La pioggia non cade, canta.
Tolkien ha scritto alcuni capitoli del suo capolavoro nel college in cui Prof 2.0 alloggia in questi giorni. Li ha scritti nel periodo in cui ne era professore. Prof si aggira in questi luoghi immaginando di passeggiare con lui, facendosi insegnare come guardare quel che lo circonda. Vede gli stessi prati e boschi. Prega nella stessa chiesetta che Tolkien frequentava tutti i giorni. E’ bagnato dalla stessa pioggia. E la pioggia qui è parte del paesaggio in modo tutto nuovo. Sembra cantare sull’erba sempre-verde e risuonare sulle foglie degli alberi. Non è un caso che Tolkien, quando scrisse quel meraviglioso mito della creazione per via musicale, contenuto nel primo capitolo del Silmarillion, mise queste parole in bocca ad uno dei suoi personaggi, Ulmo, nella crezione, l’angelo responsabile delle acque:“Davvero l’acqua è diventata adesso più bella di quanto il mio cuore avesse potuto immaginare. I miei pensieri segreti non avevano concepito il fiocco di neve, né in tutta la mia musica era contenuto il cadere della pioggia”
Grazie agli artisti la realtà diventa abitabile, meravigliosa, grazia. Persino la pioggia, che da queste parti non cade e basta, ma canta…
Mi piacerebbe sapere leggere sempre la realtà e goderne come sai fare tu!!! Vorrei non perdermi nulla di quello che c’è nella mia vita nè trattare le cose con distrazione… Ma tu hai 6 anni più di me, quindi ho ancora qualche anno per raggiungerti e nel frattempo mi godo la vista con le tue lenti….
Grazie sorella. Io sono convinto che tu sai gia’ farlo con i tuoi occhi.