San Valentino al contrario
Una telefonata disperata. Due cari amici fidanzati in grave crisi. La dura e dolorosa verità che viene a galla. La difficoltà di accettarla questa verità e lasciarsi. La paura di rimanere soli. Dolore da entrambe le parti. Tanto dolore. Dopo tanti sogni… Dopo tanto tempo…
Rifletto in silenzio, cercando di trovare le parole che possano dare un aiuto. Ma trovo solo la crudezza della verità. Sì perché quello che dovrei avere il coraggio di dire è che due solitudini non fanno una storia d’amore, ma una solitudine più grande…
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“… i tuoi vili tentativi di illuderti sull’amore quando sai perfettamente, al pari di me, che tra noi non c’è mai stato altro che disprezzo e sfiducia e una terribile, morbosa dipendenza della nostra reciproca debolezza”.R.Yates, Revolutionary Road
E’ possibile lasciarsi dopo 4 anni e conservare un meraviglioso ricordo di ogni istante passato insieme? E’ possibile scoprire che la strada percorsa insieme è arrivata ad un bivio e per rispetto reciproco è meglio separarsi e nonostante questo continuare a stimarsi, volersi bene, considerarsi amici?
E’ possibile, a me è successo.
E quello che resta non è solitudine, è gratitudine per il tempo trascorso insieme, anche se la solitudine mi spaventa e sento la mancanza di quel qualcosa di grande che ha illuminato la mia vita. Ma un amore vissuto davvero, un amore che permette ad entrambi di realizzarsi, crescere, scoprire l’altro e se stessi, un amore che è rispetto e stima reciproci, può finire senza lasciare traumi ed apparirci meraviglioso e degno di essere vissuto nonostante la tristezza.
Si ama come si vive…se non ci si risparmia, se si mette in gioco tutto pensando all’altro prima che a se stessi e se si trova chi ha il coraggio di fare altrettanto, se si ha il coraggio di andare davvero dentro l’Amore alla fine si scopre che comunque vada ne vale sempre la pena.
Per me è esperienza vissuta, per quanto sia difficile crederlo…
P.
Amore è anche stare lontano dalla persona amata quando la realtà, la cruda realtà, mostra che si vuole più il bene di quella persona quando si ha il coraggio di vivere il “distacco”: guardando al futuro dell’altro (al suo destino) oltre al proprio cuore.
Amare significa conoscere, amare significa crescere, ma dopo che si cresce a volte bisogna rendersi conto che si è cresciuti in modo molto diverso l’uno dall’altro… e che, a volte, bisogna riconoscere la cruda verità di un’incompatibilità oggettiva.
Una storia d’amore che continui in un’amicizia? Io non ci credo più.
Forse a volte può accadere, a volte è meglio invece staccare per molto tempo (uno dei due la vivrà sempre con dolore) e magari recuperare quel rapporto dopo molto, molto, molto tempo… con una naturalezza che stupisce, che incanta.
Come fai Prof a dire ad una persona di riconoscere la realtà? beh, probabilmente non la potrai mai convincere, probabilmente rifiuterà ogni giudizio esterno a quello del suo cuore (dilaniato e distrutto dal dolore) e quindi ti toccherà soltanto ascoltare e… continuare ad ascoltare.
Significherà forse condurla per mano a disinfettare le ferite finché non si cicatrizzeranno naturalmente, magari a volte scuotendola energicamente per riportarla alla realtà della vita.
Penso che sia un pò come dire ad una madre che ha appena perso il proprio figlio: «Deve sapere, Signora, che suo figlio la guarda dal Cielo…».
Chi ci ha mai provato? (senza ricevere una qualche mala-parola?)
Il dolore dell’anima è un dolore forte.
Accettarlo non è semplice.
Comprenderlo non lo è ancor di più.
Le scelte in questo senso sono dure, per noi stessi e per l’altra persona.
Perdonare ed andare avanti.
Oppure perdonare e ognuno per la sua strada.
O lasciarsi, pur avendo nel cuore un amore immenso da dare a quella persona, che purtroppo ci ha delusi e a cui purtroppo non sappiamo dare di più.
