Anche i genitori piangono
Passi di una mail giuntami a commento del post del 7 novembre, che mi ha costretto ad esaminarmi. Estendo l’invito a tutti i figli, più o meno giovani, che mi leggono…
Caro prof anche io sono un genitore e ti posso garantire che essere genitori è difficilissimo, anche se tu fai tutto quello che annoti nel tuo post, spesso ti ritrovi contro i tuoi figli, capita di sentirti definire nei modi più sconfortanti… ma nonostante tutto tu continui a dialogare ad essere presente a sostenere e voler condividere e ti ritrovi ogni sera a fare i conti con te stesso come genitore e metterti in discussione come tale. Sapessi quante volte ho pianto per il silenzio dei miei figli. Ho pianto per le loro risposte alle mie richieste. Sono stato quasi sempre molto disponibile, ho dedicato loro il mio tempo fuori dal lavoro, li ho sorretti, spalleggiati e coccolati li ho amati, li coccolo e li amo ancora di più ora, sono la vita mia e di mia moglie, ma credimi essere genitori è la missione più difficile…
Al mattino dico al Grande Padre: pensaci Tu te li consegno.
Prof, ti prego di’ ai nostri figli quanto li amiamo e quanto cerchiamo molte volte in loro uno sguardo che ci indichi il momento di parlare e di esserci.
“Quanta verità in queste parole!Come mi sono ritrovata in quello che dici..Condivido ogni sentimento e parola espressa! Vorrei tanto che i nostri figli solo per un attimo ,qualche volta, si fermassero a riflettere su quanto è difficile per noi genitori, a volte, incontrarli..”
franca: grazie per le tue parole. Vediamo se qualche figlio interviene anche anonimamente…
Noi ragazi siamo ben consapevoli di quello che voi fate per noi, ma come è capitato anche a voi suppongo c’è un periodo della nostra vita, nella vita di ogni uomo o donna che sia, in cui dobbiamo per forza cotrapporci a voi genitori
Lettera bellissima, peccato che siano i genitori molto spesso a sbagliare proibendoci di fare “nuove scoperte” e ce le precludono senza neanche conoscerle, quindi è normale che non gli diciamo niente perchè non ci capirebbero, perchè la verità è che non si ricordano più di avere avuto la nostra età, quindi prima di dare la colpa a noi conviene ai genitori farsi nu’esame di coscienza
professione: genitore. è un lavoro a tempo pieno e come al lavoro si possono trovare capi buoni, disponibili e affetuosi come si possono trovare capi burberi, freddi e a volte maleducati. Non si può fare nulla. da figlia dico solo, parlate ai vostri figli. dite ciò che pensate e tutti i ragazzi hanno sempre un orecchio per ascoltare…
anonimo: che significa quel “per forza”?
fiammetta: fai un esempio se non è troppo compromettente…
anonimo genitore: realismo e sapienza.
Non credo sia sufficiente il solo amore. E’ fondamentale che un genitor sappia ascoltare il proprio figlio, altrimenti non riuscirà mai ad instaurare un buon rapporto con lui.
Da figlio credo che si debba ringraziare i genitori, che si fanno in quattro per noi, che non dormono la notte per pensare ai nostri problemi, alle nostre difficoltà! Non ci sono scuse che tengano. OGNI parola detta e OGNI azione compiuta dai genitori merita un GRAZIE profondo, e non può essere un capriccio a farci dimenticare che ogni giorno vivono per poterci vedere cresciuti di un attimo!
Per questo, grazie mamma, grazie papà!
