ultima luce
che gli viene dal sole.
E allora tu
verresti a cercarlo […]”
Questo è il passaggio che ha scoccato una freccia dritta al mio cuore. Un’immagine luminosa, una metafora delicata. Mi figuro quest’albero, imponente, che arriva a sfiorare il cielo e che, tuttavia, ha bisogno di catturare l’ultimo bacio di luce del sole per sentirsi veramente vicino ad esso. E poi penso a quella perla sfavillante e calda, rimasta incastrata tra i rami, custodita dalle foglie e ansiosa di vedersi raccolta da mani umane. In un semplice ma potente gesto d’amore. Trovo che sia una scena straordinariamente bella. Vibrante di quella roba forte che chiamano “emozioni”.
anche il romanzo è forse un gesto d’amore..
solo l’umanità con cui è narrata la storia, una terribile storia, impedisce di annegarci dentro. Anche se il naufragio è in certi punti inevitabile. Ma, infine, non definitivo
Claudia ’78
“Perdonami il dolore, qualche volta.
E’ che da te voglio estrarre
il tuo migliore tu.
Quello che non vedesti e che io vedo,
immerso nel tuo fondo, preziosissimo”
E’ il nostro lavoro di ogni giorno, Ale.
Myriam
Ogni volta che ho amato profondamente un libro mi succede di amarlo anche fisicamente si si hai capito bene….proprio il libro materialmente parlando. E’ questo è successo con il tuo….Nel senso che se vado in libreria vado subito a guardarlo, quasi a vedere come sta, quante copie hanno venduto (l’altro giorno per caso ne ho fatti comprare 2 giacchè gli ebeti della libreria non sanno consigliare nulla, del resto non leggono….) e subito appena incontro il suo sguardo, senza accorgermene , mi sorride il cuore, mi zampilla l’anima…come vedere un amico, un fratello .Non lo so o sono pazza o forse sono quelle straordinarie emozioni che riaffiorano di colpo..Come con “venuto al mondo”, ogni volta che guardo quella copertina verde, mi perdo in un attimo di felicità e di pace pura…Poi il tuo addirittura mi da una sensazione particolare soltanto a pronunciare il titolo…bellissimo.Secondo te è normale? In ogni caso è una senzazione fantastica. Mi dai una percentuale per tutte le copie che sto regalando?
Salve Professore
la voglio ringraziare per avermi dato(o megli me l’ha dato come compito il buon Gianluca) finalmente un libro da divorarmi la sera prima di dormire,un libro che parli di noi un libro in cui perdermi e allo stesso tempo ritrovare me stesso nei pensieri di Leo & Co.
bellissima anche l’idea del blog la trovo un modo per fare capire che anche i prof sono umani(come dice anche Leo)e trovo che questa poesia di Salinas rappresenti quello che deve essere lo scopo di un prof,quello che lei e De Sanctis condividete e quindi grazie per avermi fatto capire ancora più di quanto non lo sapessi già l’importanza di avere un prof Sognatore come lei o De Sanctis…grazie
e
ciao alessandro. ti do del tu perchè sono più vecchio di te di due anni. sono un sacerdote e ho appena terminato il tuo libro. l’ho divorato. mi ha fatto riflettere e mi fa pensare a tanti ragazzi che incontro nel mio ministero. mi piacerebbe poterti contattare. grazie ancora. don francesco