Filosofia della borsa
Riporto la favola raccontatami da una persona a me cara (un Esopo del XXI secolo) che mi ha fatto riflettere:Vedo una bellissima borsa in una vetrina.
Inizia tutto con un colpo di fulmine. Mi convinco che non posso vivere senza, che è proprio quella che desideravo. La borsa che ho cercato in tutte le altre mille borse che ho già comprato.
Poi ripasso una seconda volta davanti alla vetrina.
Sento il desiderio di rivederla di nuovo, perché ogni giorno non ho fatto che pensare a lei, ad ogni dettaglio, a quanto sia perfetta. Questa volta ho un occhio più razionale…. riesco ad apprezzarla nei suoi dettagli, al di là dell’emozione della prima scoperta.
La terza volta è decisiva: o mi piace e la compro o mi delude e me la scordo all’istante.
Morale? Non sempre quello che desideri è realmente quello che vuoi o che ti serve.
Spesso desideri una borsa, ma quello che vuoi è vivere una fantasia che ti faccia sentire meglio in un momento in cui sei un po’ triste.
Oppure desideri una borsa perché effettivamente vuoi quella borsa.
Non puoi saperlo subito.
Devi darti tempo.
PS. Noi uomini ci chiediamo sempre perchè “la borsa” sia così importante per una donna. Sembra solo un contenitore di oggetti. In realtà come la favola mostra è una sintesi della casa e una metafora dell’intera vita…
ahah… per buttarla un po’ sull’ironico…è bellissimo quando le madri cercano una penna o non so cos’altro nella loro borsa: tirano realmente fuori mezza casa! e alla fine nemmeno trovano ciò che cercano. Al primo passo dentro casa (continuando a tenere la testa nella borsa tipo struzzo) non esitano mai a dire “toh, l’avevo sotto gli occhi e non me n’ero accorta!”
Seriamente parlando… è vero: è difficile sapere ciò che realmente vogliamo o di cui abbiamo bisogno; il primo passo è sempre istintivo, strettamente legato all’emozione. Lasciamoci raffreddare dopo il calore della prima emozione e potremo fare una scelta migliore (che non sarà obbligatoriamente divergente dal desiderio iniziale, dal momento che le emozioni sono cose buone… bisogna solo non esserne schiavi!)
Comincio anch’io, come James, con una vena ironica.
Ho sempre invidiato le donne per avere quel privilegio esclusivo di portare la borsa.
E’ forse l’ennesima prova che sono più intelligenti degli uomini…
La borsa non è infatti un semplice accessorio di moda. E’ uno strumento utilissimo a cui noi uomini dobbiamo rinunciare.
Credo che tutti i maschietti comprendano perchè.
Svuotatevi le tasche e troverete:
Portafogli, monete, chiavi (di casa e dell’auto), fazzoletto, cellulare, agendina, penna, ecc. ecc.
Non mi bastano più le tasche dei pantaloni (anteriori e posteriori), della giacca, della camicia. Ed il peggio è in estate quando non si porta il cappotto.
Aiuto! Ne ho le tasche piene!!!
Beate le donne che possono avere tutto a portata di mano e senza fastidio nelle loro borse!
Circa il desiderio di acquistare oggetti: fin da bambino sperimentavo una strana emozione. Quando vedevo un giocattolo bramavo dalla voglia di possederlo. Facevo di tutto per raggiungere lo scopo: studiavo e svolgevo i compiti in fretta e con profitto, mi comportavo diligentemente. Il tempo non passava mai; pensavo e ripensavo a cosa avrei potuto fare una volta avuto quel giocattolo/oggetto. Credevo che fosse la cosa più importante che potevo avere, dopodichè tutto il resto sarebbe stato secondario.
Era uno sensazione bellissima.
Finalmente arrivava il momento tanto atteso.
Aprivo la confezione come se stessi maneggiando una reliquia.
Cominicavo a giocarci ma… dopo qualche minuto la magia lentamente si dissolveva.
Quella magia rinasceva poi ogni volta che ritrovavo qualche nuovo bene su cui concentrare i miei desideri.
Come dire, è più eccitante l’attesa di avere l’oggetto dei tuoi desideri, che avere l’oggetto stesso.
Un’ultima considerazione. Fra i tanti corsi di marketing che ho frequentato, alla fine il docente o l’esperto concludeva sottolinenando che una persona acquista un bene quando scatta in lui la molla emotiva. La razionalità non sempre è fondamentale per scegliere cosa acquistare.
Bye,
Charles
La filosofia della borsa funziona…grazie James, grazie Charles.
Non pensavo k la borsa potesse avere un significato così profondo per una donna,anche se effettvamente raggiunta una certa età una ragazza nn potrebbe mai uscire di casa senza un borsetta neanche per andar a prendere il pane!
però mi chiedo: perchè il bisogno di cambiarla spesso?solo x abbinarla al resto dell’abbigliamento?!sarebbe interessante approfondire il discorso =)
per quanto riguarda il resto dell’intervento credo che qll della borsa sia stato solo un pretesto, un banalissimo esempio, per introdurre una questione molto difficile: la scelta!!
è sempre difficile prendere una decisione proprio xkè spesso sono le emozioni k ci guidano e che portano fuori strada,ma siamo così accecati che neanche ce ne rendiamo conto e crediamo di essere degli esseri perfettamente razionali in quell’istante, convinti dei processi mentali che stanno avendo luogo in qll parte molto delicata, che sta al vertice del nostro corpo, ben protetta da solide(per alcuni più, per altri un po’ meno!) “pareti”.
perciò bisogna sempre pensare molto, anche x scegliere una borsa!!