Premetto che ho 4 figli dai 14 ai 20 anni,ma in famiglia non abbiamo problemi di comunicazione e/o mancanza di rispetto.Già da piccoli li abbiamo coinvolti nelle decisioni,li abbiamo rispettati,mai offesi o prevaricati!Non controlliamo i computer ,cellulari,cartelle ,diari,ma ci parliamo.Non ci mettiamo in “cattedra”ma sullo stesso piano elasticamente !Si può non essere d’accordo,ma le decisioni ognuno le deve responsabilmente prendere da sé!Meglio fare un errore oggi e provare,che un disastro domani.Inutile dire: “Guarda che è così!” Chi siamo noi per decidere e sapere per certo che certe cose sono sbagliate?!Se un figlio non si vuole confidare,bisogna rispettare il suo silenzio,la sua voglia di indipendenza,naturalmente facendogli capire che noi genitori ci siamo,senza asfissiarlo!Che poi di notte i genitori piangano penso sia inevitabile,l’ansia,la paura,le prospettive per il loro futuro,le soddisfazioni che vorremmo avessero,tutto il meglio per loro ,che comunque non potremmo mai dargli.Essere genitori è un lavoro d’amore continuo e faticoso che deve sempre cambiare e aggiornarsi!
anonimo 1: ascoltare credo che sia la prima forma di amore. che ne pensi?
anonimo 2: mi sa che userò il tuo commento in un post! Grazie!
anonimo 3: idem! E che respiro di speranza ed entusiasmo. Allora è possibile riuscire!
Sì, ma se un figlio ha bisogno continuamente di sfogarsi e il suo genitore lo ascolta un pò, poi lo interrompe e dice “sì, va bene, ma tu non ci pensare”, il figlio si sente sminuito nelle sue problematiche!
Ecco dove è la fatica ,fra l’altro di un genitore,ascoltare veramente,anche se si hanno mille cose da fare ,anche se si sta crollando dal sonno,bisogna interessarsi attentamente anche se il racconto di un compagno e delle sua avventure,o il modo per costruirsi un proiettore olografico in casa o l’ultimo programma per il computer ci farebbero sbadigliare!Pensare che ciò che ci viene detto è importante per chi racconta e dunque va ascoltato!E’ come un ponte che viene continuamente messo in manutenzione,ogni volta che interrompiamo o non ascoltiamo si perde un mattone.
Da figlio primogenito di 4 pesti, uscito da poco (e forse non ancora) dall’adolescenza, faccio solo ora un’enorme constatazione.
Io credevo che per venir fuori da un periodo così turbolento i ragazzi dovessero avere una forza interiore incredibile, decisione e volontà, perchè sembra che tutto il mondo ce l’abbia con loro, non gliene va bene una, etc. Ok, va bene, continuo a crederlo.
Ora è inutile dire ad un ragazzo di 15/17 di fermarsi a riflettere un attimo su quanto un genitore gli voglia bene, se è consapevole del macello che combina.. tanto non vi ascolterà. E’ così punto. Ma non è insensibilità, tutt’altro. Gli psicologi parlano di corazza contro i danni esterni. Non ci sono andati lontani ma non è neppure così semplice. I ragazzi in questa tappa, vanno ad una velocità che noi non possiamo nemmeno immaginare: sono come dei meteoriti, dei missili, una palla legata ad un filo che rotea su un perno esercitando una forza centrifuga estrema: è impossibile fermarli. Qualsiasi cosa gli si lanci contro la respingono grazie a quella forza cinetica che esercitano e gli da velocità; le parole gli rimbalzano. Solo un atto di forza ancor più grande del loro potrebbe bloccarli, ma i risultati sarebbero devastanti. Provate a bloccare un meteorite. Provate a bloccare un missile.
Ma ciò non vuol dire smettere di lanciargli roba contro. Non avrà effetto subito, ma forse, dico forse perchè non è sempre così, potrà diminuire la loro velocità; altrimenti bisogna aspettare che esauriscano la loro energia, rallentino, si fermino. Non durerà per sempre. Allora quelle parole ritorneranno a galla, quegli oggetti scagliati contro.. e aiuteranno a riflettere.
D’altra parte se un ragazzo crede di essere in difficoltà, con problemi enormi ed incomunicabili, provi a comprendere (anche se, come ho appena detto, non lo farà) che se lui ha guai giganteschi, dietro di lui c’è qualcunaltro che deve sorreggerlo in una tale condizione, ma non è fatto apposta per quello. Non è un robot. Ha anche lui le sue magagne, i suoi dubbi e allo stesso tempo deve aiutarti. I genitori non sono perfetti, ma sono i nostri genitori. Se noi pensiamo di non essere compresi ma anzi feriti da loro o peggio, ignorati, proviamo ad immaginare come dovrebbe essere vedere la propria creatura, cresciuta, accudita ed amata che si ribella come un cane rabbioso ed inavvicinabile? Tentano di aiutare quell’animale, non sempre bene, ma vogliono solo il suo bene, ma ogni gesto positivo viene ignorato, ogni negativo raddoppiato.
