Regali che non si sciolgono
Ieri passeggiavo per le strade del centro. Pur essendo domenica erano gremite di persone risucchiate da vetrine rutilanti. Tutti erano – alla faccia della crisi – pieni di pacchi e di regali. I volti sembravano felici. Non ce l’ho con i regali. Mi sono però chiesto che felicità fosse quella dipinta su quei volti. Mi è tornato così in mente questo passo di uno splendido libro (il tu a cui è rivolta la lettera è Mozart e il contesto l’essere stato sorpreso per le strade natalizie della propria città da un coro che cantava l’Ave Verum di Mozart, che sto riascoltando mentre scrivo, fatelo anche voi vi prego):
Io non sono molto religioso. Tu – insistente, soave, di una dolcezza inesorabile – mi costringevi tuttavia ad un esame critico. Perché festeggi il Natale? mi domandavi. Perché spendi tutti quei soldi? Le risposte raggiungevano la mia coscienza e mi facevano paura. Dopo che per tutta la mattinata mi ero sentito buono, scoprivo che ero soprattutto soddisfatto di me: cancellavo l’egoismo che aveva contrassegnato il mio comportamento durante l’anno, compensavo con regali le premure che non avevo avuto, le telefonate che non avevo fatto, le ore che non avevo dedicato agli altri. Invece di irradiare generosità mi compravo la tranquillità dell’anima. La mia frenesia di doni non aveva niente di evangelico: era un investimento preciso teso ad acquistarmi una buona reputazione. Non auguravo la pace, auspicavo la mia. Ed ecco che venivi tu a ricordarmi cosa festeggiamo: la nascita di un Dio che parla d’amore…
(E.E.Schmitt, La mia storia con Mozart)Prof 2.0 vuole impegnarsi quest’anno a fare dei regali che siano pezzi di vita donata. E non solo cose.ps. Naturalmente il libro (a cui è accluso il cd da ascoltare durante la lettura delle lettere associate ai brani mozartiani) lo consiglio vivamente… anche come regalo!
Che dire? Ho fatto come hai consigliato, Prof, sono andata a cercare l’Ave Verum di Mozart e, testo alla mano, l’ho ascoltato (o si dice ascoltata?). E’ stato commovente. E’ splendido! Ho aggiunto il libro alla lista dei desideri, che, leggendo questo blog, sta diventando fittissima!
La riflessione sui regali è, come al solito, semplice e spiazzante. Anche io mi sono resa conto di fare i regali cercando la mia pace, non quella degli altri. Ed è così che vivo un po’ tutto il Natale (ancora più in generale, è così che vivo tutto).
Magari riesco a cambiare, almeno nel fare i regali. Posso chiederti che cosa intendi in concreto, dicendo “impegnarsi quest’anno a fare dei regali che siano pezzi di vita donata”?
Grazie 🙂
Terry: non ti buttare giù… Non ci credo che vivi tutto così. La tua domanda è personale, vediamo cosa riesco a dire. Per esempio: passare prima di natale un po’ di tempo con la persona a cui farò il regalo, telefonare invece di mandare degli auguri via mail, scrivere una lettera a mano, chiedere scusa per la mia assenza e superficialità… Insomma tempo preso e regalato all’altro. A te la scelta di come declinare la sfida…
“Pezzi di vita donata”che bella definizione!Noi i regali ce li “costruiamo”da soli,anche i biglietti d’auguri ,ormai è una tradizione.Ma mi chiedo quanti apprezzeranno?Mio marito vedendomi presa da mille cose mi chiedeva :”Ne vale la pena?”Quando per pochi euro si hanno oggetti simili!Ecco la risposta l’ho avuta in questo post!Grazie!
Io dico questo controcorrente :
1) è vero , la cosa piu’ bella è regalare pezzi di vita, ma al di là della bella frase vediamo cosa vuol dire. Non parlo del tempo , parlo di cose fatte da noi con le nostre mani .
2) Non dimentichiamoci che chi ha in mano un pacco ha in mano un regalo e quindi non è una cosa sua e questo succede a Natale. A Natale è l’unico momento in cui sei quasi certo che il pacco in mano ad una persona è per un altro. E’ poi così negativo? O lo si sfrutta per fare un discorso generico sul consumismo peraltro deprecabile se esagerato?
3) Il Natale non sono i regali , è vero, ce lo dicono dalla nascita ma i regali sono per gli altri , sono per donare , per fare del bene, per fare felici, per fare piacere. Che bello, dico io, vedere tutti concitati in centro, a guardare le vetrine, che bello vedere i genitori che comprano giocattoli per i figli , i fidanzatini che timidamente guardano una vetrina che solitamente non guardano mai, le nonne che pensano ai nipotini ed i vecchietti che ti chiedi a chi faranno quel dono che però tengono stretto nella mano tremante. Bello , bellissimo.
4) Vedere il centro pieno di gente che corre coi pacchi è anche un’esplosione di generosità forse costruita ma migliore di tante brutture del mondo.
5) Nessuno mi dice di scegliere tra comprare concirtatamente dei regali ed un canto gospel (come si dice?) in un mercatino di Natale mentre nevica e viene scoperto il calendario dell’avvento dalle finestre di un palazzo. Nessuno mi chiede di scegliere, nessuno mi dice che gli acquisti sostituiscono tutto questo.
Allora non chiediamocelo noi!
Alessandro: non ce l’ho con i regali, che pure farò naturalmente, ma con i regali senza cuore. E l’unica cosa che l’uomo può veramente regalare agli altri è il suo tempo (indipendentemente dal fatto che lo usi per fare qualcosa con le sue mani o solo per fare due chiacchiere). Io in questi giorni vedo tanta gente fare acquisti meno felice e sorridente di quando non li fa. Mi puzza… Non sono savonarola, solo guardo i volti della gente…