Incubo di Natale
Natale 2008. Dio decise di dare una controllatina alla terra per capire lo stato della storia universale. La situazione era precaria: gente che lo ignorava da un lato, gente che non faceva altro che chiedergli cose dall’altro. Nessuno più voleva Lui e basta. Volle allora fare un gesto straordinario e tornare a incarnarsi. La cosa migliore da fare sembrò nascere in televisione. Tutti amavano, credevano, speravano nelle persone della televisione. E Dio che voleva essere amato, creduto, sperato dagli uomini scelse la televisione. Suo padre doveva essere della famiglia di Davide. Scelse David. David Beckham: bello, prestante, dagli addominali scolpiti. Come madre scelse Veronica Ciccone, che si faceva chiamare già Madonna e quindi andava benissimo. Bella anche lei grazie ai prodigi del trucco: in tv il tempo non passa, come nella vita eterna. Inoltre si era appena separata da suo marito quindi risultava libera, anche se non proprio “like a vergin”. Milioni di profeti della pubblicità ne annunciarono la venuta prossima su tutti gli schermi. Un evento mai visto e assolutamente da non perdere. Si manifestò sotto l’aspetto di un perfetto single, già maturo e affascinante. Chioma brizzolata, fisico perfetto, un bicchiere di martini con del ghiaccio, scarpe nere Prada, abito nero Armani, profumato di Dolce&Gabbana, occhi neri magnetici, da dio. Era veramente un dio da lasciare annichiliti gli uomini. E tutti volevano vederlo, toccarlo, avere un autografo, comparire in televisione con lui: stare con lui. E la televisione era diventato il nuovo paradiso: tutti volevano andarci e rimanerci per sempre, perché c’era Dio. Dio era finalmente famoso e finalmente Dio sarebbe stato amato, creduto, sperato. Come un vero divo (che poi significa divino). Peccato non averci pensato prima…
Quando mi sveglio da questo incubo il calore di un presepe brilla in un angolo della mia stanza. La televisione è irrimediabilmente spenta: non c’è proprio. E Dio è un bimbo. Il bimbo non ha pannolini prada o armani; non è uno scapolo d’oro da lasciare il fiato corto; papà e mamma sono un falegname e una ragazza semplice; devono insegnargli tutto: a camminare, a leggere, a scrivere, a mangiare composto. Attorno a lui c’è qualche animale e dei pastori che odorano di pecora e di bosco. Il Dio dalla vita indistruttibile, fuori dal tempo, misterioso creatore e signore del cielo e della terra è veramente alla portata di tutti: un bimbo in balia delle mani – delicate o ruvide – degli uomini. E così ancora oggi, 25 dicembre, posso prendere in braccio Dio. E mentre lo faccio scopro che è Lui a tenere me in braccio. E per questo spero e credo in lui. E per questo lo amo. E per questo voglio stare per sempre in Paradiso con Lui.
***Auguri di cuore a tutti. Per un Natale volto all’essenziale: Dio e l’amore per gli altri.
Ci ritroviamo da queste parti il 31 dicembre.
Adesso c’è bisogno di silenzio.
Un Dio che si è fatto Bambino e che
si è consegnato, inerme ed indifeso agli uomini lasciandoli liberi di accettarlo o rifiutarlo,
é un Dio che mi innamora e al quale voglio donare tutta la mia vita. Grazie Gesù !
Baffo
Splendido racconto Prof.
Grazie
Caro 2.0, ho letto il tuo post e l’ho trovato curioso e particolare. Mi preme sapere qualcosa a riguardo che forse, e dico forse, non mi è proprio chiara e cristallina a livello porico. La realtà è che sono in linea di massima d’accordo, ma c’è qualcosa che mi sfugge, e mi piacerebbe davvero moltissimo che tu mi risponda adesso o quando puoi, scusa se ti costringo a questo sforzo, ma sono curioso (e sai com’è la curiosità: non sai mai come arrestarla e metterle un freno tangibile) e allora, a questo punto, arriva la mia domanda che poi sorge, come già accennavo, spontanea e dal cuore, quasi fosse viscerale, e mi sento portato a farlo, anche se so che per te potrebbe rivelarsi arduo rispondere, perché la mia richiesta non è facile… il punto è: ma in questo mondo di gente perbenista che cerca nelle cose quotidiane e materialiste, fatte di quella ipocrisia che serpeggia in continuazione, è possibile la realizzazione di un sogno, che poi è quello di cui tu accenni – implicitamente, ma anche esplicitamente – che non ci fa ben capire la motivazione? Io trovo che il cuore ci debba guidare nella ricerca di Dio, che, in fondo, non è poi così lontano da noi… a volte, dobbiamo solo tendere un orecchio per ascoltare la sua voce che ci parla e ci sussurra che non siamo soli, ma che lui si rispecchia in ognuno di noi, per quello che poi puoi ritrovare ai giorni d’oggi.
Fammi sapere che ne pensi, perchè mi interessa veramente
P.S. scusa l’ora, ma non mi trovo in italia.
Baffo e Laquintafiglia: grazie!
filippo: non so se ho capito la tua domanda. Non vorrei perciò rispondere inadeguatamente. Riformulamela in modo diretto. Per adesso ti ringrazio e posso dirti che quel sogno – se ho capito bene – si sta realizzando. Da quando Dio si è fatto uomo non esistono più cose quotidiane esclusivamente profane. Tutto porta a Lui perchè tutto è stato da Dio vissuto: dai pannolini al sorriso.