E’ sfiancante. Dico davvero, da restare esausti. Per tutti e due: il cane che si dimena legato alla catena ed il padrone che tenta di avvicinarlo ed accudirlo.
Questo è il periodo di prova di una famiglia: qui vengono al pettine tutti i nodi. Se un figlio è stato cresciuto ed indirizzato rettamente ne uscirà con un amore ancora maggiore verso i suoi genitori. Loro, d’altra parte matureranno completamente come, appunto, genitori. Altrimenti è dopo questa tappa che i figli scappano di casa e le famiglie si sfasciano se non ci ha già pensato il divorzio. Credetemi, esperienza personale.
La medicina è una e una sola, insostituibile: AMORE ILLIMITATO, INCONDIZIONATO.
Alla prossima Alex
L’adolescenza è come un velo opaco che si frappone tra il giovane e l’adulto. Entrambi cercano di squarciarlo, ma è il giovane che deve riuscirci diventando adulto. E il velo scompare. L’adolescenza non si risolve, si supera; è come nascere nuovamente, una volta nati non si pensa più al parto.
anonimo: un genitore che fa così in realtà non sta ascoltando… come dice vanda in modo perfetto!
vanda: e quale è il segreto per avere queste orecchie così disposte ad ascoltare?
ex-alunnomanintroppo: noi due dobbiamo parlare! Meteoriti, missili, amore incondizionato. Ci sai fare! Grazie di cuore.
giorgio: l’adolescenza non si risolve si supera. Da incorniciare nelle camere da letto di genitori con figli adolescenti. Aggiungerei “insieme”.
1° commento:
A mio avviso conta molto la verità.
Nell’infanzia e nell’adolescenza ho idealizzato la figura di uno dei miei genitori. A un certo punto c’è stato il crollo: il crollo del mio modello (perchè ho saputo delle cose sul suo conto che nessuno mi aveva mai detto).
Ed è stato un disastro.
Ho iniziato a trattarlo con sufficienza e a pensare di essere migliore. Prima frantumazione interiore.
Poi mi sono accorta che somigliavo tantissimo al mio modello, e ho iniziato a pensare di non voler essere come lui, a contraddirlo (più o meno amabilmente) in tutto.
Seconda frantumazione interiore ed esteriore (nel rapporto con lui).
2° commento:
la verità è importante ma ciò non significa che il genitore debba trattare il figlio come se potesse essere l’ascoltatore privilegiato delle sue confessioni personali o riguardanti l’altra figura genitoriale.
E un genitore che non sta ascoltando e che non ascolta mai lo si deve amare comunque? lo si deve rispettare comunque? E’ la rabbia che mi insinua questi dubbi che ai più possono sembrare amorali
Dici bene che “è la rabbia”. Secondo me se cambi prospettiva la rabbia si riduce. Guarda tua madre e tuo padre con gli occhi con cui li guarderebbero i loro genitori o addirittura – se ci credi – con gli occhi del Creatore… come pensi che li veda? Pensi che siano imperdonabili?
L’Anonimo che ha scritto prima di te.
Se posso commentare l’anonimo al commento 2 , un genitore ,ma anche un marito/moglie,secondo me, mai si deve “confessare”o”confidare”interamente. Un pudore e una riservatezza devono rimanere,sono forse parole antiquate?Un genitore ,un compagno deve rimanere un sostegno ,deve essere equilibrato,anche con le sue paure e ansie,che non devono essere riversati sull’altro!Ognuno deve raggiungere il proprio equilibrio!Sto parlando di problemi strettamente personali,individuali,non della famiglia o peggio della coppia,che in questo caso non deve essere riversata sui figli.E’ l’esempio l’insegnamento migliore.Come si può sostenere gli adolescenti se noi non ci dimostriamo pronti e “forti”il necessario per aiutare? Se posso aggiungere mi sembra bellissimo l’esempio del missile dell’ ex-alunnomanontroppo,ma perché fermarlo,lanciargli oggetti contro,perché non indirizzarlo nella traiettoria?Non è bellissimo che siano lanciati nello spazio?Verissimo che i figli in ogni caso devono aver ben chiaro che un genitore è una persona,non un robot !Sono d’accordissimo sul fatto che ciò che si è seminato spunta durante l’adolescenza e che l’amore è il “cura”(vorrei dire concime!) migliore.E così rispondo anche alla domanda su cosa permette di ascoltare veramente :sempre l’amore.