Laura
Cara Laura (2.0),
grazie del post. La questione che sollevi io la rilancio a te, che sei donna. Perchè una donna ha bisogno di una borsa per uscire? Per fare casa ovunque sia? per insicurezza? per truccarsi? perchè chissà cosa può succedere? Io non lo so. Forse tu mi puoi aiutare. Io intanto chiedo alle mie sorelle (ne ho 3…). E magari poi lancio un sondaggio sul blog.
Quanto al tema della scelta, che era il vero argomento del post come hai ben intuito (…per te un + sul registro 2.0) sembra interessante unire la variabile “tempo” a quella emozionale… il tempo raffredda l’emozione. Ma è nemico dell’emozione? O semplicemnte è amico del raziocinio?
Sai Laura (piacere, Paola), neanche io lo pensavo fino a 5-6 anni fa, cioè fin quando le mie uscite erano solo scuola-zaino, varie-borsa mamma e,infine, gruppo amici, in mezzo a cui spesso la borsa era un optional di cui riuscivo a fare facilmente a meno…col tempo, veramente l’oggetto in questione è diventato una compagna indispensabile ed inseparabile quando si esce a fare una qualsiasi cosa, come tu hai giustamente enfatizzato…
“Sintesi della casa” – Mary Poppins docet (e chi le ritrova più le chiavi?)- aggiungo fortemente “metafora della donna” in un essenziale ruolo di social symbol: gusto e raffinatezza sono esposti nella vetrina-borsa cosicché passi al naso degli altri una scia di femminilità…da qui l’importanza della scelta nonché delle modalità di tale processo…come ricorda Charles, l’emozione rappresenta la molla per l’acquisto ed essa scatta nel momento stesso in cui, più o meno inconsciamente, si vede nell’oggetto il contenitore più rappresentativo del msg che si intende far passare: come al solito è la forza comunicativa dell’immagine che parla attraverso codici espressivi socialmente noti…la razionalità qui è tutta nella logica del processo della scelta, ma naturalmente il punto di partenza è “l’amore a prima vista”che induce la “sindrome da sabato del villaggio” di cui ci ha dato testimonianza ancora Charles, accrescendo il desiderio dell’oggetto per tutto il periodo d’attesa fino al momento del possesso…
e…sì prof, penso che la variabile tempo sia sicuramente amica del raziocinio…d’altronde, come altro si spiegherebbe il pensiero costante rivolto all’oggetto? E’ il lato emotivo che tenta di bruciare il tempo fino a quando il desiderio nn diventa un “I must buy it”!
La morale della favola riportata dal prof. è il giusto finale anche a questa mia considerazione, con un’aggiunta fondamentale: se il pretesto della borsa è appunto tale per portare a riflettere sulla questione della scelta, nn dimentichiamo che il meccanismo nn è universalmente valido…per altri tipi di scelta, diamoci tempo!
Paola
Bentornata Paola,
questa lezione 2.0 sta diventando veramente appassionante. Se ben capisco per una donna la borsa diventa, oltre che oggetto funzionale, un modo di essere unica e offrire la propria unicità intorno a sè? Il modo di raccontare sè stessi prima ancora di aver aperto bocca. Ma allora mi chiedo: questo segnale a chi è lanciato? Perchè ti assicuro, noi uomini, almeno credo, alla borsa non ci facciamo (quasi) caso… A volte ho la cinica impressione che sia un modo sottile di combattere con le altre donne che entrano nello spazio proprio. Ma forse mi sbaglio…
e se nel frattempo la borsa la compra qualcun altro?
Quel qualcuno ci ha pensato troppo poco…
Ciao prof., eccomi tornata…
Come promesso, provo a risponderti.
Dunque…la borsa per una donna è un oggetto utilissimo poichè contiene di tutto e ciò è davvero rassicurante…ma non è attraverso essa che la donna esprime la sua unicità…infatti la borsa è un dettaglio rispetto al complesso che la donna vuole mostrare armonioso…so bene che voi maschietti nn badate più di tanto alla borsa…ma il segnale della femminilità è lanciato anche attraverso il rapporto che una donna ha con tale oggetto…è la coordinazione corpo-accessori (quindi nn solo borsa, ma anche scarpe, profumo, etc) a creare l’armonia di cui parlavo ed è proprio questa armonia ad essere unica ed ammirata…è chiaro che questo discorso è valido soprattutto in occasioni in cui è possibile e, perché no, piacevole, mettersi un pò in mostra…ma nella vita pratica la borsa è sostanzialmente un privilegio di cui voi uomini siete sprovvisti e in mancanza del quale siete appunto costretti agli scomodi surrogati delle tasche!
…naturalmente, “ogni mezzo è lecito” per competere tra noi… ;p (ma che bell’invenzione le emoticons…).
Paola
Grazie Paola per questo post cristallino. In sintesi:
1) la borsa è un ingrediente in più per la creazione dell’armonia che è donna.
2) uno strumento funzionale (casa a portata di mano)
3) uno strumento di competizione
Quindi noi uomini non la usiamo perchè siamo 1) trascurati 2) stupidi 3) troppo sicuri di noi stessi…
😉
Ciao Paola, la tua frase: “ogni mezzo è lecito” per competere tra noi, mi incuriosisce, pensi davvero che sia naturale la competizione tra donne?
asterope22
Speravo che qualcuno sollevasse il problema… Grazie asterope!
Competizione tra donne…naturale dal momento che nasce come desiderio di differenziazione, ricerca di unicità…e a volte anche “superiorità”, ma soltanto quando tra due donne, o ragazze, non scorre buon sangue!
quindi questa competizione ha sì una connotazione negativa, ma principalmente positivo-neutra: non è semplicemente un “marcare il territorio”!
Laura
molto interessante. Quindi la borsa serve anche ad essere uniche?