Non c’è una risposta, nè una scelta migliore dell’altra, nè un consiglio degno di questo nome.
C’è solo la speranza, che questo dolore possa essere accettato.
E se l’amore è più forte, andare avanti.
Se non lo è, accettarne i limiti.
Perchè per quanto possiamo mettercela tutta, l’amore umano è pieno di limiti.
Ma non il dolore.
p.s.:in questi giorni sono stata assente ( causa esami), per cui leggo solo ora i tuoi ultimi post. Ma credo valga il detto “meglio tardi che mai”.
Ho votato le foto, e ho fatto un pò di pubblicità sul mio piccolo blog.
Ciao prof!
Carmen
Per quanto banale possa sembrare il tempo è l’unica cura a questo tipo di male…Solo il tempo..Il dolore di oggi serve a costruire al felicità di domani…Esperienza vissuta in prima linea 🙂
Perfetta la scelta di Hopper Prof 😉
Ben tornato
e allora? finisce tutto così?ci siamo presi in giro e basta??
Un amore che finisce può definirsi realmente amore?
Può un amore vero finire?
P.: la tua storia non è come quella descritta. Io parlo di una storia che comincia proprio tra due solitudini, che si illudono di incontrarsi e non si incontrano mai. Forse è cinico il mio discorso, ma ci rifletto da un po’ e vedo tante storie finire per una fragilità intrinseca. Non ci si può donare ad un altro senza prima possedere sè stessi.
Me: hai ragione. Si tratta di stare vicino. Ascoltare, ascoltare, ascoltare. Ma gurdare in faccia la realtà è importante: è amore o dipendenza? Copre la mia solitudine e quindi mi imprigiona o mi dà pace?
Carmen: spero gli esami siano andati bene. Ben tornata. L’amore umano è pieno di limiti. Bisogna ricordarselo. Per crederci ancora di più e non illudersi che l’altro ti possa salvare.
laquintafiglia: lo sai che la mostra di Hopper la si va a vedere insieme sorella! Si soffre sì, comunque. Però poi si è liberi. L’amore che non dà pace è fragile.
furnsi: dipende da come è iniziata la storia. il mio è solo un esempio concreto di qualcosa partito male.
proozoo: un amore “vero” non credo possa finire. occorre però intendersi sulla parola “vero”. Tu che dici?
Avevo capito, il punto è proprio chiedersi come e perchè comincia una storia… e se quello che abbiamo perso era Vero Amore 😉
P.
Io personalmente ho vissuto una storia che è nata semplicemente da dua anime che soffrivano di solitudine.
Questo tipo di relazione se non ha un evoluzione rischia di creare una dipendenza da entrambe le parti che alle volte può essere veramente esasperante e portare alla rottura.
Alle volte, come è accuduto, questa subisce, non senza sofferenze, un evoluzione e si comincia a prendere lo stesso ritmo, lo stesso passo.
Ti farò sapere in futuro se la situazione sarà precipitata di nuovo o avrà veramente trovato una sua direzione.
Prendo l’occasione, visto che ti seguo da molto, per ringrazziarti.
Ti ringrazio perchè ti occupi dei problemi che intaccano le persone, la loro anima e il loro spirito. Questi oggi non sono problemi la cui soluzione genera un plusvalore econimico e per questo tendono ad essere messi da parte perfino dalla scuola.
Pietro
Mi è scappata una “z” nel primo ringraziarti. Non me ne vogli a male l’accademia della crusca 🙂
P: 😉
Pietro: grazie per la tua sincerità e simpatia. Hai aggiunto quello che mancava al mio post: la possibilità di raddrizzare la rotta. Complimenti! A presto. Ti perdono la z ma “un’evoluzione” senza apostrofo no! 😉
non saprei… come definire un amore “vero”?
non riesco a trovare una definizione adatta. scusami
prozoo: un amore vero per come lo intendo io (l’altro diventa un altro te stesso) non può finire. Sarebbe come suicidarsi…