Noi sappiamo benissimo quello ke fate x noi e ve ne siamo molto grati ma ora k stiamo crescendo nn possiamo + stare sempre attaccati a voi, abbiamo anke noi bisogno dei nostri spazi! spesso siete troppo attaccati nn ci date respiro anke se sappiamo benissimo ke lo fate x il nostro bene!! cmq sn contento di avere i miei genitori ke mi sn sempre vicini grazie mamma e papà!
p.s
prof è 1 grande
Leggo e imparo da tutti voi e vi ringrazio. A volte mi chiedo: se genitori e figli in fondo cercano la stessa cosa perché non si aiutano a raggiungerla? Perchè i genitori non lasciano spazi ai figli? Di cosa hanno paura? E perchè i figli se li prendono con la forza questi spazi e non di comune accordo?
1.perchè genitori e figli prendono strade diverse, a volte opposte e poi magari si ritrovano all obbiettivo. ma nn sempre le due strade sono giuste, spesso solo una lo è. si può dire anke in altro modo: il fine non giustifica i mezzi.
2. gli spazi se li tolgono a vicenda proprio xkè tt e 2pensano k la strada (il mezzo) intrapesa dall altro sia sbagliata. La paura più grande di un genitore è il futuro del figlio e la sua crescita col “mezzo” sbagliato. di conseguenza cercano di portare i figli dalla strada sbagliata a quella giusta (scelta da loro), e i figli contemporaneamente cercano di evitarer queste deviazioni k i genitori mettono sulla loro strada e ovviamente combattono x le loro idee. si crede spesso da entrambe le parti k nn ci sia altro mezzo k la forza o le regole/imposizioni. morale: entrambi hanno preso la strada sbagliata
Cosa proponi per imboccare la strada giusta?
Come figlia ho passato l’adolescenza già da un po’. Come mamma mi confronto ancora con le sfide che riguardano il primo decennio di vita. Se posso lo stesso dire la mia penso che i genitori dovrebbero astenersi dal riversare i propri bisogni, le proprie ansie e le proprie preoccupazioni sui figli. I figli devono essere lasciati liberi. Che non significa fare quello che vogliono, significa non legarli a sè e non dargli un carico che non è il loro. Non ho mai saputo allora quante notti i miei hanno passato svegli nelle preoccupazioni per noi figli (anche se sono state diverse) . Non spetta ai figli farsi carico di questa parte. Ai figli spetta crescere ed imparare il mondo. Mi sono ribellata tutta l’adolescenza, gliene ho dette e fatte tante, ma mai mi sono sentita dire che dovevo ringraziare. Oggi la gratitudine che sento per loro non si può esprimere con le parole. Oggi posso dire che è il minimo che gli devo. Credo che bisogna avere fiducia nei propri figli, che se gli insegnamo l’amore e siamo presenti con loro, prima o poi i fiori germoglieranno anche quando la primavera sembra non arrivare mai. Quando mi sento dire “sei cattiva mamma” (già perchè la rabbia dei figli inizia presto) soffro. Non posso dire che arriva come un complimento. Può essere che è perchè ho negato di togliersi la felpa con il freddo o perchè non ho compreso qualcosa che in quel momento era davvero importante. Però so che il mio compito è di accogliere anche questa parte e lasciare la possibilità di esprimerla.
Ho scritto tantissimo, mi dispiace…forse anche un po’ OT…
Fioridiarancio
fioridiarancio: credo invece che tu abbia scritto il necessario! grazie!