S.U.P.E.R.
Nel post del 3 dicembre ci siamo impegnati a salvare delle parole. Il neonato S.U.P.E.R. (Salva Una Parola e Ripetila), l’iscrizione al quale è gratuita e libera (si richiede solo un amore tenero per le parole), ha salvato una quindicina di parole. Le ho scritte su un foglio di carta bianco. Lette e rilette. In silenzio. Dal bianco della pagina che avevo davanti sono così emerse queste righe, in cui le parole salvate galleggiano, rese sicure dal salvaparole (la versione “grammaticale” del salvagente) che ciascuno di voi aveva lanciato per farle nuovamente respirare e salvarle dai marosi del disuso e dell’abuso:
Vorrei avere la fortuna di regalarti una parola dalla bellezza non effimera. Una parola scaturita dal silenzio dell’ascolto, dell’empatia e della riflessione. Una parola capace di creare intimità e lealtà. Una parola ricca di pietà, che dica la verità senza ferirti. Una parola che contenga e protegga sogni e speranze. Una parola che sia comunicazione vera e non solo di sé stessa. Una parola che se esistesse sarebbe un sinonimo nuovo di un’altra che pronunciamo troppo spesso invano, una parola capace di dissetare il cuore nel suo anelito più profondo, e che tu, ascoltando, saresti costretto a considerare in silenzio, stupefatto: Amore. Con la maiuscola: quello su cui saremo pesati alla sera della vita e che vince la morte e che non ci sarà più tolto.ps. le parole salvate vi ringraziano.
Come si può rendere un applauso telematico?..
le “mie parole”, ringraziano!!
clap..clap.. 😀
Noooooo… ancora devo aggiungere la mia parola! Aspetta!!!
Franca M.: grazie.
ape: conserviamo la tua parola per il prossimo salvalaparola…
Bellissima! Grazie
P.
Anch’io sono in ritardo, ma poco importa, la mia parola è: “persempre”(si tutta unita).
E’ la parola che ha dato valore a tutte le cose belle e importanti
della mia vita, e che continuerà a
dargliene. Oggi se la usi ,in un mondo dove manca l’impegno, vieni come minimo considerato un “presuntuoso sognatore”.Sempre meglio questo giudizio su te stesso
da parte degli altri che quello di “protagonista momentaneo e
superficiale” della realtà che vivi.
Baffo
Baffo questa parola io l’ho imparata da te e mamma. Grazie!