Lo strano caso di Ogni Uomo
Un film che vale la pena vedere. Un racconto di Fitzgerald che vale la pena leggere. Mi sono sempre chiesto – e la lunga malattia di mia nonna ha approfondito la domanda – se la vecchiaia non sia altro che una fregatura. In fondo anche il figlio di Dio fatto uomo, che dell’uomo ha sperimentato tutto, una cosa non l’ha vissuta: la vecchiaia.
A che serve la vecchiaia se è solo un periodo di rimpianto del passato?
Questo film me lo ha fatto intravedere.
La vecchiaia è come l’infanzia. Un periodo in cui sono gli altri a doversi prendere cura di te e tu avere la semplicità di farti “curare”. Dopo l’ebbrezza della giovinezza e della maturità, in cui si pensa di fare qualcosa di grande al mondo arriva il momento di lasciarsi amare, che non è meno importante di amare.
Un mondo in cui ci si prende cura di bambini e vecchi è un mondo in cui vale la pena vivere.
Andate a vedere il film. Leggete il racconto.
Ancora una volta la buona letteratura regala occhi nuovi sul nonplusultra quotidiano.
L’ho visto e l’ho letto.
Ma anche se si percepisce la vecchiaia come un tempo di rimpianti,film a parte, io la vedo piuttosto come l’età del “ricordo” più che del rimpianto.
In fondo, i rimpianti ce li abbiamo tutti a tutte le età: i giovani spesso vogliono ritornare bambini, gli adulti spesso vogliono ritornare giovani o bambini, gli anziani spesso vogliono ritornare adulti o giovani o bambini. In fondo è anche questa la pericolosità e insieme l’eccezionalità delle cose della vita: si vive un’età, poi la si lascia e spesso la si vorrebbe rivivere, anche se si sa che non si può. Lo si fa in un altro modo, ridiventando bambini o, per chi può, prendendosi cura degli altri.
Ma gli anziani hanno qualcosa di diverso negli occhi: ricordano il loro tempo, ed in questo ricordare è forte anche il minimo insegnamento. A volte lo fanno con un pò di amarezza, ma non finiresti mai di ascoltarli, anche se parlano solo con gli occhi o con i gesti.
Penso che l’età del rimpianto può esserci come può non esserci, anche, per esempio,in un neonato che è appena uscito dalla pancia della sua mamma. Il suo pianto potrebbe significare: “uffa…stavo così bene lì dentro, non potrei ritornarci?”
p.s.: non avevo mai riflettuto sul fatto che Gesù non avesse vissuto la vecchiaia. Chissà perchè a 33 anni e non a 103…! Scoprilo prof!
Carmen
Ho visto il film. Poetico e commovente… Solo un particolare mi è sfuggito: che fine ha fatto la figlia della protagonista???
Carmen: è vero, ogni età ha il rimpianto della precedente. Ci vuole il coraggio del futuro per crescere. Quanto alla ricerca che mi hai assegnato: la vedo grigia…
Isabel: beh è la ragazza che legge la storia alla madre, che fine faccia quando esce dalla stanza nessuno lo sa, se non nella propria immaginazione…
Caro Prof, senza correre il rischio di essere autobiografico, avendo raggiunto i 65 anni, penso di aver iniziato il percorso della vecchiaia, e mi sta succedendo qualcosa che non mi aspettavo: una serena e spontanea rivisitazione della mia vita, che mi sta riempiendo il cuore di gioia, poichè mi da la possibilità di rivivere tutti i momenti vissuti con lo sguardo e la saggezza della maturità. C’è un recupero di cose trascurate, un giudizio sereno sulle cose sbagliate, la gioa delle cose belle e buone che hai fatto per te stesso e per gli altri. Quindi aggiugo che oltre che un periodo della vita caratterizzato dal “lasciarsi amare” e anche un periodo di arricchimento personale, poichè ti da la possibilità di capire quale grande regalo è stata la vita che il Signore ti ha donato, e che adesso puoi offrire agli altri con rinnovata freschezza .Per concludere: un periodo della vita in cui si intrecciano amore e gratitudine,
ciao Baffo
Baffo: non aggiungo altro. Grazie.
Bhè, già che la vedi grigia è un passo. Non la vedi proprio nera nera!
Forza prof!
Carmen